Capitolo 30

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Il giorno seguente non successe niente di particolare a scuola, solo l'interrogazione di arte che come previsto chiamò proprio me.

Prima di tornare a casa con Peter andammo in pizzeria dove ordinai una pizza margherita e lui pure

<La pizza che fanno in Italia é meglio> affermai.
<Sei stata in Italia?> Chiese
<Già>
<Un giorno mi ci porti?> Mi chiede facendo gli occhi dolci.
<Andremo a Roma> dissi facendolo contento.

***

Ero in camera mia in tuta e indecisa se presentarmi agli allenamenti o meno, in fin dei conti lo scopo era imparare a controllarmi quindi saltare sarebbe da escludere, ma allo stesso tempo sono troppo orgogliosa per presentarmi lì dopo tutto ciò che successe, alla fine io e Nat avevamo chiarito.

Decisi di andarci e piena di coraggio mi diressi verso la palestra dove tutti stavano facendo il riscaldamento.

<Ciao> dissi entrando, si formò un silenzio anormale, sembrava che nessuno volesse la mia presenza, nessuno fatta eccezione per Peter che ricambiò il saluto mandando un'occhiataccia a tutta la squadra.

<Non pensavamo saresti venuta> disse Steve.
<E invece sono qui>
<Abbiamo parlato, nessuno ha intenzione di combattere contro di te> disse Stark, ci rimasi veramente molto male.

<Ti limiterei ad allenarti e durante i combattimenti farai altro> continuò.
<Ehm, ok> dissi tenendo la parte delusa nascosta.

Incominciai ad allenarmi per conto mio in un angolo, nel momento in cui incominciarono con le coppie, Clint rimase fuori.

<Sei rimasto solo?> Dissi avvicinandomi a lui.
<Non combatterò contro di te> disse.
<Tranquillo, non voglio combattere, anche se sei stato l'unico ad aver avuto la meglio contro di me> dissi facendo un sorrisino.

Passò qualche minuto e le coppie stavano ancora combattendo, Peter era finito contro Wanda che lo stava proprio conciando per le feste, nel mentre c'eravamo io e Clint seduti a terra a ridere come matti.

<Quello é tuo?> Chiesi a Clint riferendomi ad un arco appeso insieme ad altre armi.
<Si> disse mentre mi alzavo intenta ad osservarlo da vicino.
<É bellissimo> dissi, non avevo mai visto un arco così bello ma semplice allo stesso modo.
<Bello ma off-limits> disse cercando di impedirmi di toccarlo.

Non lo ascoltai, lo recuparai insieme ad una freccia, notai un bersaglio, mi presi coraggio e puntai verso il centro, ero un po' fuori allenamento ma tentar non nuoce.
<Ti ho detto di non toccare> disse alzandosi a venendo verso la mia direzione, io invece avevo la freccia tesa intenta a scoccare.
<Shh> gli ordinai, mi serviva concentrazione, nel mentre tutti si erano fermati, cosa, avevano paura?

Scoccai la freccia che colpì dritto il centro.
<Wooo> urlò Sam non appena si accorse che era letteralmente al centro.
<Tieni il tuo arco> dissi rivolgendo a Clint che aveva ancora gli occhi di fuori.
<Ma come hai fatto?> Chiese non appena afferrò l'arco.
<Mi allenavo> dissi con fare ovvio.

<Sei brava> disse Stark.
<Grazie> risposi prendendo la mia borraccietta ed avviandomi verso la mia stanza.

Mi feci una doccia veloce e successivamente andai a studiare dato che il giorno dopo avrei avuto una verifica di filosofia.

<Signorina Connor, é attesa nel laboratorio del signor Stark> disse Friday.
<Perché?> Chiesi
<Deve parlarle urgentemente>

Mi alzai lasciando i miei libri sulla scrivania e mi diressi verso il suo laboratorio.

<Mi stava cercando?> Chiesi non appena varcai la soglia del portone aperto.
<Dobbiamo parlare> disse, gli feci cenno di continuare.
<Gira voce che tu abbia perso il controllo ieri> disse.
<Ma va>
<3 volte> disse girandosi verso le mia direzione.
<Te l'ha raccontato Peter?>
<É il suo compito>
<E quindi? Mi hai chiamato per ricordarmi che ieri ho esagerato?>
<Si, sei troppo pericolosa, sto valutando l'opzione di non mandarti piú a scuola> disse, ma siamo seri?
<Ma chi sei tu mio padre?> Chiesi alzando il tono della voce.
<No ma é per il tuo bene>
<Cosa ti fa pensare che io ti dia ascolto, posso tranquillamente prendere e andare via>
<Non te lo permetto>
<Ribadisco. Non sei mio padre>
<Sei un incapace, pensi di avere il controllo ma sei ancora una bambina>
<Ti sei visto?>
<I tuoi genitori sarebbero molto delusi>
<Non ti azzardare a parlare di mia madre>
<E tuo padre?> Chiese, mi bloccai un attimo poi incominciai la mia battaglia di risposte.
<Non sono affari tuoi>
<Chi é lo sfortunato> disse provocandomi
<Non ti conviene usare quel tono con me>
<Altrimenti? Mi uccidi?>
Mi bloccai, incominciai ad indietreggiare, le sue parole furono molto pesanti.
<Scoprirò chi é tu padre e il perché hai paura di dire chi é>  disse.
Non gli risposi, mi limitai ad incamminarmi verso la mia stanza arrabbiata, facendo respiri profondi per evitare l'inevitabile.

Una volta giunta nella mia camera sentii dei rumori nella camera di Peter, come lamenti.

<Peter? Stai bene?>
<Si>
<Posso entrare?> Chiesi.
<Entra>

Vidi i suoi occhi rossi, gonfi per il pianto. <Che succede> dissi sedendomi a gambe incrociate sul suo letto.
<Zia May ha scoperto che sono spiderman> disse.
<Ha reagito male vero?> Chiesi.
<Vuole che io smetta, pensa che possa morire da un momento all'altro>
<Ed é vero?> Chiesi.
<Si ma, ho dei poteri, se non li usassi, sarebbe come colpa mia se succedesse qualcosa di brutto>
<E allora perché non glielo dici?>
<Non mi vuole vedere>
<Vuoi che ci parli io?>
<No no, voglio farlo di persona, ma non so come>
<Fallo con il cuore, e se si arrabbia dalle tempo, devi capire che é difficile da metabolizzare>
<Grazie..> disse sussurrando.
<Di cosa?> Chiesi
<Di esserci>
<Vieni qui> dissi abbracciandolo, affondò il suo volto tra i miei ricci, lo stringevo forte, questa volta ero io a volergli trasmettere sicurezza.

Sciogliemmo l'abbraccio e decidemmo di cambiare argomento.
<Hai studiato filosofia?> Chiese.
<Si, non era poi così difficile> dissi.
<Io non ci ho capito niente> disse.
<Ti sto battendo Parker> dissi ridendo.
<Sta zitta va, ho pur sempre il voto piú alto a chimica>
<Non vale, il prof mi detesta>

Ridemmo all'unisono poi mi offrii di aiutarlo fino a tardi, fu molto bello.

Andai a mangiare, c'erano solo Nat e Bucky e grazie al cielo non Stark, avevo il terrore di che scoprisse davvero chi fosse mio padre.

***

Ero vestita di nero davanti ad una bara con l'ombrello in mano, c'erano pochissime persone, quasi nessuno, solo io, Peter, Tony e alcuni Avenger, nessun altro.
Non capivo il perché piangessi, non sapevo di chi fosse il funerale ne se fosse una persona cara a me, sapevo solo di dovermi vendicare.

Mi svegliai di soprassalto, respiravo a fatica, cercai di fare il meno rumore possibile ma con scarsi risultati, era troppo realistico ma non capivo per chi stessi piangendo.

Ormai erano le 6 e mezza quindi decisi di alzarmi, era il giorno del ritorno di mia madre, mi ero completamente dimenticata del sogno, ero troppo impegnata ad essere felice per il suo ritorno.

Another Me || Peter Parker Όπου ζουν οι ιστορίες. Ανακάλυψε τώρα