Capitolo 61

958 39 20
                                    

"GRAZIE MILLE PER I 10K, DAVVERO. NON MI SAREI MAI ASPETTA DEI PROGRESSI DEL GENERE. VI AMO"

"Hela pov's"

Il mio cuore é avvolto da un immensa nube nera che si é incupita proprio quando, con il mio arco scappai dalla torre lasciando lì il ragazzo che amavo e il padre a cui volevo bene. Qui si parla del passato dato che non riesco più a comprendere cosa sia l'amore e come io sia riuscita a provalo che alcune persone, Peter... Papà... Mamma.... Nat.... Wanda... E Neil, nessuno di loro ora era con me, che senso aveva.

Mi sentivo vuota, come se la mia vita non avesse un senso, ero senza uno scopo ma che ben presto mi fissai. Trovare l'assassino di Neil, scoprire chi fosse la scia blu e trovare Sicalis, e da sola, conoscendo le mie abilità, avevo abbastanza possibilità di farcela.

***

Non mi recai a casa quella notte dato che sarebbero venuti a cercarmi, mi accontentai solo di un motel dove dormii la notte sfuggendo al controllore, non avevo niente in tasca.

La mattina, proprio quando il sole stava sorgendo all'incirca verso le 5 meno qualcosa, mi svegliai e scappai. Dovevo assolutamente andare a casa a prendere quello che mi serviva, se ero alla ricerca di qualcuno di pericoloso, non potevo andarci in Jeans e Jordan

Il piú veloce possibile entrai in casa e furtivamente salii in soffitta, era polverosa e si sentiva alla grande la puzza di vecchio.

Frugaii un po' fra i scatoloni scorgendo le cose di mia madre, ma alla fine, a differenza della me di prima, non me ne importava niente.

Trovai una scatola completamente nera, li vi erano i miei accessori targati Doggh, se qualche sbirro saliva in soffitta e trovava tutto ciò ci sbatteva in prigione anche senza prove.

Ero una ragazza molto all'antica per quanto riguarda le armi, niente armi a fuoco o qualcosa di super tecnologico, preferivo i miei amati coltelli gemelli, uguali a quelli che avevo in Russia e il mio arco, io primo che ebbi.

Indossai una vecchia tuta che mi fornirono all'accademia molto simile a quella di Nat. Sfilai la cinta dove vi erano le fondine per le pistole per poi cambiarla con un altra, con al centro il logo della Doggh che raschiai via, che aveva una doppia fondina dietro la schiena per i coltelli.
Era un po' stretta ma andava benissimo. Per concludere, dato che i miei immensi ricci erano assai ingombranti decisi di farmi una treccia attaccata alla testa di cui la coda arrivava quasi fin sopra al fondoschiena, forse dovevo tagliarli un po' ma non era il momento per pavoneggiarsi, ma quello di trovare un piano.

Di filata uscii dal condominio e senza farmi notare mi mescolai con la folla di uomini e ragazzi intenti ad andare a scuola o al lavoro, speravo che con un cappellino potessi passare inosservata.

Andando in giro con quella tuta destavo solo sospetti, un'adolescente con una fondina, due coltelli e un arco e frecce non era rassicurante e non avevo voglia di avere problemi con la polizia.

Avevo un piano ben preciso che pur arrangiato non aveva proprio senso.

Mi recai allo studio di un tatuatore qualsiasi, avrà pur tatuato uno scorpione sul braccio destro di un grassone.

***
Avevo girato 4 locali e nessuno sembrava potermi aiutare, al quinto stavo perdendo le speranze ma valeva la pena tentare.

<Salve> salutai educatamente entrando nello studio.
<Ha il permesso dei genitori per il tatuaggio?> Chiese senza neanche ricambiare il saluto. Maleducato.
<No ma...> Non mi fece neanche finire di parlare.
<Allora fuori> disse avanzando verso di me e chiudendomi la porta in faccia.

Another Me || Peter Parker Where stories live. Discover now