Capitolo 34

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Dei flash continui, vedo solo quelli seguiti da delle immagini disconnesse, sempre le stesse: un palazzo che porta ad un bunker sotterraneo, un uomo di spalle che presenta un fare minaccioso, uno scorpione e tanti sussurri, tutti portano il nome di Sicalis.

Mi sveglio che erano le 9 del mattino, accanto a me c'era ancora Peter che dormiva come un gatto e non facevo altro che ripensare a quello che era successo il giorno prima, siamo partiti dall'essere dei perfetti sconosciuti, all'essere migliori amici, e ora? Cosa eravamo?

Non appena cercai di alzarmi un bruciore agli occhi mi pervase e non ci vedevo niente, mi ero dimenticato di togliermi le lenti a contatto.

Cercai di alzarmi il piú piano possibile e di non fare rumori, fu al quanto inutile dato che non ci vedevo andai a sbattere contro la scrivania per poi fare cadere il cellulare di cui mi ero scordata dell'esistenza.

<Va tutto bene?> chiese Peter tirandosi su a fatica, evidentemente ancora assonnato.
<Mi sono dimenticata di levare le lenti a contatto> dissi tendendo le mani in avanti alla ricerca del bagno.
<Vuoi che ti aiuti?> Chiese.
<Tranquillo, ci penso io> dissi facendo una piccola risata che lo contagiò.

Entrai in bagno e ci misi gli anni di Cristo a levarli, non era la prima volta che ci dormivo.

Una volta fatto mi lavai, mi misi gli occhiali e mi vestii.

Nell'uscire non c'era piú Peter, evidentemente era andato in camera sua, non lo avrei raggiunto, mi sarei diretta all'uscita della torre, sarei voluta tornare a casa per il pomeriggio.

Stavo cercando il cellulare di cui avevo dimenticato di aver fatto cadere sotto alla scrivania.

Sentii bussare alla porta, era di nuovo Peter, gli feci cenno di entrare mentre ero ancora inginocchiata a terra a cercare di recuperare il cellulare che era ancora in fondo.

<Ma che stai facendo> disse Peter ridendo.
<Shh sto cercando di prendere il telefono> dissi inarcando il braccio il piú lontano possibile, riuscii a recuperarlo.

<Dove vai?> Chiese mentre spolveravo il telefono.
<Emm, vado a casa per il pomeriggio, non mi é di aiuto restare qui> dissi sorridendo per mascherare tutta la mia voglia di urlare.
<Lo sai che non hai bisogno di nascondere a me come ti senti?> Disse, era bravo quanto mamma a capire come mi sentissi veramente.
<Sto bene, devo solo... Metabolizzare il fatto che mia mamma non c'è piú> dissi, non rispose.

Accessi il cellulare e intravidi un messaggio nella segreteria, era di mia madre....
Sospirai, non sapevo se ascoltarlo.
<Ciao tesoro, non rispondi alle chiamate tutto ok? Sono appena arrivata in aereo porto, manca poco a vederci. Ti voglio bene> disse.

Mi si bloccò il cuore, se solo avessi risposto, avrei potuto sentirla un ultima volta.
<Dai vieni qui> disse Peter che ovviamente era riuscito ad ascoltare tutto.
Mi abbracciò, non stavo piangendo, ero solo un tantino scossa.

<Il signor Stark ti vuole vedere, ha bisogno di parlarti> disse sciogliendo l'abbraccio, non volevo assolutamente vederlo, non ora che sapeva chi fossi.

<Va bene, ci vediamo sta sera> dissi salutandolo e dirigendomi verso il suo laboratorio.
<Signor Stark> dissi entrando.

Aveva gli occhi gonfi, non capivo se era dovuto al pianto o al sonno perso, solo mi dispiaceva vederlo così nonostante tutto l'odio che io nutra per lui.

<Ciao> disse finendo di avvitare qualcosa.
<Peter mi ha detto che voleva vedermi> dissi.
<Emm.. si, volevo solo dirti che il funerale di tua madre si farà domani, solo non so chi invitare, non conoscevo bene tutta la sua famiglia> disse.
<Non abbiamo nessuno, solo mio zio, non vorrà venire> dissi giocando con una ciocca di capelli.
<Emm okk, ho fatto una cosa semplice, come piaceva a lei> disse, evidentemente la conosceva abbastanza, sapeva che non voleva chissà che per il suo funerale.
<emm, grazie, ne sarebbe felice> dissi.
<Senti.. emm> disse cercando di parlare, era a disagio, non sapeva cosa dire e per uno come lui era una cosa al quanto strana.
<Mi dispiace> disse.
<Per cosa?>
<Per averti abbandonata, ero convinto non avesse avuto il bambino> disse.
<Lo so> dissi <te ne sei andato, ma quel che é fatto é fatto, non puoi cambiare le cose> dissi.

Si limitò a sospirare per poi cambiare argomento.
<Dopo il funerale proveremo un prototipo di Bunners, pensiamo possa metterti in contatto con Killer Frost> disse.
<Ok, a domani> dissi affrettandomi a uscite dal quella stanza.

Tornai nella mia dove recuperai lo zaino e lo skate, sarei tornata a casa con quello.

Lo usai per sfrecciare per i corridoi fino ad arrivare in sala dove c'erano Nat e Wanda piú Sam e Bucky.
<Figo lo skate> disse Sam, sorrisi e lui ricambiò.
<Le nostre piú sentite condoglianze per tua madre> disse Nat.
<Grazie> dissi sorridendo.
<Te le manda anche Thor, é dovuto correre ad Asgard ma tornerà> disse Bucky.
<Dove vai?> Chiese Nat forse contraria a causa dei fatti del giorno prima.
<A casa, starò lì per il pomeriggio> dissi.
<Ok allora a stasera> disse Wanda.
<Ciao> dissi dando un colpo allo skate e usandolo per tornare a casa.

***

Dopo una mezz'oretta arrivai, girai la chiave ed aprii, tornare lì e sapere che non avrei trovato lei.. mi dava un senso di vuoto, era l'unica persona che avevo da sempre, e se ne era andata per mano di colui che l'ha fatta soffrire di piú.

Andai in cucina dove aprii il frigo, buttai le cose andate a male e usai i rimanenti per fare un piatto di pasta al pesto.

Mangiai davanti ad un film, uno dei suoi preferiti e successivamente mi diressi in camera sua dove ero intenta a riordinare il casino lasciato da lei, ebbene sì, avevo preso da lei questa dote.

"Tony pov's"

Ero seduto nel mio laboratorio a rimuginare su tutto, come ho potuto abbandonare Samantha pur non sapendo che avesse avuto il bambino, come ho potuto non accorgermi della loro somiglianza.

Nel 2012 ero a conoscenza che Samantha aveva avuto un brutto incidente dopo i fatti di New York, non andai da lei.. se solo ci fossi andato, avrei potuto sapere di Hela e sistemare le cose, ma ormai era troppo tardi. Mia figlia é cresciuta con l'idea di odiarmi per tutto il male che avevo fatto a sua madre, sono letteralmente distrutto da tutto ciò.

<Tony> disse Pepper alla porta.
<Stai bene?> Chiese entrando nella stanza.
Sospirai.
Subito dopo entrarono pure Nat e Steve che volevano sapere di piú su tutto ciò.
<Ce ne vuoi parlare?> chiese Nat sedendosi accanto a me.
<Ho per caso altra scelta?> Dissi prima di incominciare.

<Samantha Connor, una mia vecchia fiamma, stavamo insieme da piú di un anno ed era la mia prima relazione quasi seria> dissi, Pepper mi prese per mano come per darmi la forza di continuare, sapeva come mi sentissi.
<Rimase incinta e io non volevo il bambino, mi disse che aveva abortito ma mi distaccai lo stesso da lei lasciandola sola> dissi.
<Aveva mentito, ebbe Hela che é cresciuta odiandomi, come darle torto> dissi sbuffando.
<Tony non é colpa tua> disse Nat.
<Si invece, ho abbandonato mia figlia> dissi guardandola dritto negli occhi con sguardo fermo e duro.
<Non lo potevi sapere> disse Steve.
<Avevo la possibilità di rimediare nel 2012> dissi.
<Che intendi dire> chiese Pepper.
<Samantha era rimasta ferita dopo i fatti di New York, non andai a trovarla> dissi.
<Forse una parte di me era venuta a sapere di Hela dopo che mi disse che sua madre l'aveva mandata in un accademia armata dopo quei fatti> <se solo fossi andato da lei, tutto questo non sarebbe mai successo>dissi concludendo e massaggiandomi le palpebre con il pollice e indice.

<Ma ora lo sai, hai la possibilità di rimediare, é crescita, é una ragazza molto forte ma le ci vorrà tempo prima di abituarsi all'idea di avere un padre, dalle tempo> disse Pepper dandomi un bacio sulla fronte, sapeva sempre come consolarmi, la amo tantissimo.

Another Me || Peter Parker Where stories live. Discover now