Capitolo 55

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Sono passati due giorni da quella sera, non so bene dirvi come io mi senta in questo momento, oltre ad essere frastornata intendo, non ho la minima idea di chi possa essere, di chi abbia una doppia faccia che non riesco a vedere.

La mattina in cui tornai a casa, sentii Aron urlare al cellulare, parlare di qualcosa di pericoloso, ma non mi importava piú di tanto, saranno solo le sue solite cose da lavoro, in realtà non ho ancora ben capito che lavoro faccia, solo che ha una valigetta che si porta sempre in giro.

Ieri, scoprii dove stava Adrien e quindi decisi di fargli una piccola visita, a patto che non dicesse niente a zio Aron, so già che non riuscirà a mantenere il segreto e molto probabilmente avrebbe fatto il faccino arrabbiato perché Aron mi aveva tra virgolette nascosta.

***

Non riuscii a dormire quella notte, A New York non era ancora il 22 di Aprile quindi non era ancora il compleanno di Peter.

Preparai le valigie, avevo molto spazio per l'arco che avevo intenzione di portare a casa sperando che non mi fermassero per possesso di armi.

In alcune ore era tutto pronto e stranamente Aron si era rifiutato di accompagnarmi all'aereoporto, sembrava scosso per qualcosa ma sicuramente non gli avrei chiesto cosa, non era un problema mio.

Presi un taxi, in qualche ora arrivai all'aereoporto ed erano le 7 di sera.

***

<Sorella> mi urlò Neil al telefono, sembrava al quanto arrabbiato.
<Ma ti rendi conto di quante volte io ti abbia chiamato, mi hai fatto pensare che fossi morta, stavo quasi per chiamare Stark> disse lui.
<Non ti potevo rispondere, ero nel bel mezzo di una missione> dissi io.
<Vedo che sei viva, hai scoperto qualcosa?> Chiese lui.
<Non molto in realtà, ti racconterò tutto non appena tornerai> dissi.
<Non so quando tornerò> disse lui.
<Beh non abbiamo fretta, anche perché sono ad un punto fermo>
<Grandioso>
<Ti ricordi che giorno sia oggi?> Chiese lui dopo qualche minuto di silenzio.
<É il compleanno di Peter, sto per fargli una sorpresa> dissi.
<Fantastico... Aspetta... Sei a casa?> Chiese lui quasi berciando, da lui era quasi mattina.
<Ci sto andando e se te lo avessi detto non avresti tenuto la bocca chiusa> ridacchiai.
<A meno che non lo trovi a letto con Holly> disse lui.
<Ah ah divertente> dissi.
<Che regalo gli hai fatto?>
<Ho costruito un proiettore di film offline, mi manca solo la scatola per incartarlo e qui non vedo negozi adatti> dissi io.

Infatti avevo appena finito ed ero in attesa dell'aereo che sarebbe arrivato tra una mezz'oretta.

<Hai ancora tempo, vatti a fare un giretto e piglia un regalo anche per me> disse lui ridendo.
<Se solo avessi soldi> dissi alzandomi, non potevo però portarmi a presso la valigia per tutti i negozi.
<Aspetta un attimo> dissi a Neil prima di rivolgermi ad una vecchia donna che stava lavorando una maglia.
<Emm... Privet... Emm... Mozhesh..mmm.. chemodan> dissi arrossendo come un peperone, sapevo come si dicesse valigia ma non come si chiedesse ad una russa come tenerla.

Dall'altra parte Neil rideva come un coglione, a poco smetteva di respirare.
<Ma certo, cara, sarò contenta di tenerti la valigia fino al tuo arrivo> disse lei sorridendo, ebbene si era americana.
<Oh mmmm grazie> dissi grattandomi la nuca dall'imbarazzo.

Mi allontanai e ripresi il discorso con Neil.
<É stato terribile> dissi io.
<É stato a dir poco fantastico, questa me la ricorderò a vita> disse lui, non potevo fare altro che sprofondare nella vergogna.

Entrai in un negozio dove si vendeva roba di cartoleria, proprio quello che faceva al mio caso.
<Mmm privet> dissi ad una commessa.
<E ora che dico> sussurrai a Neil mentre la donna mi guardava strano.
<Devi dire tipo... Mmmm... Mne nuzhna... Korobka... Aspetta qui non capisco che dice> disse lui, che disasto.
<Le serve per caso una scatola regalo e un biglietto?> Chiese la donna incrociando le braccia, ecco a voi l'ennesima figura di merda della giornata.
<Mmm, si grazie> dissi, ringrazio dio parlasse la mia lingua.

Another Me || Peter Parker Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora