Capitolo 49

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Mi svegliai presto, molto presto dato che erano le 3 del mattino, era sabato quindi dovevo tornare prima del risveglio di tutti.

Mi vestii in fretta, misi dei jeans verde militare larghi e una maglietta attillata nera più degli stiva e mi legai i capelli in uno chignon spettinato.

Corsi in camera di Neil sperando di trovarlo già pronto, così fu, infatti era già vestito, si stava riscaldando dato che non usufruiva dei suoi poteri da un bel po', ancora devo capire come funzionano.

<Sei pronta?> chiese mettendosi il giacchetto e scendendo giù dalla finestra. <e tu sei pronto?> chiesi ansiosa, quello che stavamo per fare era pericoloso e me ne resi conto quando oramai era troppo tardi per tornare.

Prendemmo il treno per Manhattan, era vuoto forse perché era troppo presto e faceva anche buio, era pericoloso aggirarsi di mattina presto da soli per le strade di New York, ma avevo la completa protezione di un ragazzo molto forte dai poteri.

Scendemmo alla fermata del treno alle 5 del mattino, in quel momento constatai che tutti si sarebbero accorti della nostra assenza quindi scrissi un messaggio a Peter dove gli dicevo che ero uscita per una passeggiata e che Neil si era offerto di accompagnarmi, si sarebbe arrabbiato un po' dato che non si fidava di lui dopo l'incidente da lui causato ma in varie occasioni gli dimostrai che era un buon amico.

<Bene, dove andiamo?> chiese lui ovviamente non sapendo dove fosse la sede principale.

<è al confine di Manhattan, ma prima dobbiamo passare all'archivio principale che non si trova in sede> affermai prima di guidarlo per le strade vuote.

Dopo una lunga camminata arrivammo davanti ad un grattacielo, non apparteneva tutto ai proprietari ma bensì solo uno studio, il 3000, e io ne conoscevo la posizione esatta dato che al completarsi di ogni addestramento o missione, dovevo fare il resoconto alla signorina Bernando, chissà che fine aveva fatto quella donna.

Prendemmo l'ascensore sotto gli occhi dei pochi dipendenti che c'erano, grazie al cielo nessuno si accorse di chi fossi veramente dato che tutti sapevano chi ero.

<Devi offuscare le fotocamere dell'intero pieno, nessuno deve sapere che siamo passati> ordinai al ragazzo che non appena si aprirono i portoni dell'ascensore fece illuminare i suoi occhi, così come la sua mano che tendendola in avanti mise fuori uso tutte le telecamere, anche quelle nascoste.

Lo guidai fino all'ufficio della signorina Bernando dove era ben custodito l'archivio, erano abbastanza intelligenti da nasconderlo in un semplice edificio e non nella sede per non destare sospetti.

Arrivai davanti alla porta, ricordo che ogni volta che dovevo entrare dovevo dare una parola chiave oppure posizionare la mia mano sullo scanner palmare. Ero stra convinta che avessero cambiato tutte le password, ero solita a curiosare e pensavo fossero consapevoli del fatto che prima o poi sarei tornata, ma stranamente dopo aver appoggiato la mano sullo scanner e pronunciato la parola chiave, la porta si aprí dandomi il benvenuto "benvenuta signorina Connor".
<Cazzo questa non ci voleva, devo criptare il sistema e fare si che non si sappia che siamo passati> dissi entrando preoccupata.
<E come intendi fare?> Chiese Neil.
<Alla vecchi maniera fratello> dissi facendogli l'occhiolino e posizionandomi davanti al monitor della scrivania.
<Ma qui non c'è nessun fascicolo> constatò Neil dopo aver frugato in tutti i cassetti mentre io eliminavo la registrazione di pochi minuti fa.
<Li avranno portati via, ma tenevano sempre delle copie in digitale> affermai prima di avventurarmi all'interno del sistema segreto dell'accademia di cui però non conoscevo ancora il nome.

Aprii il file "Doggh" ovvero il nome dell'accademia, suonava davvero male ecco perché non lo chiamavano mai cosí, ma lì vi erano centinaia di fascicoli in digitale tra cui pure quello di Matt e di.... Holly?
<Neil> chiamai l'attenzione del mio amico che stava facendo la guardia fuori.
<Non avevi detto che Holly non aveva mai fatto parte del Doggh?> Chiesi stranita.
<Si perché?> Chiese avvicinandosi a me e poggiando le mani sullo schienale della sedia sporgendosi in avanti per poi intravedere il documento di Holly.
<Non é possibile> sussurò Neil dopo aver capito di esserci cascato di nuovo, si passò i capelli tra i ricci afro neri.
<Non é colpa tua> dissi passando tutta la cartellina nella mia chiavetta e riponendo il PC come lo avevo trovato
<Avrei dovuto capire che era solo una bugiarda> esclamò lui mentre giocherellava a staccare i petali ad una rosa.
<Forse aveva paura del suo passato, dai capita quando si é addestrati per essere assassini> affermai sedendomi sulla scrivania.
<Sembra di parlare del soldato d'inverno> affermò il ragazzi ricomponendosi.
<Lui... -sospirai- ha avuto brutti momenti con l'Hydra, ma la Doggh non é come loro, é meno... Come dire... Crudele>.
<Ma siete comunque assassini> affermò lui senza tatto, mi vedeva come un assassina anche senza aver mai commesso un omicidio?
<Scusa, non intendevo...>
<No hai ragione, siamo stati tutti addestrati ad uccidere a sangue freddo, abbandonai prima di diventare il loro soldato, ero tra i migliori ma in società tra i peggiori, non ho mai fatto quell'errore e ne vado molto fiera> affermai massacrandomi le unghia.
<Io invece l'ho commesso> sussurò, non mi aspettavo per niente che lui avesse ucciso, non ne é il tipo in realtà.
<Non giudico nessuno per i suoi scheletri nell'armadio> affermai sorridendogli.

Another Me || Peter Parker Место, где живут истории. Откройте их для себя