Capitolo 64

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Stavo beatamente cazzeggiando in camera mia mentre rimuginavo su quello che era successo poco fa con Peter, forse é vero, non riuscirà più a vedermi come la persona che ama. O amava dipende da cosa pensa.

Sentii bussare alla mia porta, non avevo veramente voglia di alzarmi e aprire tanto meno se fosse qualcuno che non volevo vedere.

Mi alzai sbuffante rigorosamente ancora in pigiama per poi aprire quella porta che rivelò dietro di sé una figura possente. Un certo Bucky per intendersi.
<Ciao> dissi disinvolta.
<Quello è il mio tono di voce> disse lui.
<Mi dispiace, non più. Ad ogni modo, hai bisogno di qualcosa?> Chiesi.
<Tuo padre vuole che ti alleni> disse.
<E dovrei allenarmi con te?> Chiesi alzando il sopracciglio.
<Sono l'unico che potrebbe tenerti testa insieme a Steve, ma lui é impegnato> disse.
<Non se ne parla neanche, non combatterò contro un super soldato> disse.
<Mi dispiace, ma se non lo faccio tuo padre mi caccia di casa>
<Puoi tranquillamente dire a mio padre che poteva venirmelo a dire di persona, magari avrei potuto accettare. Chissà> feci spallucce.
<E poi scusa? Hai paura di mio padre?> Chiesi.
<No ho paura di pagare l'affitto, muoviti> disse afferrandomi il braccio con il suo di vibranio made in Wakanda.
<Non puoi obbligarmi> dissi strattonandolo ritirando a me il mio braccio.
<Senti, hai per caso paura che io possa batterti?> Chiesi inarcando le sopracciglia.

Sbuffai prima di avviarmi io stessa in palestra.
<Non se ne parla neanche> dissi sistemandomi al centro della palestra.
<Forse dovrei cambiarmi> dissi accorgendomi di avere dei pantaloni e una maglietta bianca, in poche parole il mio pigiama.
<Potrei distrarti> feci maliziosa.
Lui mi guardò strano.
<Ok che schifo> ritirai subito quello che avevo detto, devo dire che era stato imbarazzante.

<Perfetto, scegliti un arma> disse lui indicandomi l'armeria.

Andai dritta verso l'arco.
<Posa quell'arco, tutto tranne quello> disse.
<Hai paura che ti attraversi il cervello?> Replicai divertita.
<No, ma devi usare qualcosa che non usi mai> disse.
<E a che scopo scusa?>
<Non sempre avrai un arco sotto mano>
Sbuffai prima di osservare ogni singola arma li presente. Optai per una catana, un arma tipica della Cina e anche antica, del mio stile in poche parole.

<Posizione?> Chiese, sembrava uno dei miei maestri all'accademia.

Mi posizionai con un piede dietro all'altro, schiena leggermente inarcata in avanti e con la catana tesa in avanti pronta all'attacco.
<Quando vuoi Ghiacciolo> disse provocandomi.

Di colpo mi gettai su di lui, con l'arma lo colpì, ma non abbastanza veloce dato che con la sua magica mano l'afferrò scaraventandola lontano da me.
<E sei morta> sussurò da qualche centimetro da mio volto.

Mi presi la briga di colpirlo sul ventre, e mentre si piegava in due avvolsi le mie gambe al suo collo per poi gettarlo a terra con uno slancio all'indietro.
<Non dovresti ricordare alla tue vittime che hanno perso, potrebbero rivelarsi più forti di te> dissi.
<Ma tu non sei più forte di me> disse alzandosi e scorcchiandosi il collo.
<Può darsi> dissi recuperando la catana e con un urlo di forza stile anime mi gettai su di lui iniziando a colpirlo, schivava o parava con il suo braccio tutti i colpi e io mi stavo incazzando. Ero tutta sudata ma lui sembrava non essersi sforzato neanche un po', se non potevo battere un soldato che possibilità avevo contro i potenziati o peggio Sicalis.
<Perché non ti arrabbi un po'> disse calmo.
<Sono arrabbiata> strinsi ancora di più il manico della catana.
<Non abbastanza. La rabbia é il tuo punto di forza> disse.
<Beh mi dispiace ma non penso sia così> dissi.
<Lo so perché é anche il mio> sussurò.

Another Me || Peter Parker Where stories live. Discover now