Capitolo 12

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Dopo il mio confronto con Peter ero al settimo cielo, era la prima volta che una persona volesse essermi amica.

Arrivai a casa mi feci un bel piatto di spaghetti. Una volta finito di ingozzarmi come un maiale chiamai mia madre.
<Ciao tesoro, come é andata oggi> chiese lei
<Male ma anche bene> risposi io
<Spiegati meglio>
<In pratica ieri dovevo fare una ricerca con un ragazzo, ma non si presentò ne lì ne alla presentazione del lavoro, così mi arrabbiai tantissimo> senza darle il tempo dire qualcosa ripresi con il mio discorso.
<Nella mensa arrivò il ragazzo di cui ti ho parlato che mi minacciava, ma questa volta sono riuscita a tenergli testa>
<Brava amore, così ti voglio>
<Aspetta non ho finito, poi é arrivato Peter che aveva intenzione di difendermi ma si é beccato uno spintone da parte di Flash, lo stava per picchiare ma l'ho fermato e gli ho tirato un cazzotto in faccia> dissi tutta euforica.
<Ma amore, quante volte ti devo dire che non devi picchiare la gente, non é così che ci si comporta>.
<Se lo meritava però, infatti appena é arrivato il preside ha fatto la vittima>.
<Il preside? Dimmi che non sei andata in presidenza> disse lei alzando la voce, si stava per arrabbiare.
<Mi ha minacciato di sospendermi o addirittura espellermi> dissi abbassando il tono della voce.
<Vedi cosa succede quando ti credi superiore agli altri? Hai sbagliato Hela, sono delusa> disse lui prima di riattaccarmi in faccia non lasciandomi modo di dirle la parte piú importante, ero arrabbiata molto ma allo stesso tempo ero delusa, non mi aspettavo ciò da mia madre, era come cambiata da quando ero partita, sarà stato il lavoro ma avrei voluto almeno dirle che finalmente ho un amico...

Verso le 3 del pomeriggio dopo aver finito di pulire un po' la casa mi arrivò un messaggio da Peter che mi aveva chiesto se mi volevo unire a lui e a Ned che stavano andando a prendere un gelato in centro, accettai, mi serviva una distrazione dopo la chiamata con mia madre.

***

Ero appena arrivata nella gelateria ma dei due nessuna traccia, mi sedetti su uno dei tavoli che stavano all'esterno in attesa del loro arrivo, mandai un messaggio a Ned che mi aveva detto che sarebbero arrivati a momenti.

In lontananza vidi arrivare Flash, ma che palle é dovunque questo ragazzo.
Feci per alzarmi e sfuggire alla sua vista quando lo sentii ricorrermi da dietro, andavo a passo svelto e lui pure, durante il tragitto che stavo intraprendendo con lui alle costole mi attirò in un vicolo cieco dove ormai ero certa di essere fottuta, si stava avvicinando troppo e senza fiatare mi salto sul collo lasciandomi una scia di baci umidi che mi disgustavano, mi teneva bloccate le mani, mi dimenavo alla ricerca di aiuto ma ormai stavo perdendo ogni speranza, poi di colpo mi ricordai delle parole del mio patrigno quando ancora era magnanimo con me "colpisci sempre i punti deboli degli avversari".
Ecco almeno il mio patrigno fu utile a qualcosa infatti mentre Flash ero ancora occupato sul mio collo gli diedi una ginocchiata lì dove non batte il sole costringendolo a mollare la presa e concentrarsi sul dolore che gli avevo provocato lì sotto.
<Ti avevo avvertito, ora non c'è né la preside ne nessun altro qui a impedirmi di riempirti di botte> dissi preparandomi all'attacco.
<Ah davvero, una femmina che si scontra con me? Questa mi mancava> disse preparando i pugni intento a colpirmi, non sapeva però molto brava a combattimento libero, forse una delle migliori, infatti intraprendemmo un vero e proprio combattimento, era uno di quelli semplici da battere.

Poi ad un tratto mi arrivò un colpo dritto sullo stomaco, che mi fece perdere un attimo il controllo, diamine mi stavo trasformando, allorché lasciai che mi colpisse ma non era abbastanza forte infatti sentivo i miei occhi accendersi, Flash se ne accorse infatti iniziò ad indietreggiare.

Strinsi forte gli occhi sentendo un lieve pizzicolio che era il segno che Killer Frost sarebbe sparita per ora.
<Cosa hanno i tuoi occhi?> Disse Flash con tono accusatorio.
<Penso che i colpi di troppo ti abbiano causato le allucinazioni> dissi sfottendolo di brutto.
<Vuoi vedere che ti concio per le feste bastarda> disse avvicinandosi intento ancora a picchiarmi.
Stetti zitta mentre schivavo le sue mosse ripagandolo con il doppio della potenza.
Sembravo la Vedova Nera ordinata su Wish, ma almeno me la cavavo un po'.

D'un tratto sentii un tumore avvicinarsi sempre di piú, guardai in cielo e notai l'armatura di Iron Man fluttuarmi sulla testa, allorché Flash se la diede a gambe levate, io invece rimasi immobile mentre Tony Stark atterrava proprio ad un passo da me.

Uscì dalla sua armatura facendo dei passi in avanti, io invece ero ferma impalata a fissarlo mentre mi guardava dritto negli occhi, non riuscivo a leggere le sue emozioni, sembrava impassibile.
Allorché per rompere il ghiaccio feci una battuta che forse avrei dovuto evitare, ma che volete non riesco a bloccarmi:
<Ancora alla ricerca della tua ex?> Dissi con tono serio, privo di emozioni come il suo sguardo.
<Molto divertente, ma no, le mie ex le ricordo tutte, sono qui per parlarti>
Disse, mi si gelò il sangue nelle vene, e se avesse scoperto chi fossi veramente io?
<Hai un talento naturale, brava a combattere, un intelletto superiore a tutti i tuoi coetanei> disse
<Sembri me> concluse.
Porca puttana sembrava veramente sapesse che sono.
<E quindi che c'è?> Chiesi io facendo finta di non essere minimamente preoccupata.
<Voglio sapere chi sei> disse con tono deciso e fermo, sembrava quasi minacciarmi.
<Mi permetta di ripeterglielo, sono Hela Connor> dissi io.
<Qualcosa in te non mi convince e scoprirò cosa> disse
<Beh allora buon lavoro> risposi.

Da dietro al vicolo arrivarono di corsa Peter e Ned che mi stavano cercando.
<O mio dio> esultò Ned incredulo di chi avesse davanti, Peter gli tirò una gomitata come per farlo stare zitto ma quest'ultimo non ci riusciva per niente e come biasimarlo, aveva davanti uno degli Avengers.

<Ci si vede> disse il miliardario riferendosi a me e a Peter per poi volare via con la sua armatura.

Peter non mi fece domande, il che mi era molto strano ma vabbè.

Andammo a prendere il gelato mente c'era Ned che mi bombardava di domane alle quali risposi con tante bugie, non potevo dirgli come stavano le cose, l'unico preoccupato o almeno sembrava era Peter, aveva una brutta sensazione, lo si capiva da miglia.

Salutammo Ned, Peter si propose di accompagnarmi a casa.
Durante il tragitto non parlammo finché non decise lui di fare il primo passo:
<Perché parlavi con il signor Stark?> Mi chiese, eccoci lo sapevo che mi avrebbe fatto la medesima domanda.
<ha visto che mi stavo picchiando con Flash ed é venuto a controllare>
<Aspetta cosa? Ti sei picchiata con Flash?> Disse lui quasi incredulo.
<Non aveva buone intenzioni Peter> dissi mostrandogli il succhiotto che mia aveva lasciato, per la prima volta nella mia vita aprì bocca con una persona su un argomento del genere, ero fiera di ciò.
<Io giuro che se lo becco lo...> Disse prima che io potessi interromperlo.
<Non farai proprio niente, ha già avuto ciò che si meritava> dissi io appoggiandogli una mano sulla spalla, poi ad un tratto mi strinse a sé, non me l'aspettavo, all'inizio esitai a causa della mia "fobia", se ne accorse pure ma nel momento in cui era intento a staccarsi per la sua insicurezza ricambiai l'abbraccio, per la prima volta dopo anni un abbraccio oltre a quello di mia madre mi era piaciuto.

Ci salutammo ed entrai a casa, ero al settimo cielo per ciò che aveva fatto Peter ma anche molto preoccupata per ciò che potesse scoprire Tony, se scoprisse che ero sua figlia, sarei letteralmente nella merda.

Another Me || Peter Parker Where stories live. Discover now