𝟏𝟐. 𝐏𝐈𝐔̀ 𝐈𝐌𝐁𝐀𝐑𝐀𝐙𝐙𝐀𝐍𝐓𝐄 𝐃𝐄𝐋𝐋𝐀 𝐏𝐑𝐈𝐌𝐀 𝐕𝐎𝐋𝐓𝐀

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Bruce era consapevole del fatto che la sua non fosse stata una grande idea, ma né lui né Dick ne avevano avute di migliori, e il tempo non era stato dalla loro parte. Avevano dovuto agire in fretta, e insieme, cosa che non erano abituati più a fare.

L'avevano portata a casa loro, e avevano parlato giusto il tempo per mettersi d'accordo su quello da raccontarle una volta sveglia.
Quell'idea, anche se pessima, avrebbe funzionato secondo Bruce, perché sapeva che lei non avrebbe fatto domande per paura di rischiare di essere scoperta.
Non aveva detto a nessuno che sarebbe andata a Bowery, e per quello, anche se qualcosa non le fosse tornata, non avrebbe indagato.

Amber si risvegliò dopo quasi trenta minuti, avvolta soltanto dal buio.
Era ancora viva, quello fu il primo pensiero che la sua mente formulò, perché sì, aveva anche pensato al peggio.
Il cellulare le vibrò attraverso la tasca della felpa, proprio sulla pancia, e Amber corrugò la fronte, perché era impossibile, lo aveva scaricato quando... non voleva neanche ripensarci.
Lo prese, notando che la batteria fosse quasi a metà della carica, mentre sullo schermo vi erano una moltitudine di notifiche.
La prima cosa che fece fu visualizzare i messaggi di sua madre.

"Devi dirci qualcosa?
Io e tuo padre siamo usciti e abbiamo incontrato Emma, sappiamo che non sei con lei.
Dove sei e soprattutto con chi?"

Dannazione, pensò, quante possibilità c'erano che s'incontrassero?
Arrivò alla fine dei messaggi senza leggerli neanche tutti, che più o meno dicevano la stessa identica cosa, eccetto l'ultimo, che era stato inviato a distanza di circa un'ora e mezza dal primo.

"Abbiamo risolto da soli, grazie per lo spavento, abbiamo chiamato Bruce... potevi dirci che uscivi con Dick.
Domani parleremo faccia a faccia, signorina."

Lo sguardo di Amber non poteva essere più confuso. Cosa c'entravano Bruce e Dick?
Scosse la testa e passò ai messaggi di Emma, visibilmente arrabbiata con lei per averle mentito... e per essere stata online e non aver visualizzato i suoi messaggi.
«Cosa?» pensò ad alta voce, non era stata online nelle ultime ore e l'ultima volta che lo era stata non c'era stato alcun messaggio da parte sua, se non in quel momento... cosa stava succedendo? Stava forse impazzendo?
In un secondo collegò tutto quanto, il telefono scarico, carico come per magia e il suo essere online quando in realtà sapeva esattamente non essere così... qualcuno aveva invaso la sua privacy e frugato nel suo smartphone, e lei sapeva anche chi, non c'era altra spiegazione, non poteva essere altrimenti.

Si alzò dal letto, furiosa, come avevano potuto e soprattutto per quale motivo? Fece per premere l'interruttore della luce, ma al suo posto vi trovò un muro liscio e freddo. Era buio, sì, ma quella era la sua camera da sempre, e sapeva esattamente dove si trovasse ogni cosa, dall'interruttore della luce ai pomelli dei cassetti.
Sbiancò in meno di un secondo, e la gola le si seccò all'istante quando realizzò di non trovarsi nella sua camera.

Illuminò la stanza con il flash del suo telefono, rivelando un ambiente elegante, raffinato e dai toni scuri, che lei aveva già visto, e non lo stile, ma quella camera, che ricordava perché ci era già stata.
Accese dei piccoli faretti che emanavano una luce calda e non troppo forte, e chiuse gli occhi capendo solo in quel momento il messaggio inviatole da sua madre.
«Non è possibile, non può essere» mormorò a sé stessa.
Possibile che loro avessero letto il messaggio inviatole da sua madre e l'avessero portata lì?
Era assurdo, totalmente assurdo, e non aveva senso, neanche un po', eppure era l'unica spiegazione che la sua mente riusciva a darle.

Qualcuno picchiò piano contro la porta, destandola dai mille pensieri che le si stavano accavallando sempre di più gli uni agli altri, creando nodi che nessuno mai avrebbe potuto sciogliere, forse.
Amber sperò fosse Alfred, ma non appena aprì la porta si ritrovò di fronte uno degli uomini più carismatici di tutta Gotham: Bruce Wayne, che nonostante le due e mezza passate di notte, indossava ancora una camicia elegante e bianca, se pur portata in maniera sbarazzina, con i primi tre bottoni aperti, come se fosse reduce da ore stressanti di lavoro.
Amber sgranò gli occhi.
Cosa avrebbe dovuto dirgli? E soprattutto, come era arrivata lì? Di certo Batman e Robin non avevano bussato alla porta e l'avevano consegnata a mo' di pacco, o magari lo avevano fatto... non poteva saperlo, e questa cosa le creava un certo nervosismo.

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