𝟐𝟔. 𝐄 𝐓𝐔, 𝐂𝐎𝐒𝐀 𝐕𝐄𝐃𝐈 𝐍𝐄𝐋𝐋𝐄 𝐒𝐓𝐄𝐋𝐋𝐄?

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I minuti successivi, trascorsi in assoluto silenzio, furono del tutto privi di imbarazzo. Ad Amber non era mai successo con nessuno, eccetto che con Emma, ma lei la conosceva da una vita.

Dick, invece, aveva gli occhi fissi sul suo profilo, rapiti da quei lineamenti delicati che avrebbe voluto stringere ancora tra le mani e avere a poca distanza dal proprio viso. Sembrava non gli importasse neanche il fatto che avrebbe potuto girarsi da un momento all'altro. «Ti piacciono le stelle?» chiese all'improvviso.

Amber pensò che avesse buttato lì quella domanda giusto per fare conversazione e magari rompere il silenzio, ma non appena incontrò i suoi occhi, vide nella trama scura delle sue iridi una scintilla che non gli aveva mai visto prima. Se ci fossero state luci, avrebbe attribuito la colpa di quel riflesso a loro, ma l'illuminazione in quel posto era del tutto assente.

Gli interessava davvero saperlo.

Un piccolo sorriso, in contrasto con le sopracciglia contratte, le incurvò le labbra. «In città non si vede mai un cielo così bello» ammise, e solo in quel momento si accorse dell'intensità con la quale i suoi occhi la stavano guardando. Poteva sentirli parlare e sussurrare parole che le infiammarono le guance. Di colpo chinò il viso e lo riportò davanti a sé con la speranza che lui non l'avesse notato.
«E poi... spero in una stella cadente» continuò, «Ma non per il desiderio, non credo a quel genere di cose» si affrettò a precisare, alzando un sopracciglio ed enfatizzando il tutto con un gesto del capo, «Solo... non ne ho mai vista una.»

«Sul serio?» fece Dick sgranando gli occhi, sconvolto come se avesse appena sentito qualcosa di assurdo.

Lei serrò le labbra. «Hm-hm» mormorò, «Sai riconoscere le costellazioni?»

«No, l'astronomia non mi ha mai attirato più di tanto.»

A quella risposta, Amber si girò verso di lui, le sopracciglia contratte e un sorriso a fior di labbra. «Qualcosa che non sai fare» lo schernì, facendogli inclinare il viso da un lato.

«Non ne vedo l'utilità» replicò Dick, «E poi se ci pensi, ci sono miliardi di stelle, miliardi di punti che possono essere uniti per formare qualcosa.»

Il sorriso sulle labbra di Amber si accentuò, e con quella nuova consapevolezza fissò di nuovo il cielo. La volta celeste si animò all'improvviso nel riflesso delle sue iridi, e per un istante le sembrò di vedere il volto dei suoi genitori. D'istinto, la mano le finì sulla tasca della giacca in cui aveva il cellulare e ne strinse il tessuto tra le dita. Poi inspirò a fondo, per cercare di arginare l'impulso di tirarlo fuori e chiamarli, e pian pianò abbandonò la presa.
«Quindi...» continuò più per distrarsi, «Secondo il tuo ragionamento ognuno vede qualcosa di diverso.»

«Esatto.»

«E tu?» chiese a quel punto, curiosa, «Tu cosa vedi?»

Dick alzò il viso e Amber lo seguì con lo sguardo. Iniziò a spostare gli occhi da un punto all'altro senza mai fermarsi, come alla ricerca di qualcosa... qualcosa che, evidentemente, non riusciva a trovare. Infine, riabbassò il capo e si fermò a fissare l'orizzonte che si perdeva nell'oscurità di quella notte.

Amber l'affiancò, riducendo quel metro di distanza che li separava fino a farlo scomparire del tutto. Aveva lo sguardo basso e le labbra strette tra i denti, e lottava contro l'indecisione sul dirgli o meno ciò che pensava. E a celarsi sotto quell'esitazione c'era la paura, quella di rovinare tutto, quei piccoli passi che entrambi avevano fatto verso l'altro e che sarebbero potuti scomparire e trasformarsi in niente in una manciata di secondi. Deglutì, «Devi solo...» capire chi sei davvero. Robin... Dick. «Fare chiarezza in te stesso.»

Secondo lei, uno dei due indossava una maschera che non gli apparteneva, uno dei due, si sforzava di essere qualcuno che in realtà non era...

Dick rimase immobile e in silenzio. Quel giorno, per la prima volta in vita sua sembrava essere a corto di parole. Al contrario, pensieri e domande gli vorticavano in testa come un tornado. «Amber, devo...» Dick partì spedito, ma non riuscì a proseguire. Si bloccò, sospirò e per qualche istante mantenne gli occhi chiusi. «Devo chiederti una cosa» disse infine tutto d'un fiato.

𝐍𝐢𝐠𝐡𝐭𝐰𝐢𝐧𝐠Where stories live. Discover now