𝟏𝟓. 𝐃𝐈𝐒𝐂𝐄𝐒𝐀

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Amber si precipitò fuori da quella sala gremita di gente, scese le scale rischiando di inciampare sui gradini e si fermò dopo quattro rampe, lontano dalle persone e da qualsiasi rumore.

Il cuore le batteva a mille, e non per la corsa che aveva appena fatto.
Si accasciò contro una colonna, e la sua schiena rabbrividì contro il marmo freddo che si scontrava con la sua pelle bollente, finché non toccò il pavimento.
Le gambe avevano smesso di sorreggerla, o forse era lei che aveva semplicemente capito di non potercela fare con le sue sole forze.
La mano le tremava, mentre tirava fuori lo smartphone dalla pochette che aveva recuperato nell'area dedicata ai cappotti.

Aveva cercato suo padre dopo quell'evento e aveva finto di sentirsi poco bene per tornare a casa, ma lui era impegnato con potenziali clienti, e con un bacio sulla fronte gli aveva detto di cercare sua madre, o di andare a prendere un po' d'aria fuori.
Se non era riuscita a convincere suo padre, con sua madre non ci aveva neanche provato, sarebbe stata una battaglia persa in partenza.

Nel silenzio, udì un improvviso rumore di passi, erano lontani e potevano appartenere a chiunque, ma Amber si mise in allerta, alzandosi e cercando di capire la direzione di quel rumore.

Si stavano avvicinando, e il suo istinto le disse di muoversi da lì.
Provò ad entrare in una delle stanze, ma con sua sorpresa le porte erano state chiuse a chiave.
Dannazione, pensò.

Dalle telecamere di sorveglianza non fu difficile per Dick capire che qualcosa non andasse.
Quando Alfred, pochi minuti prima, gli aveva chiesto di controllare i video delle telecamere dei corridoi, e ci aveva visto Amber seduta a terra, aveva pensato che non ci fosse niente di strano, e che quello fosse l'ennesimo tentativo di Alfred.
D'altronde lei stessa gli aveva detto di odiare quegli eventi, e non sarebbe stato strano se avesse voluto estraniarsi dal quel mondo almeno per un po'.
Poi però aveva osservato meglio, aveva socchiuso gli occhi e aveva ingrandito l'immagine, e aveva visto la sua mano tremare e il suo viso alzarsi di scatto, come se fosse stata spaventata.

La seguì attraverso le telecamere, c'era qualcosa che non andava in effetti.
Ad avere lasciato il gala, oltre a lei, erano due ragazzi.
Dick li vide scendere le scale proprio dove poco prima era passata Amber, e guardarsi intorno alla ricerca di qualcosa.

Dick abbassò con uno scatto lo schermo del portatile e uscì dalla sua stanza, con la consapevolezza che poteva essere tutto o niente.
Quei ragazzi potevano cercare lei per qualche motivo, o potevano essere semplicemente dei ficcanaso.
Non sarebbe stata la prima volta.

Mentre saliva le scale sentì un urlo strozzato, alzò il viso verso quella direzione e corse.

La scena che gli si presentò davanti gli fece ribollire il sangue nelle vene.
Senza pensarci due volte afferrò per le spalle uno dei ragazzi che teneva bloccata Amber, con il viso tenuto a forza contro il muro, facendolo sbattere con violenza alla parete di fronte, che se non fosse stata di cemento sarebbe di certo ceduta.
Indurì la mascella e si voltò verso l'altro, che lasciò la presa dal collo di Amber per stringere i pugni e avventarsi su di lui per colpirlo, ma le sue mani non lo sfiorarono neanche per sbaglio.
Dick non voleva combattere, se avesse voluto farlo quei due, a quel punto, sarebbero già sul pavimento, incapaci di alzarsi.

«Dav» lo richiamò il fratello, ancora visibilmente stordito da quel colpo.
Scosse la testa in maniera impercettibile e l'altro aprì il pugno, indietreggiando per raggiungerlo.
Se ne andarono guardandosi le spalle, finché i loro volti non scomparvero agli occhi fiammeggianti di Dick, che smise di fissarli solo quando scomparvero dal suo campo visivo.

Per tutto il tempo, Amber non si era mossa da quella posizione, come se dare le spalle a quell'evento avesse potuto in qualche modo non farglielo vivere. Purtroppo non era così, le parole dei due fratelli continuavano a rimbombarle in testa minacciose, nonostante Dick fosse intervenuto prima che la vera minaccia uscisse dalla loro bocca.

𝐍𝐢𝐠𝐡𝐭𝐰𝐢𝐧𝐠Where stories live. Discover now