𝟐. 𝐈𝐋 𝐑𝐈𝐓𝐎𝐑𝐍𝐎

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«Hey» esordì la voce di un uomo, accennando una grassa risata e lanciando alle sue spalle una bottiglia di birra che andò in frantumi non appena incontrò l'asfalto scuro.
«Non sembri di queste parti. Ti sei persa per caso?» chiese avvicinandosi con la voce impastata dall'alcol, infischiandosene dell'espressione terrorizzata sul volto della ragazza.

Amber scosse la testa, «No, grazie... stanno venendo a prendermi» affermò, cercando di sembrare il più calma e decisa possibile, pensando già ad altri modi per uscire da quella situazione che sapeva sarebbe solo potuta peggiorare, non era sciocca. Se da una parte la sua testa le diceva di correre e allontanarsi il più in fretta possibile, l'altra le diceva di non farlo, perché quegli uomini erano quasi certamente armati.

«Magari possiamo farti compagnia mentre aspetti» continuò lo stesso uomo, avvicinandosi di ulteriori passi, e facendo annuire quelli del suo gruppo che fecero versi grotteschi e raccapriccianti in segno di approvazione.

«Sto bene così, grazie. Ora devo proprio andare.» Amber cercò di tagliare corto, si girò e iniziò a camminare a passo svelto, ma non riuscì ad allontanarsi neanche di mezzo metro, che una grossa mano ruvida le arpionò con poca delicatezza il braccio, facendola voltare di scatto, con il terrore a inquinarle gli occhi limpidi. Ritrasse l'arto con quanta più forza aveva, facendosi quasi male, ma non bastò a far staccare quelle dita grezze e sporche.

Ora che l'uomo le era vicino, Amber sentì la puzza di alcol mista ad altri odori ben poco gradevoli arrivarle in maniera prepotente al naso e disgustarla. Erano ubriachi fino al collo, ma nulla che non avesse già capito.

«Non così in fretta, tesoro» sibilò un altro, un individuo dai capelli unti e brizzolati, legati in un codino dietro la testa, iniziando anch'egli ad avvicinarsi.

La ragazza iniziò a dimenarsi, cercando di roteare il braccio per sfuggire a quella presa stretta, ma invano.
Era troppo debole per liberarsi in quel modo, la sua forza non poteva competere con quella di uomini adulti, doveva cambiare tattica se voleva uscirne.
Con il respiro ormai corto e il cuore in gola scalciò, colpendo con quanta più forza aveva nelle parti basse l'uomo che le impediva di fuggire, e quando questo si piegò in due per il dolore, allentando la presa, ne approfittò per scappare.
Iniziò a correre guardandosi le spalle, ma la sua fuga fu breve, perché dopo pochi passi il suo corpo andò a sbattere contro quello di qualcun altro che gli si era piazzato davanti all'improvviso, e che dopo averla acciuffata per i capelli, la spinse fino a farle scontrare il viso contro il muro ruvido e freddo, sporco e umido.

«Bastarda» ringhiò l'uomo, spostando la mano sul suo collo, stringendoglielo e facendola tossire.

Amber poggiò entrambe le mani contro il muro e facendo forza cercò di staccarsi dal cemento grezzo contro il quale il suo intero corpo si trovava, ma i suoi sforzi furono vani, e finirono per peggiorare la situazione in cui si trovava, visto che chiunque la stesse tenendo bloccata intensificò la presa.
Amber urlò terrorizzata, con quanto più fiato aveva in gola, sperando in qualche modo di essere sentita e aiutata, dimenticandosi per un attimo del quartiere in cui si trovava.
Nessuno l'avrebbe aiutata. La gente che frequentava quel posto era abituata a certe situazioni, quella era la normalità di Bowery, e anche se qualcuno le avesse sentite, nessuno avrebbe prestato attenzione a quelle urla disperate, nessuno.

Improvvisamente una mano s'insinuò sotto la sua maglietta bianca e qualcosa di freddo e sottile venne poggiato e premuto contro il suo fianco.

«Urla ancora e ti darò un buon motivo per farlo.»

Amber capì subito di cosa si trattasse, spalancò gli occhi e trattenne il respiro, diventando rigida e incapace di muoversi al solo pensiero.
La vista le si appannò a causa delle lacrime calde che presero a scenderle sul volto, finendo sulle labbra schiuse. Si abbandonò a dei singhiozzi saturi di terrore, che aveva cercato di reprimere fino a quel momento e che presero a fuoriuscirle dalle labbra rosee e carnose, sentendo espandersi su di esse un sapore salato.

𝐍𝐢𝐠𝐡𝐭𝐰𝐢𝐧𝐠Where stories live. Discover now