𝟔. 𝐂𝐄𝐍𝐀

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La madre di Amber, quella sera, dopo averle lisciato i capelli, le aveva consigliato di indossare un elegantissimo blazer dress nero dai bottoni dorati e delle décolleté a punta in pelle nera.
Amber aveva poi completato il look con dei gioielli color oro, un po' di trucco e del rossetto rosso opaco, che come tutti le dicevano, la faceva sembrare più grande.
In effetti il suo viso, dai lineamenti dolci e dalla pelle candida, dimostrava qualche anno in meno, e questo lei lo odiava terribilmente.

«Tesoro sei pronta?» chiese sua madre dal piano inferiore, «Tuo padre ha prenotato per le nove e mezza, sbrigati.»

Amber afferrò una pochette nera, ci mise dentro poche cose, viste le dimensioni ridotte, e raggiunse i suoi.
Suo padre indossava uno smoking nero, abbinato a una camicia bianca, mentre sua madre indossava un tubino lungo fin sotto le ginocchia, di un blu scuro, con dei piccoli riporti lungo i fianchi argentei.

Il River era uno dei ristoranti più lussuosi e in voga di Gotham City.
Aveva una vista sulla città mozzafiato, ben visibile grazie alle ampie vetrate.
Amber, al contrario dei suoi genitori, non ci andava da un po', aveva smesso di uscire con loro da diversi anni ormai, ma quel giorno non aveva voglia di rimanere in casa da sola, e così aveva accettato di unirsi ai suoi.

L'ambiente era proprio come ricordava, non che fosse cambiato.
I lampadari in cristallo, che pendevano dal soffitto, emanavano una luce calda e non troppo forte, creando un'atmosfera soave e molto piacevole.
Erano appena entrati, e non avevano ancora fatto in tempo ad avvisare la ragazza alla reception, che alle loro spalle qualcuno esordì chiamando per nome e cognome suo padre.

Amber alzò lo sguardo per incontrare quello di un uomo che da quelle parti conoscevano tutti: Bruce Wayne.

«Bruce» esclamò suo padre con un enorme sorriso, alzandosi e stringendolo in un abbraccio, sotto lo sguardo confuso di sua figlia.

«Chi si rivede, sono passati secoli, come stai?»

«Sette... forse otto anni» scherzò Steve con un sorriso.

«Ester» Bruce saluto anche lei con un abbraccio, «Non sei cambiata affatto» si complimentò.

«Lei è Miranda, un'amica.»
Bruce presentò la ragazza che stava al suo fianco, stretta in un lungo tubino di raso verde scuro, che risaltava sulla sua carnagione chiarissima.
La ragazza sfoderò un sorriso perfetto, con la bocca arricchita da uno strato di rossetto rosso, e si portò una ciocca di capelli rossa sul davanti.

«È un vero piacere» disse.
Persino la sua voce era armoniosa.

«Amber» suo padre le poggiò una mano dietro la schiena, «Posso presentarti Bruce Wayne?»

Amber abbozzò un sorriso, per nulla sicuro come quello della donna che accompagnava quest'ultimo.
«È un piacere.»

«Il piacere è mio» replicò lui. «Sai ti ho tenuta in braccio al tuo battesimo» rise, facendo crucciare leggermente la fronte ad Amber.

«Davvero?» disse sorpresa, «Nelle foto non...»

«Non ci sono...» completò lui, «Sono stato poco, ricordo che quel giorno avevo un aereo da prendere» si giustificò, poi si girò verso Steve, «Non le hai mai parlato di me?» finse di esserne dispiaciuto, «Io e tuo padre andavamo a scuola insieme quando frequentavamo le superiori» le spiegò, tornando con lo sguardo su di lei.

Amber scosse la testa, «Non sapevo neanche vi conosceste.»

«Ah Steve, cos'è, non vuoi che tua figlia scopra le marachelle che combinavi da adolescente?»

𝐍𝐢𝐠𝐡𝐭𝐰𝐢𝐧𝐠Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora