𝟐𝟏. 𝐋'𝐔𝐃𝐈𝐄𝐍𝐙𝐀

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Bruce Wayne conosceva il cavaliere oscuro e il ragazzo meraviglia? E sapeva anche chi si nascondesse sotto quelle maschere?
Amber non riusciva a pensare ad altro, e se avesse potuto, quel giorno, sarebbe andata a casa Wayne per chiederglielo di persona.
Gli occhi difficilmente mentivano, e lei voleva guardarlo dritto in quelle iridi scure, mentre quella domanda gli arrivava coma una tempesta in piena estate, inaspettata.
E non le importava la risposta, perché sapeva, che non sarebbe stata veritiera, quasi sicuramente, ma la reazione che ne sarebbe scaturita.

Voleva sapere, ma soprattutto voleva avere ragione, perché se così fosse stato, avrebbe risolto molti dei misteri su Dick, come le sue risposte ambigue, ma soprattutto, avrebbe avuto la certezza del suo non coinvolgimento in affari loschi. Perché Batman e Robin si battevano per il bene di Gotham e delle sue persone, e se qualcuno li conosceva, allora non poteva che essere dei buoni.
E poi Bruce Wayne era un uomo influente e doveva sicuramente avere conoscenze importanti. Non si sarebbe di certo meravigliata se tra queste ci fossero stati anche i due vigilanti.

Non ne aveva ancora parlato con Emma, voleva prima esserne sicura, perché sapeva, che la sua migliore amica in caso di risposta negativa, avrebbe fatto di tutto per allontanarli. Ma non l'incolpava per quello, lei avrebbe fatto lo stesso.

Per qualche ragione gli era difficile lasciarlo andare.
Da quando l'aveva incontrato, le erano successe tante cose, e altrettante ne aveva pensate, ma la verità, era che quando si trovava con lui stava bene, e il resto, in quei momenti, non contava più.
C'era soltanto lui, il suo sorriso e quegli occhi color nocciola, che avevano il potere di farla sciogliere ogni volta che si fondevano con i suoi.
Il modo in cui le parlava, con quella voce armoniosa che avrebbe passato ore ad ascoltare, e che più di una volta l'aveva rassicurata.
Il suo carattere, gentile e premuroso, perché, nonostante tutte le cose negative che aveva pensato e ipotizzato fino a quel momento, la verità era che lui l'aveva aiutata, sempre, qualsiasi fosse il problema o minaccia.
E poi il modo in cui l'aveva sempre protetta, il fatto che le avesse scritto in piena notte dopo essersi assicurato di non svegliarla, e che si fosse presentato a casa sua per vederla senza preavviso... e con una scusa.
Il modo in cui la faceva sentire, senza neanche volerlo, era qualcosa che non sapeva spiegare bene a parole, ma era facile da vedere attraverso i suoi occhi. Sorridevano, come neanche le labbra più belle e perfette al mondo sarebbero state capaci di fare, e le iridi azzurre assumevano sfumature più vivide e chiare.
Le era difficile lasciarlo andare, era vero, ma per quanto avrebbe potuto esserlo, poteva farlo, se voleva, ma il punto era proprio quello. Lei non voleva lasciarlo andare.

La mattina era trascorsa in maniera lenta per Amber, al contrario di suo padre, che aveva staccato gli occhi dallo schermo del pc solamente il tempo di pranzare.
Non lo aveva mai visto così nervoso prima di un'udienza, e ancora non sapevano che questa, sarebbe slittata di ore e senza alcun preavviso.

Il tribunale di Gotham era un edificio che sorgeva nel centro della città, ed era un immenso palazzo dallo stile classico e raffinato.
Al suo interno, prevalevano colori caldi: un effetto tamponato, rosa salmone e poco saturo per le pareti, del pregiato mogano per le sedute, i banchi, e le porte delle aule, e un pavimento semi lucido, formato da piastrelle quadrate e piccole color avorio, che odorava quasi sempre di igienizzante.

Non era la prima volta che Amber vi metteva piede, ma era la prima volta che vi assisteva a un'udienza.
Suo padre, aveva varcato l'ingresso di quell'imponente edificio a testa alta e senza alcun tentennamento.
Tutti i dubbi che gli aveva letto in viso quella mattina, erano improvvisamente spariti, e sembrava non ne avesse mai avuti, ma Amber sapeva, che sotto quel volto dall'espressione sicura e autoritaria, si nascondevano mille paure e ansie legate a quel caso.
Aron Xeli era uno dei criminali più pericolosi e ricercati di Gotham, tuttavia, non esistevano prove che lo collegassero a niente, nessun crimine o reato, e in particolare, degli esperimenti che in passato, aveva condotto insieme al dottor Crane.
Erano sempre state solo e soltanto voci, almeno fino a quel momento, quando qualcuno, a seguito della notizia dell'arresto, aveva deciso di farsi avanti.

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