CAPOBRANCO

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Buon lunedì miei lettori!

Il tanto atteso incontro con Tom Riddle🐍

Buona lettura💚

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Ero un bambino problematico e di conseguenza nessuno voleva giocare con me, così io mi divertivo a rubargli oggetti e a sbucciargli le ginocchia.
Direi che questo non ti ha aiutato a farti
degli amici però.
•In realtà, nel corso del tempo,
ho legato con qualcuno.
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Durante la notte tutto è più amplificato.
I suoni donati dal silenzio.
Le emozioni, buie quanto il cielo.
Se non sai sostenere la notte, lei ti abbraccia.
Ti stritola, odiandola, aspettando la luce del sole per ritornare a far finta che la notte non ti faccia paura.

C'è chi semplicemente dorme, sogna, uno di quei sogni che ti rendono felice e che vorresti fossero reali.
La notte invece non è mai stata una mia amica.
Era come una di quelle bambine dispettose in cui, mentre ti fai i fatti tuoi, continua a tirarti i capelli.
Ecco, lei mi svegliava tirandomeli provocandomi l'insonnia.
Provocandomi brutti sogni.
Sogni che sembravano reali; forse lo erano.
La notte era un'amica, una di quelle amiche vipere, velenose come serpenti e io che in realtà amavo la luna, le stelle, leggere di notte, ero una preda facile.

Iniziai a delirare come se del veleno di serpente si facesse strada nel mio sangue.
Andai in cucina, presi il calderone con due mani e versai la pozione fatta con Draco nel lavello pulendo non so con quanta schiuma e scavando come se quel calderone potesse diventare trasparente.
Lo lasciai lì, pieno di sapone mentre l'acqua scorreva per prendere la bottiglia vuota e il calice che avevano toccato le mie labbra e quelle di Draco, dove ancora forse vi era impresso qualcosa di intimo tra me e lui.
Cercai di lavarli, proprio dentro il calderone che a causa della continua acqua si era riempito, come la mia frustrazione, ma poi una rabbia repressa portò le mie mani e voler spaccare quel vetro che tanto mi ricordasse dell'errore commesso questa notte.

"Sei un errore."
È vero.
Noi lo siamo, insieme.

Iniziai a piangere poggiando la mia fronte sul mobiletto sopra la mia testa mentre l'acqua bollente riscaldava le mie mani.
In quell'attimo tanti pensieri sfuggirono dalla mia mente che cercavano sempre il giusto controllo, come acqua, bollente, tanto da scottarmi da sola.

Vai da lui.
Smaterializzati a Villa Malfoy.
Gli parli.
Lo supplichi di perdonarti.
Piangi.
Gli parli di tutto quel veleno che ti circonda.
E per cosa? Per avvelenare anche lui?
Più di quanto già non lo sia?
Magari gli dici di amarti e nel pomeriggio ti farai odiare?

Io sono Helena ma sono anche Lilith.
Non ho scelta.
Ho già fatto la mia scelta, prima che Draco rientrasse nella mia vita, forse per rabbia, forse per tenermi impegnata ma in realtà è l'unico modo per stare vicino a Tom e ci sono cose che vanno fatte per cercare di vincere.
Devo avvelenarmi, da sola.

Spensi l'acqua che scorreva dal rubinetto e le lacrime che scendevano dai miei occhi.
Presi la bacchetta che stava poggiata sul tavolo e pronunciai l'incantesimo di pulitura, riparando il calice e la bottiglia.

Se io non tocco Draco, se non lo faccio entrare nel mio spazio, non lo romperai perché sei fatta così..
Qualsiasi cosa tocchi lo rompi.

"Controlla le tue emozioni."
Si Severus, tu mi conosci, tu sai e i tuoi consigli devono essere come antidoto al mio veleno.

Con la bacchetta in mano aprii la porta del sotterraneo, entrai dopo nel pensatoio e, indossando il medaglione di Tom, usai la mia Occlumanzia quella che Narcissa mi aveva insegnato a usare, non Severus.
Lei, l'Occlumante più potente del mondo magico.
Quando la guerra iniziò, feci finta di farmi insegnare da Severus, in realtà mi servisse qualcuno che potesse capire i miei errori, che potesse guidarmi, per non impazzire.
"Sei estremamente veloce nell'apprendere."
Diceva sempre.
Ovvio, io già sapevo come fare.

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