ANGELO

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Buon giovedì miei lettori!

Chi sarà questo angelo?👀

Buona lettura!🤍

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Nella vita si sbaglia e si perdona.

Questo non vale per me, però.

Non mi hai mai chiesto di volere il perdono. Ad ogni modo, il tuo gesto è imperdonabile.

•Infatti io non voglio il tuo perdono.

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Dopo quel lungo pomeriggio, tornai al Cottage, insieme a Draco.

Non sapevo dire se Sirius e Remus avessero capito la mia posizione o quella di Draco.
Non sapevo se avevano capito quanto lui avesse fatto per noi, anche perché..
Fino ad allora, non l'avevo capito nemmeno io.
Me ne resi conto quando lo dissi ad alta voce, quando cercai di difenderlo di fronte a persone che non potevano capirlo.
Lo avevo difeso agli occhi degli altri, giustificandolo, come avevo sempre fatto in passato.

Se il litigio si svolgeva tra me e lui, lo ferivo, gli urlavo contro, perché sapevo che tutto si sarebbe contenuto tra me e lui ma quando qualcun altro provava ad attaccarlo, non riuscivo ad annuire.
Volevo che gli altri vedessero cosa Draco fosse davvero.
Io lo sapevo, l'avevo solo perso di vista qualche volta, ma sapevo chi lui fosse.
Mi premeva che lo sapessero anche gli altri, ma se non lo avessero accettato, dovevano capire che io l'avevo già fatto molto prima di loro.
E niente poteva farmi cambiare idea.

Prima di smaterlizzarci Kreacher piombò al pub informandomi del fatto che Regulus si trovava a Grimmauld Place per guarire i feriti e che non aveva bisogno di me, voleva che io riposassi e per quella volta lo avrei ascoltato perché ero davvero esausta.
Credo che avessi ancora qualche linea di febbre o forse dallo sforzo mi era tornata.

Avevo incontrato mio padre e Vinda ascoltando la loro storia e nel pomeriggio era stata smontata dal fratello di Albus, persona di cui mi fidavo.
Avrei creduto a lui, sempre.
Non potevo non farlo.
Quella era la verità, era la mia di storia a essere incompleta.

Arrivammo dentro casa mentre il tramonto stava dando largo spazio alla sera.
Draco tolse il suo cappotto appendendolo sull'appendiabiti e sistemò le maniche del suo maglione nero.
Quando i miei occhi smisero di guardarlo, imbambolata come al solito, mi diressi nella
mia stanza per prendere l'intimo pulito e dei vestiti comodi.

Guardare la mia tuta e il sangue di Theodore mi ricordò cosa stavo per compiere.
Lo avrei ucciso e in questo momento una famiglia starebbe piangendo la morte del figlio, a soli 24 anni.
A causa mia.
Di quel nome che i bambini urlavano sentendo quell'allarme.
L'indomani il mio nome sarebbe stato presente in prima pagina e Cedric, ricordandomi che non ero un'assassina come Tom e che potevo perdonare, mi ha riportata con i piedi per terra.

Chiusi il cassetto dove tenevo gli indumenti comodi e mi rimisi dritta.
Oltre le scarpe di Draco a ticchettare sul pavimento, sapevo che lui fosse a pochi centimetri da me per il suo profumo.
Alzai il capo per guardarlo in viso e lui, senza che io potessi aspettarmelo, avvicinò le sue labbra sulla mia fronte, tenendole ferme lì per un po'.

In quei pochi secondi smisi di respirare, penso che anche lui se ne accorse.
I miei occhi fissarono la sua catenina d'argento che penzolava attorno al collo e il suo profumo entrò dentro le mie narici, nonostante il raffreddore.

POWERWhere stories live. Discover now