LUNA PIENA

2.3K 160 219
                                    

Buon giovedì miei lettori!

Come vi ho scritto nel capitolo precedente, questo è uno dei capitoli che tengo nel cuore.

Buona lettura!🌕

—————————————-
•Fin da piccolo ho sempre cercato di isolarmi e a dire il vero, non c'era nessuno che volesse stare con me.
Di conseguenza gli davo il tormento, fino a che smisero di isolarmi perché ero un bambino strano ma iniziarono a isolarmi perché avevano paura.
•E cosa ci hai guadagnato in questo modo? Solo eri e solo sei rimasto.
•È vero, ma dopo un po', a causa del mio atteggiamento, attirai l'attenzione di una bambina.
—————————————-

Il sotterraneo era un luogo dove evadere.
Le creature magiche erano sempre felici.
A loro bastava il giusto habitat, la giusta compagnia e tanto cibo.
Amavo ognuno di loro e a molti avevo anche dato dei nomi.
Quando li andavo a trovare, non avevo bisogno che mi parlassero, molti non ne avevano la capacità, per lo più producevano suoni, ma quando li guardavo sapevano trasmettere con gli occhi la loro felicità nel vedermi.
Spesso entravo in un habitat, mi sedevo con loro, per terra e giocavamo insieme tra un boccone e un altro.
Quel luogo mi serviva per evadere anche se spesso, la stanza del pensatoio, mi riportava alla realtà.

Quello che non mi sembrava reale?
Che Draco stesse scendendo le scale con me per dirigerci nei sotterranei.

Le nostre scarpe poggiate sulle scale di ferro rimbombarono su tutta la stanza e gli animali, capendo che stessi scendendo per andarli a trovare, iniziarono a fare versi di ogni tipo; ovviamente cambiava in base alla creatura.
-"Fanno un po' di baccano, lo so." mi voltai alla mia destra, verso Draco ma quando mettemmo piede sull'ultimo gradino e le creature ebbero ampia visione di chi stesse scendendo, rimasero zitti e immobili.
-"Quando ci sono estranei si ammutoliscono."
Lui ammirò l'intera stanza -"Infatti ricordo che c'era silenzio l'ultima volta che venni qui sotto."
Feci qualche passo avanti incitandolo a seguirmi -"Solitamente però fanno baccano e devo pregarli di fare silenzio ma se ti conosceranno si abitueranno a te."

Sentivo solo i piccoli passi delle scarpe eleganti di Draco e vedevo gli occhi puntati di tutte le mie creature su di lui, così mi voltai a guardarlo per capire cosa ne pensasse -"Da chi vuoi iniziare?" mi dovetti trattenere dal ridere.
-"Ness-uno?" rispose con sarcasmo.
-"Dai, mangiamorte, non avere paura. Sei con me no?" feci spallucce per poi avvicinarmi verso la gabbia del Tuono Alato.
-"Infatti la scorsa volta quei cani tigre non erano pronti per uccidermi."
-"Sei vivo?" lo squadrai da capo a piedi  
-"Sembra di si quindi.. neanche oggi morirai. E poi i Nundu sono.. diversi."

Loro fanno a guardia e c'è un motivo per il quale si trovino davanti il pensatoio.

Il Tuono Alato aveva le zampe poggiate su una rasta di ferro e ci fissava con occhi di falco.
Stare nella sua tana, significava stare dentro una nuvola.
Il pavimento non era visibile, era ricoperto interamente dalle sue piume bianche, soffici e gigantesche.
Perdeva al giorno una quantità enorme di piume per poi ricrescere un secondo dopo.
Le sue piume erano preziose per me, per cambiare aspetto, e adesso che il "piccolo" era affiancato dalla madre, ne avevamo in quantità; anche se il lavoro di pulitura delle piume giornaliero era aumentato.
Madre e figlio stavano sulla rasta di ferro solo quando stavano in difesa o in attacco, solitamente dormivano, mangiavano e si sedevano sulle loro stesse piume.
Sembrava di stare sulle nuvole insieme a due angeli; vedremo se saranno tali anche con Draco.

-"Lui è Eros." indicai il figlio -"E la madre invece l'ho chiamata Feather che significa piuma."
Draco continuava a guardare la tana con ammirazione -"Ti occupi tu di tutto questo? Di pulire?"
-"Si, ma con un colpo di bacchetta le piume ritornano bianche come il latte." allungai la mano verso un cestello impernato al muro; ogni creatura ne aveva uno a disposizione per il proprio mangime.

POWERWhere stories live. Discover now