UOMINI

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Buon lunedì miei lettori!

Ma in tutto questo, secondo voi,
Gellert Grindelwald sta bello calmo ad aspettare le elezioni?🤔

Buona lettura!🤍

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Gli uomini.
Ne ho conosciuti diversi nella mia vita.
Tutti hanno lasciato il segno.
Chi c'è ancora. Chi è scomparso. Chi è morto.

Alcuni mi hanno aiutata a credere in me.
Altri mi stanno distruggendo.

Oggi, uno di loro, si è aggiunto alla lista.
In realtà... era già presente.
Ma io avevo preso una penna e avevo sbarrato il suo nome.
Adesso, però, avrei voluto che avessi usato una matita.
Nulla di indelebile.

-"Helena... oh, oddio Helena..."

Sentii la voce di Queenie, una volta tornata nella mia stanza, a Nurmengard, mi voltai per guardarla. Sembrava preoccupata e meno radiosa del solito.

-"Speravo di trovarti qui."
Ci incontrammo a metà strada -"Che succede?" chiesi.
-"Devi venire subito nel sotterraneo. Devi... devi vedere una cosa."
-"Cosa?"
-"Helena non c'è tempo..." fece una pausa -"Gli hai lasciato troppo tempo."

Non ci voglio vedere.

-"Credici Helena. Ma ho bisogno che ci sia anche tu. Dobbiamo capire cosa fare."
Queenie sentiva sempre i miei pensieri assordanti.
-"Si. Andiamo subito." mi attivai, come se avessi ripreso conoscenza.

Quello che temevo stava succedendo.
Io e Queenie nascoste a guardare mio padre che sgozza il Qilin.
Lo soggioga.
Esso si inchina a lui a suo piacimento.
E senza che nessuno se ne accorga, perché pensa che io non ci sia, lo rimette in gabbia insieme alle altre creature.

Faceva finta di aver paura di esse, così che io non potessi mai pensare che si sarebbe avvicinato a loro, prima o poi

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Faceva finta di aver paura di esse, così che io non potessi mai pensare che si sarebbe avvicinato a loro, prima o poi.
Ma io e Queenie lo tenevamo d'occhio.
Aspettavamo questo suo passo, prima o poi.
E aveva scelto di farlo il più tardi possibile.
Forse perché così io avrei avuto poco tempo per accorgermene, perché a breve ci sarebbero state le elezioni.
O forse perché voleva che io mi fidassi di lui.
Che lo volessi bene. Tanto da perdonarlo se avessi scoperto una cosa del genere.

Ma mio padre non mi conosceva e non sapeva che se ti voglio bene, se mi fido, e mi fai un torto, mi comporterò anche peggio.

-"Cosa faremo adesso?" bisbigliò Queenie dietro una fredda e possente colonna.
Le guardai gli occhi chiari, impauriti e schifati da quella scena. Io non avevo neanche più lacrime.
-"Sai bene cosa faremo."
-"Hai..." la voce della donna tremolava -"Hai tutto sotto controllo?" forse voleva piangere
-"Quella piazza sarà piena di civili... io..."
-"Queenie. Jacob non verrà toccato. Ok? Ho tutto sotto controllo." parlavo con determinazione e rabbia.

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