Speciale Natale

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Mio padre sta camminando lungo la sala grande. Che ci fa uno degli Uffici Misteri ad Hogwarts? Si chiederanno. Niente. Semplicemente sta nevicando e il signore con il cappotto nero e scarpe eleganti non ha intenzione di farmi prendere l'Hogwarts Express per tornare al cottage per le vacanze.

Questa mattina aveva mandato una lettera con scritto: Silente già sa che verrò a prenderti. Non muoverti da lì, ci smaterializzeremo. Dillo anche a Nash.

Ad Hogwarts non si ci può smaterializzare ma sembrava che Albus fosse sempre accondiscendete con la mia famiglia.

Non a caso io e Nash venivamo chiamati i raccomandati. O i figli di papà. O a volte mangiamorte, o anche assassini.

Dicevano tante cose sulla nostra famiglia.

Secondo gli altri, mio padre faceva un lavoro strano essendo che faceva parte del dipartimento degli Uffici Misteri.
Di conseguenza ero strana anch'io.

Mio padre non mi ha mai parlato del marchio che porta sul braccio, ma gli altri hanno avuto modo di farmelo sapere, e non nei migliori dei modi.

Spesso trovavo la parola "mangiamorte" scritta alla lavagna, o in qualche vecchio articolo di giornale che parlava della mia famiglia, o su qualche bigliettino scritto e lasciato sul mio letto.

Stesso trattamento veniva riservato a Nash a causa di suo padre. Regulus portava lo stesso marchio e, tramite ricerche che io e Nash facemmo, scoprimmo che lui divenne un membro di quella "banda" in giovane età.
Mio padre invece si presume anni dopo, insieme a mio nonno Lucius.
Mi chiesi perché.
Perché in diversi periodi della vita?
Mi chiesi quanto fosse importante la figura di quel Tom Riddle nella vita della mia famiglia.
Ma avevo capito che tutto partiva da lui, anche se nessuno me ne parlava.

Quello che però avevo intuito è che la mamma era il filo conduttore di tutta quella storia.

«La mamma?» chiesi a mio padre dopo che mi aveva dato un bacio in testa, cercando di non dare peso al chiacchiericcio degli studenti.
Aspettò un po' prima di rispondere, ciò significava che la risposta non mi sarebbe piaciuta «È dovuta andare in Germania questa mattina.»
«Cosa?!» sbarrai gli occhi «Perché? Quando torna? Stanotte è Natale.»
Sospirò, forte «Non lo so... ma sono sicuro che farà di tutto per esserci.»

Mamma, giorni prima, mi aveva scritto che non vedeva l'ora di preparare una torta insieme durante la vigilia di Natale, ma come al solito, non riusciva mai a esserci.
Aveva scritto: ti prometto che passeremo tanto tempo insieme.
Puntualmente lei aveva tanto da fare, e non riusciva mai a mantenere le promesse.

«Papà non c'è neanche?» chiese Nash.
«Tuo padre è già al cottage, non è in servizio.»
«E perché mamma si?» non lo chiesi con tono malinconico, ma ero proprio arrabbiata.

Odiavo il suo lavoro. Odiavo non poter passare del tempo con lei quelle poche volte che non ero ad Hogwarts, e odiavo di avere la paura di perderla ogni volta che si trovava in missione.

Mi chiedevo se papà avesse la stessa paura.

Quest'ultimo si sedette accanto a me, sul banco della sala grande dei serpeverde. Toccava quel legno come se gli mancasse ogni angolo di quella scuola.

«Lo sai che tua madre ha responsabilità ben diverse rispetto quelle di Regulus. Sai che mamma si occupa anche del ministero tedes...»
Lo interruppi «Vorrei che non facesse nulla. È ricca, può evitare di lavorare.»
«Non sarebbe più tua madre.» cercò di sorridere «E lo sai anche tu. Dici così perché... vuoi stare con lei. Lo capisco.» mi diede un altro bacio sulla fronte «Ma... lei non mantiene spesso le promesse, ma non le infrange sempre tutte.» si alzò e porse la sua mano «Ora andiamo...»

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