BUCO NERO

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Buon lunedì miei lettori!

Di sicuro preferivamo la Luna piena, ma oggi ci toccherà anche il buco nero.

Buona lettura!🤍

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•Lei era più grande di me di un anno e scoprii che avevamo molte cose in comune.
Sapeva parlare con i serpenti, come me.
•Sai il serpentese?
•Certo, sono l'erede di Salazar Serpeverde.
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Un giorno Draco mi chiese:
"Cureresti anche Tom?"
E io risposi:
"Si, se fosse necessario."

Quella notte lo salutai, con l'amaro in bocca, come se avessi bevuto del Whisky.
Dissi lui la verità:
"Devo andare da Severus, Tom ha bisogno di Lilith."
Me lo lasciai alle spalle come il Sole saluta la Luna una volta che tramonta.
Riportai i Mooncalf nei sotterranei e mi preparai per essere Lilith.

Severus mi disse:
"Non truccarti, non usare vestiti, vieni con una vestaglia. Deve sembrare che ti abbia svegliata nel cuore della notte e capendo la gravità della cosa, in fretta e furia, sei venuta a casa mia."
E così feci.

Bevvi la pozione già pronta grazie alle scorte e con la bacchetta cambiai aspetto.
Pettinai i capelli e feci una coda alta.
Lavai la faccia, di nuovo i denti e misi solo un po' di correttore.
Indossai una camicia da notte di seta di colore nero e poi una vestaglia dello stesso colore a manica lunga che mi copriva anche le gambe.
La chiusi grazie al suo elastico di seta e per ultimo indossai la mia collana con il ciondolo a mezzaluna.
Era come un portafortuna per me.
Un gesto scaramantico quanto stupido.
Mi aggrappavo all'unica cosa che mi facesse sperare che lui non mi avrebbe toccata, mai.

Uscii dal bagno, mentre Severus mi aspettava nel salotto e mi indirizzai verso la mia stanza per prendere la solita cassettina di legno che Lilith teneva sempre tra le mani.
Essa aveva più scomparti, come una matrioska e le pozioni che avevo preparato erano innumerevoli.
Lilith doveva sembrare una strega dalle mille risorse, pronta ad ogni evenienza.
Nell'ultimo scomparto avevo inserito la bacchetta gemella di Tom e capii che quella notte avrei dovuto usarla.

La richiusi e mi catapultai nel salotto
-"Possiamo andare." annunciai, guardando Severus con affanno per la velocità ma anche per la preoccupazione.
-"Hai fatto pratica con quella bacchetta?" chiese, indicando la cassettina.
-"Si, in queste due settimane." risposi mentre lui allungò il braccio e io lo strinsi, portandoci a casa di Severus.

Quest'ultimo si diresse verso la cucina e lì trovai Tom seduto su una sedia con la testa all'indietro, le braccia poggiate sullo schienale e la camicia sbottonata.
Aveva tagli, profondi, sull'addome e il petto; di sicuro si trattava dell'Apyradomàrsi, come se Gregorovich l'avesse frustato.
Pensandoci, era davvero esilarante il fatto che io stessa avevo evocato contro di lui quell'incantesimo un mese prima e adesso, invece, avrei dovuto curarlo.

Poggiai la cassettina sul tavolo e lui alzò un po' la testa -"Tom." feci un cenno.
-"Lilith." lo fece a me accompagnandolo con un sorrisino -"Mi dispiace averti svegliata." disse con sarcasmo.
-"Dispiace anche a me." con una mano trascinai la sedia di fronte a lui e mi sedetti, controllando le ferite -"Oltre me, di notte, dai fastidio ad altra gente, a quanto vedo." alzai le sopracciglia per poi aprire la cassettina.
-"Mi annoiavo." rispose e con la coda dell'occhio notai che stava mirando ogni punto della mia figura, sopratutto la mia gamba, scoperta a causa dell'apertura della vestaglia.

Vediamo se con la tua bacchetta gemella riesco a distrarti.

Poggiai sul tavolo i vari scomparti di legno contenenti le boccette per le diverse pozioni, come matrioske, per poi arrivare all'ultimo.
Con l'indice e il pollice toccai la bacchetta per sfilarla dal suo posto e per la prima volta notai gli occhi di Tom interessarsi a qualcosa.
Non per farti credere che lo sia.
Non per tenerti incollata a lui o per suoi doppi scopi.
Questa volta, io lo colsi di sorpresa ma ovviamente, avrei dovuto fare finta di niente.

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