EGOISTA

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Buon giovedì miei lettori!

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Buona lettura!🤍

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•Io... non sono come te. Tom smettila.

•Non sei me, ma sei collegata a me.

Non sei stanca di avere un lavoro normale? Ti hanno anche affidato un compito che riguarda me e non sei neanche a metà dell'opera.

Non mi puoi sconfiggere, come io non posso farlo con te e, fino a quando ci faremo guerra, saremo sempre infelici perché... il destino è questo.
Ci porta sempre a collegarci ma mai a distruggerci.

Alleati con me e cerca di persuadermi a essere una persona migliore. Forse potresti riuscirci, non puoi saperlo.
Vammi contro e io non smetterò mai di darti il tormento.
Lo sai che se non ho quello che voglio, me lo prendo con la forza.

Ma questa volta, fai la scelta giusta.

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Cammino per la strada e guardo le mie piccole scarpette di colore panna.
Tengo la grande mano di un uomo. La mia al confronto è minuscola.

-"Oggi ti porterò in un parco giochi."
-"Davvero, papà?"
-"Si."
-"E perché Damie non è venuta?"
-"È rimasta alla villa con la zia."

Arriviamo davanti a un cancello di ferro.
È alto, così alto che devo alzare il capo per poterlo ammirare.
È abbellito da una scritta ma sono troppo piccola per capire cosa ci sia scritto.

Una signora con capelli biondi e raccolti, si appresta ad aprirci il cancello e, senza lasciare la mano di mio padre, le mie scarpette panna toccano i ciottoli del sentiero.

-"Salve signor Grindelwald, è davvero un piacere che lei voglia conoscere meglio Tom.
È il bambino più riservato presente in questo orfanotrofio e non le nego che spesso mi crea problemi."
-"Ci appresteremo a risolverli allora." guardo mio padre sorridere -"Dove si trova adesso?" chiede.

La donna indica una panchina sul lato destro.
Un bambino con capelli scuri lancia delle pietra sul terreno, da solo, mentre altri bambini giocano tutti insieme più in là.

Mio padre ringrazia e congeda la donna.
Si abbassa per stare alla mia altezza e mi accarezza i capelli -"Vuoi fare amicizia?"
Riguardo quel bambino -"Mmm no... non mi piace giocare con i maschi." dico con il broncio.
-"E perché mai?" sporge il viso verso il mio per far si che lo guardi.

Mio padre ha i capelli biondi cenere, e il suo occhio color ghiaccio mi fa sempre pensare che sia un super eroe.
L'ho visto spesso fare anche magie e mi dice sempre che io sono la sua Alice e che lui è il mio cappellaio matto, come il cartone che più preferisco.

A me piace giocare con lui, anche se è maschio, ma con i bambini no.

-"All'asilo un bambino mi faceva male e io non voglio giocare con loro." rispondo.
-"Questo perché non eri con papà."

Mio papà mi aveva detto che non potevo andare più in quell'asilo perché mia madre era impegnata a lavoro. Mi ha detto che saremo andati in vacanza insieme, io e lui, fino a quando la mamma non si sarebbe liberata dai suoi doveri.

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