Capitolo 60

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Cirilla si svegliò legata ad un palo sottocoperta. Sentiva le onde del mare battere contro il legno della barca e le faceva male la guancia. Divincolò i polsi e senti due mani toccarla. Sollevò a fatica il capo e vide una spalla nera. Dovette sforzarsi per tenere gli occhi aperti, si sentiva stordita e l'ondeggiare non aiutava.

"Cirilla?" chiamò una voce famigliare. Cirilla crollò con la testa sulla spalla prima di alzarla ancora.

"Cirilla!" questa volta l'esclamazione, seppure sussurrata le fece spalancare gli occhi.

Non era Henry ma aveva lo stesso tono di quando la rimproverava.

"Henry?" mormorò per poi mettere a fuoco gli occhi neri di Nikolai. Batté le palpebre e si concentro.

"Ti hanno drogato per bene vedo. A quanto pare avevano più paura di te che di me." Scherzò l'uomo usando la spalla per tenere il capo di Cirilla su.

"Che è successo?" stava balbettando la principessa cercando di liberare le mani.

"Stavamo andando alla nave quando un energumeno mi è saltato addosso. Tu avevi Ruben accanto che per difenderti, si è sollevato sulle zampe posteriori e ha spinto via uno di loro. C'era un tizio basso che impartiva ordini, tu stavi per scappare ma hanno tagliato la cintura della sella e sei caduta di faccia sul pavimento. Io ho cercato di aiutarti ma mi hanno abbattuto con un colpo alla testa. Tu ti sei difesa finché non hanno colpito anche te. Dopo devono averci drogati." Concluse Nick.

Cirilla stava iniziando a ricordare.

Chi era stato però? Ricordava la commozione, il grande casino e Ruben che era scappato per lo spavento e perché l'avevano ferito.

Cirilla aumentò la tenacia.

"Sono troppo strette." Ammise Nick ma lui sapeva che quando Cirilla si metteva in testa una cosa, era difficile dissuaderla. Così cominciò a tirare, a girare, a contorcere il polso provando immenso dolore mentre la mano si accartocciava per passare da sotto le corde.

"Oh, vi siete svegliata giusto in tempo." Canticchiò l'uomo basso che Cirilla non faticò a riconoscere, specialmente dopo quel sorriso fatto di finti denti d'oro. Era l'uomo del banco dei pegni.

"Ho sentito che vostro marito offriva molti soldi a chi gli portava la sua principessa a casa così mi sono incaricato dell'onere. Ovviamene conoscendovi, altezza, non potevo certo lasciare questo compito a chiunque." Eccola, la vendetta che aveva aspettato da quando gli avevano distrutto il negozio.

"Appena Tristan vedrà come l'avete conciata, avrà la vostra testa." Sentenziò Nick e l'uomo rise di gusto.

"Oh, ma io mi farò prima pagare e poi gliela consegnerò sarò lontano quando vedrà quella cosa tremenda sulla sua guancia." Cirilla si toccò la guancia con la spalla, le doleva moltissimo. Sospettava un bel ematoma.

Se ne stava seduto su di un barile a guardarla, Cirilla sollevò il capo orgogliosamente, l'uomo non apprezzò.

"Adesso non c'è il vostro principe a proteggervi. Vi ho addormentata per tre giorni e ormai siamo arrivati a destinazione. Non vedo proprio l'ora di vedere il terrore sul vostro viso quando vostro marito vi metterà le mani addosso." Si sfregò i palmi con anticipazione prima di avvicinarsi a Cirilla. Nick lo calciò tentando di tenerlo lontano.

La barca aveva smesso di ondeggiare troppo. Avevano raggiunto il porto, a quanto pareva.

Cirilla, attese con religiosa pazienza che quel mostriciattolo si portasse ad altezza per sferrargli un tuzzo dritto sul naso. L'uomo capitombolo indietro finendo tra i barili. Cirilla sfilò le mani ormai scorticate dalle corde, e procedette a liberare Nick.

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