Capitolo 82

28 3 0
                                    

Cirilla si svegliò di soprassalto era sudata e le sembrava di aver faticato. Le doleva tutto. Si girò e trovò Tristan addormentato con la schiena coperta. Indossava una veste diversa. L'aveva cambiata lui?

Lui era decisamente nudo.

Ma ormai dormiva sempre così. Quindi non si fece troppi problemi.

"Cirilla, sei già sveglia?" mormorò con la voce impastata Tristan grattandosi l'occhio col dito.

"Che è successo?" le domandò guardandola con i capelli da pazza e la veste appiccicata per la perspirazione.

"Niente, un brutto sogno." Disse imbarazzata e scattò fuori dal letto.

"Sei tutta rossa." Sbadigliò il principe e si girò a guardarla mentre si vestiva.

"Ho avuto molto caldo questa notte."

"Forse perché ti ho dormito addosso. Quando sei nel letto sei così piccola che ti perdo." Rise della battuta e si legò i capelli.

Cosa era successo?

"Mi spieghi che ti prende?" Tristan scalciò le coperte e in tutta la sua gloria si alzò. Si infilò i calzoni e raggiunse Cirilla scompigliandole i capelli prima di chiamare per la colazione.

"Non mi prende niente."

"Stai balbettando e sei ancora stranamente arrossata. Non avrai la febbre." Si chinò a toccarle la fronte.

"No, decisamente un po' accaldata ma non da febbre."

L'aveva sognato?

Non pensava che lui l'avrebbe trattata così se fosse il contrario. Era troppo scherzoso.

Perché aveva sognato di fare l'amore con Tristan?

Amore poi. A malapena erano riusciti a finire entrambi. E anche lì, le aveva fatto male.

Era stato quasi animalesco. Era come farlo per necessità, piuttosto che per voglia.

"Vorrei girare per il castello oggi, per controllare che tutto è in ordine." Proferì quando una cuoca entrò con un vassoio carico di cibo.

"Certo." Disse Tristan mordendo una focaccina. "portati le guardie però." La ammonì e lei accettò. "io penso di scrivere a casa, quindi sarà occupato per un po'. Ci vediamo per pranzare assieme?"

Era confusa. Come mai era così rassicurato? Così disponibile?

Allora l'avevano fatto sul serio?

Cirilla uscì il più velocemente possibile da quella stanza.

Le guardie la seguirono per tutte le stanze, quella con la cappa di Mane, era la più disponibile, L'altra la tollerava e basta.

Si diressero al campo d'addestramento. Il castello anche, nonostante ci fossero le guardie, era poco abitato. Che si stessero tutti nascondendo anche qui?

Si diresse sotto l'abete dietro le stalle e si accomodò lì e accarezzò la terra fresca.

"Emil, che ho fatto?" disse soffocando i singhiozzi.

"Cosa cavolo ho fatto?" si nascose il viso nelle mani e si lasciò andare in un pianto a dirotto.

"Oh, eccola che comincia." Sbottò una delle guardie e l'altra lo prese a gomitate nello stomaco, spingendolo via. Poi si abbassò verso la regina e con dolcezza le porse un fazzolettino. Cirilla lo prese e si soffiò il naso.

"Vostro amico?" disse in norvegese la guardia e Cirilla annuì

"Era un uomo d'onore." Ammise la guardia e Cirilla sorrise. Quanta verità in quelle parole. A Mane chiunque possedesse un cavallo conosceva Emil. Era impossibile non sapere chi fosse, era una leggenda.

[2]Sol - Il Dio Sole [hs] - AU - MatureDonde viven las historias. Descúbrelo ahora