Capitolo 114

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PAIO DI CAPITOLI E ANDIAMO COL TERZO. p.s. Ditemi un po' come vi sta sembrando questo libro? il terzo è una serie di smut con plot, a quanto ho visto ahahahahahah

Quando guardò verso il petto di Nick, ci trovò esattamente quello che si era aspettata.

"Nick." Cirilla posò la fronte su quella del ragazzo che la guardò spaventato. Le mani tremanti di Nick le afferrarono il collo e lei si morse le labbra per non singhiozzare. "Va tutto bene, Nick."

"Dovevi esserci tu." Stava rantolando Nick stringendo la presa attorno al collo di Cirilla con le ultime forze che aveva. "Al mio posto, dovevi esserci tu." Le sputò un rivolo di sangue e Cirilla soffocò un sussulto mentre Nick gli si accasciava tra le braccia senza vita.

Cirilla rimase a guardare un punto di fronte a sé per quella che sembrava un'eternità.

Poi il rumore della spada che veniva sfilata attirò la sua attenzione e avrebbe tanto non aver visto Henry con quell'espressione fredda e glaciale che tirava via la lama dal corpo di Nick.

Perché in quel momento, un po' lo odiò per non averla ascoltata.

E aver deciso anche per lei.

Le sembrava che nonostante tutto, ci fosse ancora qualcosa che potevano toglierle e chiunque se la prendeva senza chiederle il permesso. La cosa la stava sfinendo mentalmente.

Almeno nel caso di Nick, se lo aspettava così tanto che giaceva lì con lui tra le braccia come se fosse stata una cosa annunciata da molto tempo. Non riusciva a muoversi.

Non riusciva a capire cosa dovesse farne adesso del corpo del suo generale.

Doveva seppellirlo nella cripta? Doveva bruciarlo?

Non riusciva a pensarci adesso.

L'unica cosa che poteva fare era accarezzare i capelli di Nick e chiedergli scusa per non averlo salvato.

Era certa che ci sarebbe riuscita.

Se avesse avuto altro tempo.

Aveva pensato a tutto eppure le era sfuggito qualcosa che era stato fatale. La necessità invincibile di Henry di non voler più correre rischi con la vita di Cirilla.

Non poteva certo fargliene una colpa eppure era arrabbiata tremendamente con lui per non averle permesso di scegliere.

Il ragazzo le si sedette accanto e teneramente le passò un dito sul ciuffetto ribelle che le era rimasto fuori dalla treccia e lei per la prima volta, si scostò dal suo tocco, rimettendosi in piedi.

Henry la guardò ferito e osservò come lei si rifugiava dentro sé stessa chiudendolo fuori. Sentì forte e chiaro il rumore del cancello che gli veniva sbattuto in faccia mentre la voce di Cirilla venvia fuori come una pioggia di coltelli avvelenati.

"Ti avevo chiesto di aspettare." Gli disse stringendo forte i pugni. "Ti avevo specificamente detto di restarne fuori." Henry non l'aveva mai vista arrabbiata così tanto nei suoi confronti e ne fu travolto senza sapere cosa rispondere.

"Perché, non hai aspettato?" Henry le si parò davanti e quando tentò di stabilire un contatto fisico, Cirilla lo spinse via con forza.

"Non toccarmi, Henry. Non adesso." Lo mise in guardia quasi ringhiando mentre si voltava a dare ordini al suo generale perché portassero il corpo di Nick nella sala per la vestitura. Avrebbe pensato dopo a cosa farne con lui.

Adesso non poteva, doveva sistemare prima la faccenda con Tristan che aveva gli occhi addosso a Cirilla quasi dispiaciuto. Lei passò oltre Henry e affrontò il danese dandogli la mano destra. Tristan dovette dargli la sua sinistra, per via del moncherino e suggellarono l'accordo in una maniera molto stramba, con il consigliere che produsse due accordi vantaggiosi per entrambi e i due sovrano li firmarono.

Si salutarono da amici, con la regina che consegnò all'uomo l'anello che le aveva dato su quello stesso suolo mesi prima. Tristan lo accettò e se lo infilò in una tasca del mantello con la pelliccia di orso.

Voleva dirle tante cose. Voleva che per quel saluto sul molo di Mane fossero stati soli per poterle aprire il proprio cuore e chiederle scusa. Ma avevano gli occhi puntati addosso e lui non amava le manifestazioni pubbliche così le disse semplicemente.

"Mi scriverete, Cirilla, se mai avrete bisogno di un posto dove andare?" e guardò Henry per giusto un secondo per poi tornare da lei.

Cirilla lo ringraziò per la premura. "Temo che non ci rivedremo per molto tempo, principe. Vi auguro il meglio." Fece un profondo inchino di rispetto. Tristan fece due grandi falcate e con un coltello, si avvicinò a Cirilla. La ragazza non si mosse mentre gli altri alle sue spalle trattenevano un sospiro.

Cirilla annuì e il ragazzo le tagliò una ciocca di capelli per ricordarsela sempre.

"Arrivederci, principe Tristan." il ragazzo sollevò il moncherino un po' per abitudine e salutò la principessa prima di salire a bordo della sua immensa nave.

Quando il veliero si allontanò e non fu altro che un punto nel vaso mare azzurro, Cirilla trovò la forza di scostarsi da lì e tornare ad affrontare tutti i problemi che la attendevano.

Varcò il ponte levatoio di Mane con una pesantezza nelle ossa che la attanagliava dal petto alla mente in maniera continua. Avevano da ricostruire l'intero arcipelago e sarebbe stata una faticaccia, ma per ora, la sua priorità era prendersi cura di Nick.

Si chiuse nella camera mortuaria e non permise a nessuno di entrarci.

Anche per lui lo lavò e se ne prese cura con lo stesso amore che aveva usato per suo padre e per Emil. Tuttavia, sentiva la sua voce rompere il silenzio di quel luogo sacro dicendole che doveva esserci lei al posto suo. Che doveva esserci lei morta su quella pietra.

E aveva ragione.

Se lo fosse stata chissà quante vite si sarebbero risparmiate.

Svend, Emil, suo padre. Sarebbero tutti vivi se lei non fosse mai nata?

Adesso non poteva certo riportarli indietro ma non riusciva a non domandarsi se, con la sua morte magari qualcosa sarebbe andata apposto.

La guerra finalmente la stava raggiungendo, tutte le persone che aveva trafitto con le sue frecce incominciavano ad affiorare nella sua memoria. Aveva vinto ma a che prezzo?

E Henry? come poteva guardarlo in faccia dopo quello che aveva fatto?

La cosa buona era che aveva finito le lacrime e se ne stava catatonica a passare una spugna imbevuta di oli profumati sul viso di Nick, cantando tremante un inno che le aveva insegnato suo padre.

Mane era salva. Ma aveva perso quasi sé stessa per difenderla.

Le persone che amava di più, persino Ruben, non sarebbero più tornate e allora a che valeva salvare un intero continente se tutto quello che lo rendeva prezioso era sparito?

Le mancarono le forze, così si ritrovò in ginocchio contro il freddo marmo della sala, a fissare le striature azzurre che perdevano colore e tutto si fece nero.

Si addormentò ai piedi del rialzo ed e lì che la sua guardia del corpo la trovò addormentata raggomitolata in una piccola pallina di stoffa che ad ogni respiro sembrava tremare di dolore. 

[2]Sol - Il Dio Sole [hs] - AU - MatureDove le storie prendono vita. Scoprilo ora