Capitolo 85

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"Ti fa ancora male?" chiese Henry raggiungendola preoccupato. Cirilla scosse il capo.

"Purtroppo, ho sempre sofferto molto in questo periodo. Ho sentito dire che è sinonimo di grande fertilità." Scherzò Cirilla, Henry schioccò la lingua e lei si sforzò di guardarlo da sotto le ciglia.

Scese un silenzio tra loro che fu molto pesante. Cirilla voleva raccontargli cosa era successo ma allo stesso tempo sapeva che Henry l'aveva capito. Aveva visto i segni sul suo corpo, senza dubbio.

Voleva chiederli dove fosse stato. Come mai, ci aveva messo tanto.

Ma sentiva il peso del tradimento sulla sua testa e non riusciva a parlargli come prima.

Il loro incontro, non era stato come se lo era immaginato. Lui non l'aveva baciata.

Cirilla si sentì respinta da Henry e non sapeva che fare adesso.

Lui aveva fatto tutta quella strada per la fanciulla che gli aveva concesso tutta sé stessa e adesso si era trovata una donna spezzata e consumata.

Non doveva essere stato facile per lei.

"Quando sono andato nel castello." Cominciò Henry andando in una bisaccia e tirando fuori dei fogli. "Ho trovato questi. Li hai scritti tu?"

Erano le pagine che aveva buttato giù quando era stata al castello. Ogni sera si era seduta e aveva sputato su carta, tutto quello che la stava uccidendo dentro. Il contenuto diventava sempre più macabro pagina, dopo pagina.

"Li hai letti?" chiese imbarazzata e Henry annuì.

"Oh."

"Mi hai scritto." Henry cominciò ad andare tra le pagine. "Nonostante tu mi avessi lasciato in Inghilterra, mi hai scritto chiedendomi aiuto." Disse lui puntando il dito su una riga.

"Avrei bisogno del mio Sol, è tutto così buio e tetro. Ti prego, Sol. Vienimi a prendere e portami via. Sto affogando. Sto arrancando."

Sto morendo.

Ma quello Henry non lo lesse ad alta voce.

"Erano solo uno sfogo. Non erano indirizzate a nessuno."

Allora Henry prese un altro pezzo di carta: "A quell'amore che è lontano, che ho abbandonato perché troppo spaventata dal perderlo, ti prego non appassire. Resta con me ancora un po', amami finché non puoi fare altrimenti."

Aveva veramente, scritto ad Henry?

Non se ne era nemmeno resa conto.

"Ti ho mandato via e adesso mi manchi. Mane mi aveva avvisato, di non giocare con i bei principi, io l'ho ignorata. Volevo il mio Sol e l'ho trovato. Adesso non mi perdono di averlo perso."

Aveva proprio scritto a lui.

Cirilla era mortificata. Avrebbe voluto che Henry non lo avesse mai letto. Erano cose personali e non erano state scritte per vedere la luce del sole. Inoltre dallo sguardo che aveva, sembrava sentirsi infinitamente in colpa per averle causato tanta sofferenza.

"Posso dirti una cosa Cirilla?" la ragazza annuì guardandosi i piedi che intrecciò dondolandoli per distrarsi.

Henry tirò fuori una lettera tutta stropicciata e macchiata e la consegnò a Cirilla. La ragazza la girò per leggere il mittente. C'era scritto A Cirilla e la riconobbe immediatamente.

"è la lettera che tuo padre ti consegnò il giorno dl tuo compleanno." Lo aveva capito ma sentirlo dire le fece male. "L'ho aperta il giorno che te ne sei andata. Forse non avrei dovuto, ti chiedo scusa. Era una cosa tua personale e io ci ho ficcato il naso ma ero disperato e volevo un qualsiasi aiuto per decidere cosa fare."

[2]Sol - Il Dio Sole [hs] - AU - MatureWhere stories live. Discover now