Capitolo 105

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Cirilla passò per il bosco, era al suo meglio, stava cavalcando come se fosse un tutt'uno con Ruben e teneva Henry saldo sul cavallo con le braccia attorno alla sua vita in modo da non farlo cadere.

Normalmente, secondo i suoi calcoli, ci sarebbero voluti tipo due ore per arrivare dall'altra parte e salire sulla montagna. Cirilla ce ne avrebbe messo molto meno. Anche perché, henry non aveva tutto quel tempo.

Cirilla il vento era in loro favore, Mane stessa la stava aiutando, rendendo Ruben leggero e più veloce. La regina arrivò ai piedi della montagna e trovò una piccola stradina che dovette imboccare in maniera più lenta e questo la fece preoccupare.

Mentre Ruben si faceva strada su per la catena montuosa, Henry sollevò il capo a guardarla.

"Cirilla." Cercò di iniziare ma gli venne da tossire.

"Henry, non sforzarti, ti prego." Lei gli massaggiò la spalla e lui scosse il capo raddrizzandosi.

"Devo dirtelo."

Cirilla sapeva esattamente cosa volesse dirgli e lo zittì, henry era ostinato ma Cirilla lo era cento volte di più.

I due si guardarono in cagnesco per un lungo periodo e quando Henry aprì la bocca per dirlo, Cirilla si tappò le orecchie come una bambina.

"Io sto morendo qui, vorresti farmi il favore di ascoltarmi almeno?"

"No, perché tu non morirai e io avrò la mia dichiarazione esattamente come l'hai immagina."

Ne era così sicura, che Henry quasi le credette.

Il problema ea che Cirilla non poteva ammettere un altro scenario dove Henry non ci fosse nella sua vita.

"Potrei non averne l'occasione, Cirilla. Vuoi davvero rischiare? Vuoi farmi attraversare l'aldilà senza avermi concesso questa piccolezza?" Cirilla guardò di fronte sé, s'avesse guardato Henry, avrebbe pianto tutte le sue lacrime e non si permise di essere debole in quel momento.

Lo avrebbe salvato. Doveva farlo.

Henry poteva lamentarsi e frignare quanto poteva, lei era decisa e nessuno glielo avrebbe impedito.

"Sei tremendamente testarda." Disse Henry appoggiando la fronte su Ruben.

"Lo so." Ammise pavoneggiandosi e sentì Henry ridere appena prima di tossire.

"Adesso stai buono."

Quando raggiunsero la cima della montagna, trovarono una tormenta ad attenderli e Cirilla riusciva a malapena a vedere oltre il suo naso.

Non faceva freddo, oppure lei non lo sentiva perché aveva altre preoccupazioni. Non riusciva a capire dove dovesse andare cercò il minimo segno ma nulla venne in suo soccorso.

Toccò Henry, aveva gli occhi chiusi e non era un buon segno ilf atto che le labbra si fossero tinte di blu.

Stava morendo, Cirilla lo capì dal fatto che lo chiamò e non le rispose.

Lo chiamò con Insistenza ma Henry non riuscì ad aprire le palpebre. L'unica cosa che dichiarava che fosse ancora vivo, era il fatto che teneva la mano stretta attorno alla criniera di Ruben e Cirilla vedeva le nuvolette di fiato uscirgli seppure a stento dalle labbra.

"Mane, ti prego, mostrami la via. Non abbiamo più tempo."

Il vento si attenuò. Cirilla riuscì a tenere gli occhi aperti e a guardare il bivio che aveva davanti, uno portava alla vetta della montagna, l'altro girava per una stradina interna.

Il libro non diceva esattamente dove fosse la caverna, cosa doveva fare, si chiese.

Poi notò qualcosa muoversi nella tempesta di neve e vide un manto bianco accucciarsi nel mezzo del bivio, la grande coda arrotolarsi attorno alle zampe mentre si sedeva.

Era gigantesco, il lupo bianco che aveva d'avanti e dagli occhi che brillavano come se fossero fatti di una sostanza ultraterrena, capì che quello non era un normale animale.

La bestia si mise sulle quattro zampe e si incamminò verso il secondo sentiero, Cirilla non potè fare altro che seguirlo. Li portò per un anfratto strettissimo dove Ruben passava a malapena e dentro una caverna buia.

Il pelo del lupo era così splendente che illuminava la via consentendo ai ragazzi di viaggiare senza inciampare. Cirilla sentiva le gocce d'acqua caderle addosso e il rumore delle onde che sbattevano contro i sassi riempire e riecheggiare per tutto il luogo.

L'essere li portò di fronte ad una conca che sembrava fatta di luce stellare, era quella del libro.

Almeno fino a lì, c'erano arrivati e la leggenda si era dimostrata reale.

Poi ci fu un lampo di luce accecante, Cirilla si coprì gli occhi che le bruciavano per la potenza e d'avanti a lei si palesò la bellissima dea Mane, vestita di stelle e punti di luce argentea, i capelli liberi e i gioielli delle offerte umane che adornavano la sua figura prosperosa e perfetta.

Cirilla pensava di stare sognando per quanto era bella.

Una cosa del genere non poteva certo essere reale, eppure l'intera caverna si riempì di un odore che Cirilla non riuscì a riconoscere. Era frizzante e quasi ultraterreno, come se avesse potuto annusare la luna stessa.

La dea indicò la conca d'acqua lunare e Cirilla smontò, tirando Henry giù. Il ragazzo cercò di tenersi in piedi, ma ormai non aveva più forza.

Cirilla lo tenne per la vita e guardò la dea. "Mi hai promesso che lo avresti protetto se avessi difeso Mane."

"Mane è ancora in guerra." Rispose atona la dea che la scrutava con quegli occhi divini.

"Ma non l'ho ceduta." Controbatté Cirilla e la dea sorrise.

"No, non è caduta." Mane si portò una mano al petto e la conca risplendette come in risposta. Cirilla trascinò Henry verso l'acqua ma la dea la fermò sollevando un palmo.

"Non è sicuro che il tuo amato sopravviva." La avvertì. "Questo spetterà a Sol decidere se il tuo sacrificio sarà degno."

Cirilla sollevò un sopracciglio e sistemò meglio henry che stava usando quello che gli restava per non pesare completamente sull'esile corpo di Cirilla.

"Cosa vuole, Sol, per la vita di Henry? cosa reputa abbastanza?"

"Cosa hai tu, Cirilla regina di Mane, di altrettanto prezioso quanto la vita della persona che ami?"

Cirilla non lo sapeva. Non aveva gioielli, non aveva nulla che valesse quanto Henry se non una cosa che poi era la stessa cosa che Mane aveva dato per salvare Sol.

"Ti regalerò la fertilità."

La dea impercettibilmente, spalancò appena un po' gli occhi. Cirilla l'aveva colpita quella scelta, poiché anche lei si era ritrovata nella sua stessa posizione e aveva dovuto fare quella scelta.

"Sei sicura, Cirilla? Se lo fai, perderai eventualmente Mane. Un regno senza eredi non ha futuro. E non potrai tornare indietro."

Cirilla non doveva nemmeno pensarci quando disse: "Ma avrò Henry, no? e insieme troveremo una soluzione. Senza di lui, io non vedo speranza nella mia vita. Io ho bisogno di lui Mane, tu mi capisci?"

La dea annuì intristita e le indicò ancora la pozza. Cirilla posò stanca Henry nella conca, l'acqua lo avvolse fino al peto coprendo il punto dove la freccia lo aveva trafitto.

Henry respirava a fatica quando aprì appena gli occhi per guardarla.

"Non è sicuro che lui viva." La avvertì e Cirilla prese la mano di Henry portandosela alle labbra.

"Non mi importa. Prendi quello che vuoi, Mane ma salvalo."

Mane le si avvicinò facendo il giro, Cirilla notò che i suoi passi non facevano rumore.

Era alta il doppio di lei, maestosa nei movimenti e regale.

I suoi gioielli tintinnarono quando posò una mano sul ventre di Cirilla.

Con lo sguardo stava cercando di dirle, di pensarci bene. Cirilla la ignorò e chiuse gli occhi.

[2]Sol - Il Dio Sole [hs] - AU - MatureDove le storie prendono vita. Scoprilo ora