Capitolo 70

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Il cielo si era fatto buio e tirava un ventaccio quando Tristan mise piede sulle spiagge di Mane.

Indossava la sua pelliccia d'orso e stava scrutando nella notte cercando di non far spegnere la torcia che si era portato dietro. Trovò la lanterna che faceva poca luce sotto un mantello nero e la seguì. Il generale di Mane indicò il piccolo boschetto vicino la spiaggia dove tra le frasche un mantello bianco attendeva Tristan.

Lui la guardò e aspettò che fosse lei ad avvicinarsi. Cirilla gli andò accanto abbassandosi il cappuccio e si slacciò il mantello scoprendo la veste candida che indossava da sotto. Era lo stesso modello che aveva fatto impazzire Tristan quel giorno in Inghilterra e gli fece lo stesso effetto, vederla lì, col vento che le frustava i capelli liberi.

"Ti prenderai di nuovo un accidenti." Blaterò Tristan togliendosi il suo mantello. Cirilla gli bloccò le mani e con fare estremamente dolce gli portò le braccia al collo, cogliendolo di sorpresa.

"Smettiamola di litigare, ti prego." Sussurrò nascondendo il naso freddo nel collo caldo di Tristan.

"Hai iniziato tu." Sentenziò lui e lei sospirò.

"Lo so e ti ho detto che mi dispiace." Cirilla gli raccontò di quello che aveva appreso e di come per vent'anni la gente si era odiata quando alla fine se avessero unito le forze ci sarebbero state la metà delle perdite. La metà del dolore.

Tristan la ascoltava attentamente, cercando di coprirla come meglio poteva col suo mantello.

"Che vuoi che faccia? Che ritiri l'intero esercito solo sulla tua parola?" Cirilla scosse il capo. Il profumo di miele lo stava rincoglionendo pesantemente.

"Non ti chiederò più nulla Tristan. Non è giusto dopo quello che ho fatto, che tu ti fidi della mia parola perché non vale nulla ed hai ragione. Quello che ti sto dicendo è che potremo ricominciare da capo, lontano da tutti e fare come vuoi tu. Potremmo anche sposarci adesso, se lo desideri. Possiamo procedere come preferisci." Cirilla aveva chiuso la parte urlante di sé stessa, quella combattiva, che voleva fargli guerra in un cassetto della sua memoria.

Voleva smetterla e partire bene questa volta. Voleva dargli una vera possibilità.

Era lì tra le sue braccia, candida come quando l'aveva conosciuta ed era sincera.

"Vorresti forse dirmi, che se adesso io ti portassi tra gli alberi e ti chiedessi di lasciarmi fare, tu lo faresti davvero?" Cirilla annuì senza esitazione e lui ne fu molto sorpreso.

Allora, fece come aveva pensato, la portò tra gli alberi e la fermò contro uno di essi mentre le baciava il collo. Lei gli accarezzava i capelli e non si dimenava più

Tristan si fermò e la guardò ancora.

"Vuoi essere l'unica persona nella mia vita? Vuoi che io ti ami davvero? Che ti rispetti? Allora dimostrami che non c'è solo quella parte che vuole prevalere su di me. Accetta la mia offerta e ricominciamo da capo."

A Tristan sembrava un sogno sentire Cirilla dire quelle cose, sentire la sua pelle o il sapore dalle sue labbra mentre lei rispondeva convinta a quel bacio. La fanciulla che stava sulle punte per riuscire a ricambiare le sue attenzioni, cominciò a baciargli il collo e il petto. Tristan la premette contro di sé e lei percepì quanto lui avesse bisogno di lei.

Cirilla gli accarezzò la molla dei pantaloni e Tristan sollevò il capo di scatto.

"Non voglio più farti del male." Ammise leggendogli nel pensiero. Lui le accarezzò il punto dove la veste le abbracciava il seno mettendolo in risalto.

"Nemmeno io voglio fartene." Rispose il principe chinandosi per rubarle un altro bacio. Tristan si sentiva in paradiso quando le toccò entrambi i seni e lei fece un passo indietro tirandoselo appresso.

"Allora sei seria!" disse esterrefatto e lei sembro confusa.

"Ti ho detto che non voglio che ci sia una guerra inutile, perché dovrei scherzarci sopra?"

"E ti stai dando a me solo per salvare le persone che si trovano dall'altra parte delle mura? Nessun'altra ragione." Cirilla doveva mentire.

Era indispensabile che lo facesse.

E ne fu convinta, finché dalle labbra non le uscì un: "Sì." Invece che no, non è solo per loro

Anche per te, ripeté mentalmente invece le uscì un "Solo per loro."

Perché non gli aveva mentito? Cosa le era preso?

"Allora mi dispiace ma dovrò proseguire col piano iniziale."

Cirilla mosse il capo di lato e lui specificò. "Mi duole doverti catturare così, avrei preferito che ti fossi consegnata di tua spontanea volontà. Dopo quelle belle paroline che mi hai detto, quasi ci cascavo." Fece per afferrarla e Cirilla prese a correre.

Cosa era successo? 

Si fece forza e salì su di un albero e prese a correre tra i rami. Tristan quasi la afferrava.

Non si capivano mai.

Finiva sempre così.

Con lei che correva e lui che la inseguiva come un lupo alla ricerca di carne fresca.

Perché quello era per lui.

Con Henry era semplice, lui non si arrabbiava mai. Lui la capiva sempre e aspettava che finisse di parlare. Era paziente, amorevole.

La vista le si annebbiò per un momento e perse l'equilibrio sentì la mano fredda di Tristan prenderle la gamba e trascinarla atterra.

Aveva tentennato un secondo e lui l'aveva presa.

Maledizione.

Tentò di metterle una mano sulla bocca, lei si divincolò e prese a correre ancora. Tristan la afferrò per i capelli tirandosela al petto. Lei si volse mordendogli la mano e riprese a scappare.

Sentiva una voce o forse era il vento che le diceva di non fermarsi. Di continuare finché non avesse raggiunto il castello.

Cirilla non voleva certo deluderla. Sembrava dolce e protettiva.

Se non fosse stata femminile, avrebbe pensato addirittura ad Henry. Cirilla riuscì a salire su di un ramo e a nascondersi lì senza fare rumore questa volta.

Il vento lì, non la raggiunse. Stava ascoltando attentamente per il minimo rumore. Doveva capire dove fosse Tristan per potersene andare dalla parte opposta.

Sentì una commozione e quando abbassò la testa per sbirciare tra i rami verso l'enorme scalinata che portava alla piccola piazzola dove avevano preso il tè, Cirilla vide Nick.

Nick che perdeva contro Tristan. Nick che era stato cresciuto per mangiarseli i principini come Tristan, che era un guerriero, un cacciatore esperto, non riuscì ad evitare un singolo colpo e finì con la testa bloccata tra le braccia di Tristan.

Lo stava soffocando.

Nick. Il fratello maggiore che le aveva curato le sbucciature. Che le aveva insegnato a tirare di scherma e con l'arco. Il migliore amico che poteva desiderare.

Le gambe di Cirilla penzolarono dal ramo per poi atterrare immediatamente sulla sabbia. Tristan la stava cercando con lo sguardo e quando la trovò, l'espressione gli si fece molto cattiva.

"Lui non centra nulla." Stava dicendo piano Cirilla avvicinandosi con le mani avanti per calmarlo. "Ti prego lascialo andare."

"Vieni qui e lo farò." Si soppesarono per un po'. Cirilla doveva fidarsi intanto che il vento le ordinava di correre di non cedere.

"Cirilla, vattene." Sputò Nick mentre aumentava la stretta. Cirilla sentì il cuore in gola. Non avrebbe guardato qualcuno morire di nuovo a quel modo.

Nick faceva parte della sua famiglia.

Non poteva lasciarlo. Non se lo sarebbe mai perdonato se gli avesse fatto del male.

Tristan non rispose, attesa che Cirilla gli offrisse entrambe le mani abbassando la testa sconfitta. Lei lo stava studiando accuratamente quando stritolò la gola di Nick che stramazzò al suolo. Lei si avventò su di lui ma Tristan la mise al tappeto con un colpo setto dietro il collo.

Gli svenne tra le braccia e non riuscì nemmeno a toccare Nick prima di perdere i sensi.

[2]Sol - Il Dio Sole [hs] - AU - MatureWhere stories live. Discover now