Capitolo 98

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Era già passata una settimana.

Henry si stava risistemando i pantaloni mentre usciva dal recinto delle capre, Cirilla era già fuori, unico segno di quello che avevano fatto stava nei capelli scompigliati e ricoperti di pagliuzze. Ad Henry sarebbe venuto da ridere se non avesse visto il volto paonazzo di Cirilla che guardava verso il valico.

"Ho un brutto presentimento."

Ammise la ragazza e non distolse lo sguardo nemmeno per un secondo.

"Maestà." Håvard aveva percepito anche lui il cambio nell'aria.

"Senti nulla?" domandò improvvisamente Cirilla e l'uomo scosse il capo. "Gli uccelli non hanno cantato oggi. E c'è il sole questa mattina."

Stava guardando le vette intensamente, come se si aspettasse qualcosa.

"Non mi piace." Stava ripetendo Håvard e Cirilla era pienamente d'accordo. Qualcosa nello stomaco la tirò via verso le grandi catene montuose che la circondavano.

Tristan non conosceva la zona ma aveva Nick, lui aveva avuto tempo di informarsi e guardarsi intorno. Tuttavia questa rimaneva una parte di Mane sconosciuta che solo chi ci viveva da molto tempo sapeva come sfruttare.

Cirilla si guardo attorno. Osservò le 4 vette che li circondavano, unite da altre molto più piccole che le seguivano come in un cerchio infinito.

Cosa poteva nuocere all'accampamento?

Conosceva Nick, sapeva che quando colpiva, lo faceva non dando alcuna possibilità di salvezza.

Cosa sarebbe stata inevitabile?

Le si gelò il sangue quando vide una macchia nera sulla vetta della montagna ad est e tutti i pezzi andarono al loro posto.

La stessa cosa che avevano fatto loro, ma in scala più grande.

"Håvard!" chiamò allarmata. "Voglio tutte le armi che possediamo legate alle cime degli alberi. Tutto quello che riusciamo a trovare. Dovessero loro decidere di ricambiare la nostra gentilezza, voglio che siamo pronti"

Se Nick aveva pensato quello che lei credeva, le possibilità che si sarebbero salvati erano pochissime. Una valanga di quel genere, dai 4 punti cardinali sarebbe stata impossibile da evitare. Con tutti i grandi alberi che c'erano però, l'avrebbero rallentata. Cirilla fece legare tutti i cavalli al centro esatto del campo.

Se i suoi calcoli erano esatti, sarebbero stato al sicuro.

Accarezzò il manto di Ruben, lui non lo restrinse. Era un cavallo intelligente, se la sarebbe cavata, ne era sicura. Lo abbracciò forte e con una dolcezza infinita gli sussurrò in norvegese di prendersi cura di sé.

Era stupido parlare ad un cavallo, ma era certa che lui la capisse molto meglio di Tristan, per dirne una.

"Davvero pensi che Nick sia così astuto da ideare una cosa del genere?" chiese il suo generale. Cirilla lasciò andare Ruben e si volse a guardarlo.

"Håvard, tu dimentichi chi è stato il suo mentore. E per quanto so che non sopporti mio padre, è stato uno dei generali più geniali mai esistiti. L'idea mi è venuta da uno dei suoi resoconti di guerra e sono certa che Nick li conosca meglio di me."

"Ma vostro padre non l'ha mai provata una cosa del genere contro di noi."

"Perché non vi voleva morti. Nick sì." Håvard, socchiuse gli occhi e scrutò Cirilla affondo.

"Non glielo avrei mai detto, probabilmente se fosse ancora vivo, ma lo era." La ragazza sembrò sorpresa così Håvard specificò. "Che era un grande stratega. Lo era. Noi quella volta vincemmo perché tradimmo il suo buon cuore, non avremmo avuto successo, altrimenti."

Cirilla annuì. Era certa che a suo padre, dovunque fosse, quella affermazione facesse infinitamente piacere. Se lo immaginava orgoglioso con il petto in fuori che sorrideva verso di lei.

Che le diceva che era sua figlia e non avrebbe perso se decideva di non farlo.

Cirilla fece un respiro profondo, sembrava piccola e giovane per una situazione così grande, notò il capo dei ribelli. Però il suo coraggio, era immenso e glielo riconobbe con una pacca consolatoria sulla spalla.

Quando avevano quasi riposto tutto al sicuro, quando ci furono quattro esplosioni in successione sulle montagne agli quattro punti cardinali e furono tanto forti da assordare momentaneamente l'intero campo. Cirilla era spaventata per la prima volta e ordinò a tutti di salire sugli alberi più alti.

Non aveva calcolato bene il tempo, sperò che almeno il resto fosse giusto. La ragazza aiutò a salire i ragazzi giovani, non lasciò nessuno indietro.

Le valanghe che vennero giù, furono tremende. Cirilla, che era ai loro piedi sai guardò attorno sentendo un senso di impotenza. La natura era mostruosa quando veniva stuzzicata. Le intere catene montuose persero gran parte del loro biancore che venne rotolando verso l'accampamento.

Quel momento di esitazione, era una cosa che non avrebbe mai dovuto concedersi. Si avvicinò ad un tronco, e cominciò a tirarsi su. La slavina era vicinissima e l'avrebbe spazzata via se Henry non l'avesse afferrata per le braccia, tirandola su di prepotenza stringendosela al petto.

L'impatto fu assurdo. L'intero tronco dell'albero si piegò in avanti e Henry dovette premere Cirilla contro la corteccia con tutta la forza che aveva per evitare che entrambi scivolassero via. I due si strinsero consapevoli che se qualsiasi cosa fosse andata storta, sarebbero decisamente morti. Il ragazzo si teneva forte ad un ramo sopra la sua testa quando sentirono il rumore del legno che si spezzava.

"Sali!" gridò Henry con tutto il fiato che aveva e Cirilla si volse immediatamente per seguire l'ordine. Le era alle spalle, attento a dove lei mettesse i piedi, pronto a prenderla se fosse scivolata. Cirilla era quasi in cima al grande abete quando l'albero venne sradicato completamente.

Henry la afferrò, per un paio di minuti, cavalcarono la valanga e fu meraviglioso. Il principe spostò Cirilla dalla parte esterna in modo che se fossero caduti, sarebbero stati comunque verso la superficie.

Sembrava un esercito di cavalli bianchi che cavalcava inferocito verso la libertà. La regina vide i cavalli al centro che erano spaventati, ma ormai la potenza andava diminuendo e scoprì che ce l'avrebbe fatta a tenere gli animali al sicuro. La cosa la rese molto felice.

"Dobbiamo saltare su quell'albero." Asserì Henry puntando ad un grande sempreverde che sembrava robusto e forte. A quanto pareva il loro tronco comunque stava andando a schiantarsi lì, tanto valeva provarci.

Cosa potevano dirsi che non si erano già detti?

Quali parole, potevano esprimere quello che c'era tra loro.

Non sentivano la necessità di colmare quel silenzio con nient'altro. Non ci sarebbe stato nulla di abbastanza immenso per spiegare quanto fossero impauriti eppure felici di essere lì insieme.

I due si strinsero la mano, e dopo essersi guardati per un secondo e essersi scambiati un bacio fugace, proprio mentre la corteccia incontrava l'alto arbusto, Henry e Cirilla saltarono nel vuoto.

[2]Sol - Il Dio Sole [hs] - AU - MatureTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang