Capitolo 73

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Tristan si svegliò che stava bollendo e non riusciva a capire perché. Poi notò la pesante coperta e sotto la fanciulla che ci stava dormendo dentro. Lui si era coricato senza vestiti, lei con indosso la camicia che le andava larga e le arrivava alle ginocchia. Toccò Cirilla e scottava. Si era beccata la febbre.

Perfetto.

Sollevò gli occhi al cielo esasperato.

Era un continuo problema quella ragazzina.

Lei non sembrava essersene accorta, stava sorridendo abbracciata al cuscino con le guance rosse. Tristan le pettinò i capelli via dal viso con un solo movimento della mano. Era sudata e anche se respirava pesantemente, non sembrava troppo preoccupante.

Le posò una mano sulla fronte, non era alta come febbre, era una febbre della stanchezza si disse.

Tirò su le ginocchia, ci posò le braccia sopra, e si massaggiò il collo. Non aveva nemmeno sonno adesso. Se gliel'avessero chiesto non lo avrebbe mai ammesso, ma un po' era in pensiero e continuò a monitorarla finché poi all'alba, la febbre non sparì così come era arrivata.

Come ci era finito in quella situazione?

Come si era fatto tirare dentro quel circo?

A casa i suoi genitori gli davano del pazzo perché non voleva lasciar vincere il principe. Gli avevano anche detto che conoscendo sua maestà la regina, probabilmente non si sarebbero mai sposati i due. Lui non riusciva a respirare all'idea di lasciarla andare nelle braccia di quel ragazzo.

Aveva passato ore a pensare a cosa avesse Henry che a lui mancasse.

All'inizio si era comportato bene con Cirilla. L'aveva idolatrata e venerata come una vera dea.

Allora perché aveva scelto l'altro?

Lo mandava al manicomio e adesso che la guardava così innocente, un po' si tranquillizzava. Nella sua mente si convinse che ci era venuta lei di sua spontanea volontà nel suo letto, che lo aveva scelto in qualche modo.

Quanto l'aveva odiata quando le aveva detto che aveva dormito con lui, che ci aveva passato molte sere mentre con Tristan non voleva nemmeno dividere la stanza. Lo aveva cacciato appena era stata meglio e non sopportava l'idea di lui che la toccava.

Come potevano essere marito e moglie se lei non lo lasciava fare.

Era inutile combattere. Si disse. Inutile cercare ragioni, dare spiegazioni. Tristan lasciò scivolare un braccio sotto quello di Cirilla e annusò l'odore tra i capelli di lei.

Cirilla inconsapevolmente, strinse l'arto a sé.

Era proprio inutile combattere quello spiritello selvaggio, confermò.

Lei non se ne sarebbe ricordata, così si chinò a baciarle la fronte. Poteva permettersi certe tenerezze quando era incosciente. Non poteva lasciarle sapere che era innamorato perso di lei. Che avrebbe venduto casa sua, i suoi genitori e il suo intero regno per averla.

Che gli faceva male ogni suo rifiuto.

Non sapeva spiegarlo.

Odiava il fatto che probabilmente, quel sorriso non era per lui e non lo sarebbe mai stato. Come diavolo l'aveva vinta quell'inglese? Come ci era riuscito?

Anche lui era stato gentile con lei, la sua unica colpa era stata l'essere lontano no?

"Henry" mormorò Cirilla a conferma di quello che già sapeva Tristan.

Uscì dalle coperte, si infilò i pantaloni di colpo frustrato e si incamminò verso l'accampamento incazzato come una faina.

Cirilla si destò tardissimo quella mattina, tanto che se Tristan non fosse stato arrabbiato con lei, avrebbe controllato che fosse tutto in ordine. Cominciò a girare intorno nella stanza alla ricerca di qualcosa da fare, cominciò a toccare le cose di Tristan e prese a ficcanasare dove forse non doveva.

[2]Sol - Il Dio Sole [hs] - AU - MatureWhere stories live. Discover now