Capitolo 118

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A Cirilla venne quasi da piangere ricordando che le aveva detto qualcosa di simile la prima volta che si erano incontrati. E se ne ricordava anche lui.

Henry aprì le braccia aspettandosi un benvenuto caloroso, Cirilla pestò i piedi e come una furia gli andò incontro colpendolo alla testa. "Dove sei stato!" gli gridò in testa continuando a spingerlo. "Nemmeno una lettera. Nemmeno un misero biglietto in quasi un mese. Dove diavolo sei stato che non potevi scrivermi!" Henry parò i colpi accettandoli divertito e anche profondamente grato che Cirilla non si fosse in qualche modo dimenticata di lui. avrebbe accettato mille scappellotti piuttosto che un benvenuto freddo.

Significava che le era mancato molto e gli andava bene così.

"Ero in missione e quando si va a fare certe cose agli eroi non è concesso lasciarsi dietro tracce." Le prese dolcemente i polsi e Cirilla, avvertendo il calore delle sue mani, si fermò e lo guardò.

Era un disastro, aveva un graffio enorme sotto l'occhio e altre linee rosse per il collo e i vestiti erano infeltriti, e stracciati in più punti.

"Non cominciare-"

"Adesso devi stare in silenzio e farmi finire." La minacciò e la ragazza acconsentì incuriosita. Henry annuì contento e poi si raddrizzò facendo lungo respiro di incoraggiamento.

"Ti ricordi cosa mi avevi detto la sera che ti sei concessa a me? Mi hai detto in maniera poco carina che non avresti accettato una proposta di matrimonio da me, a meno che non ci avessi creduto abbastanza da fare un grande gesto che la rendeva veritiera e sincera." Henry si piegò sulla grande scatola togliendo la coperta che aveva sopra e ne rivelò una gabbia dove all'interno c'era un gattone mannese grande quasi quanto un cinghialotto. Henry lo tirò fuori per lo scontento dell'animale il quale un po' si dimenò ma poi rimase a penzolare annoiato tra le mani completamente ricoperte di graffi di Henry.

"Ecco il mio grande gesto."

Cirilla rimase senza parole. Henry aveva catturato non un qualsiasi gatto, ma Aren. Il gatto che avevano visto insieme quella volta sull'isola Manevann. Era andato via per tre settimane per catturarlo e addomesticarlo. Quei segni su tutto il suo corpo erano la prova della sua dedizione, ci era andato da solo perché voleva conquistarlo per lei.

Proprio come si era immaginata lei.

Poi Henry si inginocchiò ai piedi di Cirilla, il gatto tenuto in bella vista che era alto quasi quanto Cirilla così disteso. Sembrava così insofferente povero Aren, pensò la ragazza.

"Non ti chiederò di sposarmi come regina di Mane, perché non è di lei che sono innamorato. Quindi ti dirò, Cirilla, che mi sono recato nelle profondità della foresta di Mane per portarti come pegno del mio amore questo gatto che ha combattuto come se volessi ammazzarlo per tre settimane incessantemente piuttosto che arrendersi e alla fine, mi ha umiliato posandosi sulla mia testa mentre giacevo addormentato e sfinito al freddo per pura pietà in modo che potessi stare qui d'avanti a te e chiederti, da semplice uomo innamorato perso per ogni centimetro del tuo essere, se vuoi diventare finalmente mia moglie? Accettate?"

Cirilla con calma stoica, prese il gatto dalle mani di Henry, il quale si accocolò al petto di Cirilla riconoscendola e cominciò a fare le fusa per ringraziarla di averla liberata dalle grinfie del giovane. Si pret tutto il tempo possibile, grattandolo sulla testa per poi posarlo sulla panchina. Henry nel frattempo si era alzato e la guardava con trepidazione.

L'attesa lo stava uccidendo dentro.

Cirilla si sollevò sulle punte e sistemandogli la camicia tutta rovinata sotto la giacca che gli aveva ccito lei di cui ormai restava poco e nulla, e sollevò lo sguardo fissando quegli occhi verdi che stavano brillando per la paura di un rifiuto.

[2]Sol - Il Dio Sole [hs] - AU - MatureWhere stories live. Discover now