Capitolo 66

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Al castello la attendevano tutti preoccupati. Cirilla però entrò sulle sue gambe, seppure ancora vestita da uomo e piegata a metà. Liv la prese subito sotto le sue cure, non la rimproverò anzi rise e le preparò da mangiare.

Margaret l'avrebbe linciata per una cosa del genere. Sperò che in Inghilterra la regina se ne prendesse cura. L'aveva lasciata a lei come dama di Meria.

Aveva un livido grande al centro del ventre e se lo toccava, le faceva troppo male, eppure non riusciva a smettere di sorridere. Vestita con la sua mise da notte, saltò sul lettone di suo padre e sorridendo disse col volto coperto nei cuscini.

"Hai visto papà? Hai visto cosa ho fatto? Sei orgoglioso di me?" non riuscì a dire almeno un po' perché aveva preso a piangere tra le lenzuola, avvolta dall'odore dell'uomo che le mancava infinitamente.

Essere una regina sarebbe stata una sfida costante, lo sapeva e aveva bisogno di quei momenti per resettare lo stress. Non perché a Cirilla piacesse piangersi addosso, semplicemente era una ragazza di appena diciannove anni, che aveva perso molto e doveva farci i conti ora che era tornata a casa dove aveva lasciato tutto sospeso.

Quella notte però mentre dormiva, giurò di aver sentito qualcosa di dolce baciarle il capo e accarezzarle i capelli intanto che le sussurrava. "Brava, bimba mia. Sei stata proprio brava."

Quando aprì gli occhi, Liv era pronta per lei con la colazione. Non aveva un appetito del genere da quando aveva lasciato Mane, così si fiondò sulle delicatezze che le aveva preparato e per la prima volta da tanto, pulì tutti i vassoi fino a che non fu sul punto di scoppiare.

Liv aveva quasi completamente abbandonato le cucine, per darsi anima e corpo a Cirilla e ad ogni sua esigenza. La vestiva, la lavava, le preparava da mangiare, le acconciava i capelli. Era ritornata a prendersi cura di lei come faceva quando era piccola e Margaret la rimproverava sempre.

Quante volte aveva detto a Markus che la ex direttrice di un bordello non doveva assolutamente stare in presenza di una principessa e Markus le aveva sempre detto che non si giudicavano le persone in base a quello che avevano fatto o che facevano per sostentarsi.

Che era il cuore di una persona a dover dettare legge sul giudizio e Liv aveva un cuore grande.

Quasi quanto quello di Cirilla.

La giovane guardò fuori dalla finestra la bellissima distesa innevata che andava sparendo per le giornate che diventavano sempre più calde.

Le mancava qualcosa.

Aveva un buco nella sua anima che nemmeno l'affetto delle sue persone care riuscivano a colmare. Prese calamaio e carta e cominciò ad abbozzare quello che sentiva senza indirizzarlo a nessuno in particolare.

Ho sconfitto un gigante, mi sono fatta valere ma nulla sembra darmi soddisfazione. Vivo ogni giorno come se mi avessero sottratto quella cosa che comanda la felicità. Sono come un relitto alla deriva in una tempesta senza luce. Siedo dietro una scrivania troppo grande, indosso vestiti troppo sfarzosi, porto trecce per battaglie che non ho mai vinto.

Vorrei tanto che qualcun venisse a svegliarmi da questo incubo.

Eppure volevo fare ritorno a casa, perché mi sembra di essere ritornata in un villaggio fantasma e perché, mi sento la regina degli estranei nonostante sia stata baciata dall'amore appena ho messo piede qui?

Cosa mi manca?

Cosa sto cercando?

Chi può darmelo?

"Maestà!" Mathias scattò all'interno della stanza quasi scivolando sul pavimento. Raggiunse la scrivania dove Cirilla stava seduta a scrivere i suoi pensieri e si spaventò all'entrata del consigliere.

[2]Sol - Il Dio Sole [hs] - AU - MatureWhere stories live. Discover now