Capitolo 97

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I giorni passarono lentamente. Tutti aspettavano con trepidazione la notte poiché attaccare in quel momento sarebbe stato un suicidio, per via della neve e delle temperature basse. I soldati, trascorrevano le loro giornate ad allenarsi e a razionare il cibo. La presenza di sua maestà li teneva con il cuore alto e lo spirito allegro. Nessuno di loro beveva fino a perdere i senti, però l'alcool aiutava contro l'ipotermia.

Henry e Cirilla, ormai andavano a letto vestiti per combattere. Nessuno dei due si spogliava mai del tutto, alcune notti, Cirilla dormiva persino con gli stivali.

Avevano preso l'abitudine di fare l'amore tutte le sere. Era una cosa veloce ed intensa, ogni volta come se potesse essere l'ultima volta. Si concedevano quel momento per loro, era l'unico tempo che avevano e non lo volevano sprecare.

Succedeva di solito in maniera bizzarra, senza uno schema preciso. Una volta erano nella tenda e stavano contando quanto tempo avevano ancora prima che i danesi riuscissero ad oltrepassare la montagna di neve che li separava da loro, quando Henry e Cirilla si guardarono un momento solo.

Non se ne rendevano nemmeno conto dell'effetto che avevano l'uno sull'altra. Bastava un'occhiata e chiunque fosse nelle loro vicinanze capiva di dover abbandonarli o si sarebbe trovato partecipe di uno show a cui non erano certo stati invitati.

Si scoprivano il giusto, e adesso Henry la piegava sulla scrivania, adesso lo facevano in piedi, altre volte sul pavimento o nel bosco. Si amavano per una manciata di minuti tutti i giorni, per ricordarsi che si appartenevano piuttosto che per l'atto in sé.

Per rimembrare che nonostante tutto, erano ancora lì e avevano un altro giorno assieme. Erano famelici e non c'era nulla di dolce nel modo in cui si possedevano, ci sarebbe stato tempo per quello quando sarebbero stato al sicuro.

Non avevano altro.

Solo loro stessi.

Una volta finito, non parlavano mai, rimanevano abbracciati e si stringevano la mano. L'attesa era snervante ma così almeno Cirilla ed Henry non rischiavano di perdere la testa.

Mantenevano un contatto con la realtà assicurandosi id essere vivi ed insieme.

Non c'era cosa più pura che potessero fare per dirsi segretamente che si amavano e si sarebbero sempre amati. Tutti lo sapevano che i due giovani erano fatti per stare insieme e l'intero popolo di Mane promise di proteggerli affinché avessero potuto avere un futuro insieme.

Li guardavano scambiarsi baci tra gli alberi, quando pensavano che nessuno li stesse guardando, o incrociare i mignoli dietro la schiena. Erano un balsamo in tutta quella desolazione.

Ed erano medicina per i loro cuori.

L'amore vero lo è sempre, alla fine.

A Cirilla per l'occasione, fu regalata un'armatura che lei riconobbe immediatamente. Era quella di suo padre, risistemata appositamente perché lei potesse usarla e le diedero anche un arco di legno pregiato che al tocco era leggero come la nuvola ma una volta tra le mani di Cirilla diventava letale.

A Henry, in onore del suo contributo, fu forgiata una spada che aveva una pietra rossa al limitare del manico ed era di acciaio finissimo. Avrebbe potuto tagliare l'aria per quanto fosse affilata.

Alcune sere, quando non erano troppo giù di morale, Liv raccontava delle storie di come era Cirilla da bambina.

"Una volta, aveva deciso che avrebbe imparato a cucinare e Emil le costruì uno sgabello, ce l'ho ancora dietro tutte le provviste nelle dispense. Aveva sei anni e mescolò tutto col sale, suo padre quasi si soffocò per evitare di deluderla. Le disse che era eccellente e la faccia di Cirilla, con quelle guance sempre rosse e piene, era indescrivibile. Così come quei dolci che aveva fatto."

[2]Sol - Il Dio Sole [hs] - AU - MatureWhere stories live. Discover now