Capitolo 65

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Cirilla intrecciò i capelli velocemente per poi seguire il capo Håvard verso il campo dove la sua gente si allenava, era un recinto fatto di legno grande quanto quello dove di solito pascolavano gli Ovibos nell'altra isola. La ragazza non aveva freddo, il brivido della prova la stava facendo saltare sul posto per stiracchiarsi.

"Voglio proprio vedere cosa è riuscito a insegnarvi quel buono a nulla di vostro padre." Sentenziò Håvard togliendosi la pelliccia e rimanendo a petto nudo. Cirilla abbandonò ogni cosa che potesse rallentarla, doveva puntare sulla velocità. Sulla forza non avrebbe avuto scampo.

"La prova," annunciò l'omone che aveva malmenato Nick che scoprì si chiamava Iver, "Consiste in una sfida a mani nude dove capo Håvard e la principessa Cirilla, dovranno costringere l'altro ad arrendersi. Non sarà possibile usare armi." Sentenziò Iver.

Quando Iver diede il via, Cirilla scattò e tutti emisero un sussulto sorpreso nel vedere quanto fosse veloce. La fanciulla scivolò accanto a Håvard ma non riuscì ad andare oltre poiché lui la afferrò per la vita e la gettò al tappeto nel giro di un millisecondo.

La neve fredda fu come una doccia chiarificatrice per Cirilla. Non poteva usare solo un'abilità. Doveva trovare la giusta combinazione.

"Noioso, prova di nuovo." La intimò Håvard guardandola dall'alto dei suoi due metri.

Cirilla si rimise in piedi e provò ad attaccarlo da un'altra direzione.

Questa volta finì contro uno dei legni che le taglio il fiato. Håvard l'aveva spinta con più forza questa volta.

"Siete paragonabile ad una mosca, altezza. Vostra madre ci avrebbe messo la metà del tempo." Cirilla si sentì pungere sul viso e stupidamente, caricò Håvard che con una mano se la fece passare da sopra la testa facendola finire col volto nella neve.

"Però siete altrettanto impaziente." L'uomo cercò di nascondere il sorriso che aveva sul volto e Cirilla capì che in qualche modo stava godendo della scena che gli stava regalando e non in modo cattivo.

Cirilla tossì la neve fuori dalla bocca, stava battendo i denti perché era completamente bagnata e il vento che soffiava le stava facendo venire i brividi. Provò altre volte e finì sempre allo stesso modo. Doveva trovare una soluzione e cominciò a scavare nelle lezioni con suo padre.

Cosa le diceva sempre?

"Davide non vinse per la prestanza ma per l'arguzia. Ci sono delle volte dove sarà il tuo cervello a salvarti."

"Sei veloce ed è un bene, ma correre non è sempre la scelta migliore."

"Guardati intorno, usa quello che ti circonda e se non puoi, colpiscilo dove fa più male."

A cosa serviva continuare? Era stanca morta e il capo sembrava invece fresco come una rosa. Lei non era Davide e non ce l'avrebbe fatta.

Poi si ricordò di come suo padre le accarezzava sempre i capelli quando la metteva al tappeto. Di come adorava raccontarle storie di guerra e passare il tempo assieme.

Si ricordò di come era morto e del fatto che aveva perso sé stessa quando l'avevano ucciso. Lo doveva a lui e a sua madre. Non doveva consegnare Mane per nessuna ragione. Avevano entrambi perso la vita per difenderla e lei non avrebbe ceduto.

Non sarebbe mai stato orgoglioso di una persona che getta la spugna. A suo padre piaceva che lei combattesse, anche sbagliando, certe volte anche quando era così sfinita da svenire nel provarci. Era così che aveva imparato tutto. Non le aveva insegnato le strategie come con Nick, ma l'aveva allenata per non fallire e non lo avrebbe fatto. Dopotutto era figlia di una donna che aveva mosso guerra contro un re, abbandonando tutti i suoi confort per amore. Era nel suo destino, opporsi al fato.

Non poteva assolutamente affrontare Håvard direttamente. Da qualsiasi direzione arrivasse, se lo aspettava. Doveva distrarlo.

Cirilla si rimise in piedi e si pulì il viso con il polso, aveva le mani rosse e stava tremando. Ancora poco e avrebbe fatto tanta fatica a rialzarsi.

"Anche tua madre, era testarda come te. Non ascoltava mai i consigli e finiva sempre al tappeto."

Cirilla guardò cosa aveva a disposizione oltre il suo sconforto e l'inadeguatezza a ricoprire le impronte di sua madre.

Aveva le poche forze rimaste, la sua velocità e tantissima neve.

Cirilla lo caricò ancora, Håvard si stava stancando perché la colpì allo stomaco questa volta facendola accartocciare sulla distesa bianca

Cirilla strinse la mano mentre sputava la saliva che le si era bloccata in gola quasi soffocandola e afferrò la neve che sentì scricchiolare nelle dita.

"Sei già stanca? Lei non si arrendeva mai, è stata un'allieva impeccabile. Tu sei cresciuta con tuo padre ed è questo il risultato."

Cirilla alzò di scatto il capo guardando Håvard con occhi in tempesta. Sembrava che Odino in persona stesse battagliando nello sguardo della ragazza.

"E ditemi Håvard" si sollevò Cirilla, il tono gelido. "Questo è stato prima o dopo che l'avete brutalmente uccisa?" L'uomo sembrò stordito. Cirilla scattò in avanti, sembrava un lupo per quanto era agile.

Håvard si piegò pronto a riceverla per finirla, Cirilla gli tirò una palla di neve direttamente sugli occhi e sfruttando la sua mira non mancò il bersaglio. L'uomo si portò le mani alla faccia, piegandosi momentaneamente, Cirilla scivolò sulla sua gamba e si sentì chiaro l'osso che si spostava facendo inginocchiare Håvard. La ragazza lo afferrò per il collo e si diede lo slancio verso l'alto, atterrando con il gomito sul tendine del gigante, che stramazzò al suolo.

L'intero clan si sporse attorno al recinto per essere sicuri di aver visto bene.

Gli aveva messo entrambe le gambe fuori uso e Håvard si dichiarò sconfitto. Cirilla aveva il fiatone e stava in ginocchio anche lei con la saliva che le pendeva dal naso. Si sentiva spompata e consumata, ma era tanto orgogliosa di averlo zittito.

"Stupendo." Cirilla scosse il capo.

"Come?" disse tossendo, le bruciavano i polmoni per la corsa.

"Meravigliosa." Håvard si era messo a sedere e stava applaudendo, gli occhi lucidi e la gamba quasi al contrario. Cirilla batté le palpebre allibita.

"Me l'avete fatta proprio sotto il naso, principessa. Proprio come faceva vostra madre." Cirilla lo guardò inebetita, poi controllò Nick che aveva gli occhi spalancati e sembrava non averci capito nulla.

Cirilla si sedette stringendosi lo stomaco che le doleva per la botta che aveva preso. Non riuscì a proferire una singola sillaba, era sconcertata.

"Perché siete contento?" chiese innocentemente. Håvard si risistemò la gamba a crudo e si rialzò immediatamente, camminando verso la principessa. La prese per la vita e la rimise in piedi, togliendole i capelli dal volto per guardarla meglio.

"Domani vi aspetto per discutere delle trattative a mezzogiorno."

Nick fu lasciato libero di correre da Cirilla e arrivò in tempo perché la fanciulla gli crollasse tra le braccia.

[2]Sol - Il Dio Sole [hs] - AU - MatureWhere stories live. Discover now