Capitolo 72

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Quella sera, dopo averla messa in un'altra gabbia più grande sotto la gigantesca tenda del principe, che era praticamente paragonabile ad un cottage inglese per comodità e ampiezza, Tristan le si avvicinò aprendo il lucchetto che teneva l'entrata della gabbia di legno chiusa.

A Cirilla faceva male qualsiasi cosa, era ferma nella stessa posizione da un sacco di tempo ed era ricoperta dei suoi stessi fluidi, sporca ma aveva ancora il fuoco in quegli occhi verdi e Tristan lo vide.

Era impressionato.

Si fece portare una tinozza di legno abbastanza grande da contenere sé stesso e mentre Cirilla si metteva seduta a fatica, cominciò a spogliarsi.

Lei gli diede appena un'occhiata, la cosa che desiderava non era il corpo di Tristan ma lavarsi via tutto in quell'acqua che fumava per quanto fosse calda.

Tristan aveva un corpo che era paragonabile veramente alla statua che aveva visto una volta del dio Ares. Con l'eccezione dei due fossette sul limitare della schiena che fecero arrossire Cirilla quando lui la scoprì a fissarle.

Si sedette nella tinozza con una gamba alzata e la testa abbandonata al bordo, sembrava rilassato.

Cirilla avrebbe ucciso per un po' di quella rassicurante acqua.

Si domandò se poteva rischiare ad avvicinarsi.

Udì chiaramente, nel silenzio della tenda, il cigolio della porta. Quando raddrizzò il capo, vide Cirilla nuda e quasi gli prese un colpo.

Nonostante non fosse al suo meglio, le si vedessero le ossa ed era coperta in macchie di ogni genere con i capelli quasi incollati tra loro, quando salì i due gradini e poi sollevò un piede per tastare la temperatura dell'acqua, a Tristan sembrava di essere di fronte a qualcosa di sovrannaturale.

Scivolò nella tinozza lentamente, consapevole che lui la stesse guardando. Gli diede il tempo di farlo, ormai non le era rimasto molto pudore dopo essere stata costretta a giacere chiusa per tutto quel tempo.

Cirilla sprofondò sotto l'acqua e lasciò che la avvolgesse. Si sentì in pace quando cominciò a massaggiarsi i capelli, districandoli. Quando riemerse, i capelli si erano allisciati all'indietro e i penetranti occhi verdi, sembravano come fuoco nella penombra.

La ragazza prese uno strofinaccio che era lì e lo strofinò sulla barretta di sapone, prima di cominciare a pulirsi. L'acqua era al livello giusto, le copriva i seni appena sopra il necessario, Tristan non si era nemmeno accorto di essere ipnotizzato dai suoi movimenti.

Aveva passato così tanto tempo a maltrattarla da essersi scordato l'effetto che le faceva. Cirilla lo sapeva bene invece. Il principe non voleva darle la soddisfazione di tirarla a sé e reclamarla, non voleva che lei sapesse che la desiderava disperatamente così con le mani si tenne incollato alla tinozza mentre guardava lo straccio massaggiare ogni centimetro del corpo morbido di Cirilla.

"Dov'è Nick?" chiese Cirilla. Il tono era atono e freddo.

"Sono queste le prime parole che mi dirai dopo giorni?" la provocò Tristan e lei si volse a guardarlo. Si diede una spinta e lo raggiunse, fu di colpo così vicina che Tristan tremò per un secondo. La ragazza prese dal tavolino vicino al principe il rasoio e dopo averlo insaponato senza che lui potesse ribattere, cominciò a sbarbarlo per bene.

"Cosa vorresti che ti dicessi?" Cirilla pulì la lama e riprese ancora lungo la mandibola.

"Come mai mi hai raggiunto nella vasca? Grazie per avermi liberato? Avrei potuto tenerti lì ancora per molto." Cirilla passò il panno sul rasoio lentamente e lo abbassò lungo la gola di Tristan e lo tenne lì, prima di muoverlo verso l'alto.

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