Capitolo 68

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Quella mattina Cirilla si era tolta gli abiti splendidi e aveva optato per il piano b. Se non poteva vincerlo con le buone, avrebbe usato le buonissime.

Indossò l'abito con cui Tristan l'aveva vista quella volta alla panchina e dove avevano parlato per ore, si acconciò allo stesso modo e si presentò allo stesso posto senza gioielli, solo con la sua adorabile presenza e abbastanza profumo da stendere un Ovibos.

Tristan la attendeva seduto sulla sediolina in pietra e comprese esattamente cosa stesse facendo Cirilla quando la vide apparire da dietro la sua gente.

Le sorrise compiaciuto e cominciò a scuotere il capo quando lei lo raggiunse.

Si era persino fatta le stesse trecce, non aveva tralasciato nulla.

"Questo è giocare sporco." Ammise Tristan guardandola. Lei sollevò il mento e lo ignorò.

"Avete pensato ad un accordo favorevole?" chiese innocentemente.

"Io mi prendo Mane, e voi, lasciamo qualcuno a governare questo posto dimenticato da dio e ce ne torniamo in Danimarca." Cirilla affilò lo sguardo seria.

"Mane è casa mia. Non diventerà una provincia danese. Nemmeno se doveste riuscire a sposarmi contro la mia voglia legandomi mani e piedi per chissà quale cavillo, Mane non sarà mai vostra." Tristan non l'aveva mai vista così seria e determinata e cominciò a prenderla sul serio.

"Voi non avete molto da darmi, Cirilla."

"No," confermò però poi aggiunse. "Ciononostante ho qualcosa che ancora desiderate e non provate a nasconderlo perché ve lo si legge in faccia, caro Tristan. Lo so che mi desiderate e non centra alcun contratto con questo. So che sotto quella coltre di rabbia e rancore, mi siete affezionato."

Cirilla gli posò una mano calda sulle sue intrecciate e Tristan si addolcì a guardarla. Sembrava un fiocco di neve che fluttuava nella stoffa azzurra.

"Possiamo pensare ad un accordo se decidete di venire a letto con me." Cirilla si sentì mancare l'aria e allora Tristan si mise in piedi, scollandosi la mano di Cirilla di dosso.

"Ma a voi l'idea da il volta stomaco, non è forse così?"

"No." balbettò e cercò di spiegarsi ma Tristan come al solito non la fece parlare.

"Meglio farsi scopare da quell'inglesino che da me, no? Se ci fosse lui a chiedervelo, probabilmente stareste già a rotolarvi sotto gli occhi di tutti. Oh, riesco a sentire la vostra voce mentre geme sotto le mani di quel bastardo. Così contenta, come una cagna che vede il padrone fare ritorno." Cirilla si dovette fare violenza per non schiaffeggiarlo. Era una regina non doveva perdere il controllo.

Persino Tristan rimase stupito da quel comportamento tanto adulto.

"Dovete lasciarmi parlare. Non passerò la mia vita con qualcuno che mi denigra a questa maniera."

"Non ne ho ragione, Cirilla. Non finché non mi date qualcosa che voglio, almeno per tenermi buono."

"Non lo avrete nemmeno se mi supplicate in ginocchio."

"Perché non sono bello abbastanza? O perché non ho quell'accento odioso e le stupide fossette sulle guance?"

"Perché non siete uomo abbastanza." Sputò Cirilla e poi si morse la lingua. Tristan si sollevò e Cirilla fu sicura che l'avrebbe colpita se Håvard non si fosse fatto avanti e non avesse messo una mano sulla spalla dI Tristan, costringendolo a sedersi.

"Non prendiamo scelte che potrebbero costarci care, adesso signore. Vi ricordo che siete in presenza di sua maestà la regina e voi siete solo un principe non desiderato nelle sue terre. Se vi facessimo del male, nessuno potrebbe veramente farcene una colpa."

[2]Sol - Il Dio Sole [hs] - AU - MatureWhere stories live. Discover now