Capitolo 12: La vita da Bae (servitore).

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Penso che la vita di un "bae" o di uno schiavo nei drama sia una vita miserabile: essere separati dalla famiglia, dai propri cari, essere picchiati e costretti a trasportare pietre pesanti e acqua. Nella vita reale, invece, penso che sia piuttosto patetica.

Come faccio a saperlo? Perché la sto vivendo adesso.

Pulire il bagno è il primo compito che mi è stato assegnato. Quando mi ha indicato con il dito il bagno, gli ho chiesto il motivo per cui era così sicuro che non avrei combinato un casino, ma non mi ha risposto. Si è limitato a spingermici dentro. Inoltre, mi ha anche minacciato dicendomi che se fossi scappato sarebbe andata a finire come quella sera, ma che questa volta avrebbe continuato fino al mattino seguente.

Bastardo malvagio, pervertito! Lo maledico nella mia mente. Mi copro il naso con la mano e entro in bagno, implorando di uscirne vivo.

Inaspettatamente, è più pulito della mia camera da letto. Perché vuole che io lo pulisca allora?

Mi sta prendendo in giro?

"Ai Tin." Lo chiamo, maledicendolo mentalmente.

Silenzio.

"AiTin" lo chiamo di nuovo, nel caso non avesse sentito la prima volta.

Silenzio.

"Maledetto di un Tin!" Lo chiamo per la terza volta, ma il risultato è lo stesso: nessuna risposta. Non è forse nella sua stanza? Lentamente, giro la maniglia e apro la porta. La prima cosa che vedo mi fa sorridere seccamente: il bel ragazzo è in piedi con le mani dietro la schiena. Mi fissa con quei suoi occhi. Il suo sguardo sembra quasi consumarmi.

"Il bagno è pulito". Faccio finta di non guardarlo e esco lentamente, passo dopo passo, in modo che il bel ragazzo non si accorga dei miei movimenti.

Ma dopo solo due passi, il bel ragazzo mi raggiunge.

"Dove stai andando?"

"Ho fame". Mento in modo molto goffo. I miei occhi non riescono ad ingannarlo. Così, si avvicina a me e mi fa indietreggiare finché la mia schiena non tocca il muro.

"Bugiardo", dice con voce roca.

Cazzo!!!

"Non sto mentendo" ribatto, non arrendendomi.
Quanto al bel ragazzo, non dice nulla, si limita ad avvicinarsi a me, sempre di più, così tanto che posso sentire il suo alito caldo.

Alla fine confesso.

"Ok, ho mentito" devo arrendermi per la sicurezza del mio prezioso corpo.

"Stai indietro" lo spingo, ma non lo sposto poi molto. Non è troppo più grande e pesante di me. Perché, quindi, è così forte?

"Torna al lavoro" ordina lui con voce tagliente.

"È già pulito. Non vedi?".

Mi sto infastidendo. Spingo la porta del bagno e trascino dentro il proprietario per mostrargli quanto è pulito. È possibile che mi venga chiesto di sostituire le piastrelle e di lucidarle per bene?

"Sì", risponde a bassa voce. È come se non provi alcun rimorso per quello che ha fatto.

"Allora dovrò ancora pulire questo bagno, Vostra Maestà?" lo rimprovero.

"Chi ti ha detto di pulire il bagno?".

"C'era bisogno di dirlo? Mi hai indicato il bagno poco fa".

"Ti ho solo detto di andare in bagno, non ti ho ancora detto cosa fare".

Huh!!! Uh, um... Comincio a ripensare a cosa era successo e mi rendo conto che è effettivamente come dice lui. Non mi aveva ancora ordinato di fare nulla, mi aveva solo indicato il bagno.

Ah, sono stato di nuovo sbadato. Non posso perdere la faccia.

"Allora, cosa vuoi che faccia?" chiedo.

"Fai il bucato" prende una cesta di vestiti e me la porge.

"Devo lavare i tuoi vestiti a mano?".

"Sì."

"Perché non li metti in lavatrice?".

"È sporca".

"Ma davvero" dico con sarcasmo.

Con riluttanza, inizio le faccende. Vado a prendere una bacinella e la poso sul pavimento. Apro il rubinetto e verso il detersivo, agitando la bacinella finché non si forma la schiuma, poi aspetto che l'acqua la riempa. Prendo la cesta piena di uniformi del bel ragazzo lì vicino.

"Rimani lì in piedi a controllare la qualità del lavoro?" chiedo. L'alta figura è appoggiata all'ingresso e mi fissa come se temesse che potessi rubargli qualche vestito. Non risponde, si limita ad annuire.

Oh! Sono così stufo!

Prendo un paio di pantaloni dal cesto e controllo se è rimasto qualcosa nelle tasche. Se non c'è niente, lo trasferisco nella bacinella.

"Cos'è questo?" mormoro incuriosito mentre allungo la mano nella tasca dei pantaloni e sento che c'è qualcosa dentro. Lo tiro fuori e lo guardo.

Cazzo!

Una scatola di preservativi.

Alzo lo sguardo e vedo il proprietario della scatola, immobile, come se non avesse visto nulla.

"Vuoi usarli?" dice il bel ragazzo, facendomi un sorriso maligno.

"Dannazione" getto quella dannata scatola in faccia al bel bastardo.
Pensavo di trovare solo una scatola, invece in tutte le tasche dei suoi pantaloni della scuola ci sono scatole di preservativi.

"Sei una prostituta o cosa?"

Non posso fare a meno di lanciargli un'altra scatola.

"Preparati" dice prima di entrare a raccogliere le cose che gli ho lanciato davanti.

"Cosa stai guardando?" chiedo al bel ragazzo quando vedo che mi sta fissando.

"Vuoi usarne uno?" mi chiede, chinando il viso e sussurrandomi all'orecchio.

"Stupido bastardo!" Lo maledico e gli verso del detersivo sul viso, inzuppandogli tutta la testa.

Cosa faccio ora? Non avrei dovuto farlo, devo fuggire. Ma, nel momento in cui i miei piedi toccano terra, vado incontro alla morte.

"Merda! Scivoloso!"

Dannazione!!! Finisco sdraiato sul pavimento.

Qualunque sia il karma di una persona, tornerà indietro.

Huh! Che cosa ingiusta.

My School President [Italian Version]Where stories live. Discover now