Capitolo 39: Il premio.

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Tutti i media televisivi e quasi tutti i giornali stanno diffondendo la notizia che alcuni studenti thailandesi hanno vinto la medaglia d'oro alle Olimpiadi Accademiche Internazionali in vari campi, specialmente in quello della chimica, dove si è ottenuto il punteggio totale più alto.

Signor Tinaphop Jirawatanakul.

Mi siedo a leggere la notizia condivisa su Facebook, soprattutto dai ragazzi a scuola e dagli insegnanti. Tutti sono orgogliosi dell'hashtag dedicato al bel ragazzo che ha portato in alto il nome dell'intera scuola, del Paese, della sua famiglia e soprattutto di lui stesso. Ammetto di buon grado la sua superiorità, potrebbe benissimo partecipare alle Olimpiadi Galattiche, sono sicuro che vincerebbe la medaglia d'oro anche lì.

Scorro fino a trovare un video dell'intervista al rappresentante degli studenti. La ascolto.

"Come ci si sente a vincere la medaglia d'oro più importante?" Una bella giornalista punta il microfono vicino alla bocca del bel ragazzo.

La persona interpellata appare come se avesse fatto indigestione per settimane. Sorridi dai, l'intervista verrà trasmessa dai media nazionali.

"Orgoglioso".

Rido, non per la risposta breve, ma per l'espressione sul bel viso della giornalista. Sicuramente si aspettava una risposta più articolata da parte del vincitore della medaglia d'oro.

"Quanto sei orgoglioso?"

"Molto."

Se fossi stato vicino a te, ti avrei sicuramente colpito. Più ti ascolto e più mi irriti.

"Hai qualcosa da dire ai giovani che hanno il sogno di rappresentare il Paese come te?"

"Provateci".

Ah! La giornalista rimane senza parole e con lei anch'io. Parla davvero troppo poco a volte, non è abbastanza. Riesce comunque a mantenere la sua espressione vuota di fronte alla telecamera. Dovrei proprio fargli un corso sulla personalità, sarebbe bello vederlo parlare con le altre persone senza dover per forza cercare di capire cosa intende dire.

"Gun."

Mi volto e vedo la signora Ratchanee che esce dalla porta sul retro. In viso ha la stessa espressione che mi aspetterei di vedere se vincesse alla lotteria.

"Cosa c'è, mamma?"

"C'è qualcuno per te." Dice mia madre entrando in casa.

Mh? Qualcuno per me? E chi sarebbe? Sono giorni che nessuno mi viene a trovare, soprattutto perché, in queste tre settimane di pausa semestrale, non avevo proprio provato a contattare nessuno dei miei amici. Non ho neanche in programma di viaggiare all'estero con la mia famiglia.

Mi alzo dal muretto in marmo del mio cortine dove ero seduto, metto via il cellulare e i fumetti ed entro in casa.

"Chi è, mamma?" Chiedo, ma non ottengo risposta.

Dov'è andata la signora Ratchanee?

Mi guardo intorno mentre entro in cucina, ma non trovo proprio nessuno. All'improvviso, sento delle voci provenire dalla sala, quindi mi dirigo verso il suono.

"Mamma... Tin!"

Tin mi guarda, ma solo per un millesimo di secondo. Hey! Sono il proprietario di questa casa, bel ragazzo.

I due sono seduti sul divano e Tin sta mostrando la sua medaglia a mia madre. Beh, sono onorato che mi abbia almeno rivolto un sorriso, anche se solo per pochi secondi.

Cammino verso di loro e mi siedo di fronte a lui.

Mia madre sembra molto emozionata alla vista della medaglia d'oro. Ma soprattutto, sembra orgogliosa. A quel punto mi viene da chiedermi se io l'abbia mai resa così orgogliosa. Tin mi riserva uno sguardo insolito di cui non capisco il significato. Sinceramente, non so neanche se voglio capirlo.

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