Capitolo 20: Caos.

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Accidenti...

Voglio urlare al mondo che sono capace di nuotare e di giocare a pallacanestro per tutto il giorno, ma non riesco a stare con il bel ragazzo neanche per una notte.

"Cosa c'è?"

Ok, non so che dirgli.

Faccio l'arrogante e non rispondo, mettendo le mani sui fianchi per fargli capire che ce l'avevo con lui.

"Ti ho chiesto, cosa c'è che non va?"

Perché mi urli contro?

"Mi fa male". Rispondo a bassa voce.

"Cosa ti fa male? E perché?"

Secondo te?

Alzo gli occhi al cielo ed emetto un lungo sospiro irritato. Poi guardo il bel ragazzo con sguardo ardente, pronto a combattere.

"Per colpa tua". Rispondo.

"Mia...?" Indica se stesso, facendo la faccia innocente di una persona che non sa di aver fatto qualcosa di sbagliato.

Vorrei prendere un martello e colpirlo in testa!

"Non ricordi?" Gli chiedo per essere sicuro.

Aspetto la sua risposta. Il bel ragazzo ci pensa un attimo prima di dire...

"Hm."

Spero scherzi, come può non ricordare? Deve prendersi la responsabilità degli errori che ha commesso.

"Ieri sera, mi hai messo le mani e i piedi addosso. Erano pesanti come un elefante." Gli racconto cos'era successo nella speranza che si ricordasse.

Il bel ragazzo mi guarda con una smorfia, poco prima di gettarmi in testa il suo asciugamano bagnato.

Ah!

Mi tolgo lentamente l'asciugamano dal viso e digrigno i denti. Lui si alza, prende l'uniforme scolastica e comincia ad indossarla.

"Non ho fatto niente in particolare, non ti sono mica saltato addosso. Come puoi essere così dolorante?" Il bel ragazzo si volta verso di me.

Saltato addosso? Non dire così, mi preoccupi.

"Come sarebbe niente in particolare? Cosa avresti fatto, secondo te?" In realtà, so perfettamente cosa aveva fatto, lo avevo vissuto in prima persona. Lo vedo alzare un sopracciglio, mentre si abbottona la camicia. Poi mi si avvicina talmente tanto che finisco sdraiato sul letto.

"Solo... questo." Sussurra al mio orecchio, facendomi venire la pelle d'oca. Mi blocco completamente, sentendo il calore del mio corpo aumentare.

"Spostati." Il suo tono di voce è riuscito a spiazzarmi, ma mi riprendo subito dopo e spingo via il suo viso con entrambe le mani, allontanandomi rapidamente da lui.

Ora sono al sicuro...

"Fatti una doccia." Mi dice.

Sono forse il suo servo? Mi dice sempre di fare questo e di fare quello!

"Perché hai chiuso la porta del bagno?". Dico alzando la voce, ancora arrabbiato. Lui si alza dal letto, mettendosi le mani sui fianchi. Vedendo che non riuscivo ad aprire la porta, il bel ragazzo scuote la testa e se ne va, dicendo...

"Più stupido della porta".

Se ne sta andando senza dirmi perché la porta è chiusa a chiave? Chi sarebbe quello più stupido della porta? Sono così confuso. Mi alzo grattandomi la testa e cerco di aprire la porta del bagno, ancora senza successo.

My School President [Italian Version]Where stories live. Discover now