Capitolo 38: Fastidioso.

45 3 0
                                    


E' arrivato il momento dell'esame finale del semestre, che determinerà se uno studente di M.6 riuscirà a mantenere la media dei voti accumulati nel semestre precedente. Se non svolgerò bene questo esame, i miei voti si abbasseranno e influenzeranno la mia media. Si dovrebbero incentivare gli studenti ad ottenere buoni voti, ma non succede mai perché questo particolare esame è molto difficile, il che fa accumulare stress per tutta la settimana che lo precede.

"Questa domanda della professoressa Punayak..." Brontola io, grattandosi la testa come se stesse cercando di togliersi la forfora. "E' molto difficile."

"In realtà, è piuttosto semplice." Dice in tono gentile Po, il grande figlio di Euclide. Tutti si girano verso di lui.

"Beh, tu sei un Dio." Dice Win.

"Tu riesci?" Mi chiede Yo, facendo voltare tutti nella mia direzione.

"Credo? Forse qualcosa." Dico la verità, perché ci sono ancora alcune cose che non riesco a capire. Sono troppo difficili. Le cose che non riesco a capire sono circa il 95% del totale.

"Ohh, vi odio entrambi." Grida Yo, alzando gli occhi al cielo. Po si avvicina a me, mi fissa e poi mi da un bacio sulla guancia.

Ehi! Gli altri potrebbero farsi un'idea sbagliata!

Mi asciugo rapidamente la bava dalla guancia e mi guardo intorno, per controllare se ci sia qualcuno. Fortunatamente, non c'è nessuno.

-

Dopo la pausa pranzo, ci sediamo insieme davanti all'aula d'esame: Yo e Pat leggono insieme le formule di fisica, Win legge i suoi appunti, Po ascolta la musica e io sto semplicemente seduto a guardarmi intorno. E' il mio modo per ammazzare il tempo, anche perché se leggessi frettolosamente come stanno facendo Yo e Pat non sarei in grado di ricordarmi nulla. Improvvisamente, vedo da lontano una persona appoggiata ad una colonna e mi rendo conto che si tratta del bel ragazzo!

L'esame di fisica non è così difficile. L'insegnante ci assegna un compito sugli stessi argomenti di cui avevamo trattato in classe. Alcune domande sono più difficili, ma basta usare la giusta formula per trovare le risposte. Riesco a rispondere sia alle domande aperte, che a quelle a scelta multipla. Spero che il voto sia buono come quelli dei miei esami precedenti.

Una volta usciti dall'aula d'esame, andiamo tutti a casa a studiare per prepararci per gli esami difficili di domani, ovvero quello di chimica e quello di biologia. Li passeremo sicuramente.

Una volta a casa, prendo un cartone di latte e lo porto nella mia stanza. Prendo subito il libro di testo e inizio a studiare. Quello che temo non è biologia, ma chimica. Anche se il mio voto di metà trimestre era buono, quello precedente era di molto inferiore alla media. Questo esame è obbligatorio, quindi devo ottenere un voto alto per aumentare la mia media.

Ben presto, si fanno le dieci, quindi decido di chiudere il libro e riporlo nel mio zaino. Prendo, poi, un asciugamano, intenzionato a fare una doccia, quando sento il mio telefono squillare. Cammino verso il mio comodino e prendo in mano il mio cellulare. Guardando lo schermo, un sorriso si apre automaticamente sul mio viso.

Sn sta chiamando...

Mi schiarisco la voce una volta prima di premere il tasto di risposta e portare il telefono all'orecchio.

"Cosa vuoi?"

"Com'è andata?"

Sentendo la domanda, capisco subito che si riferisce all'esame che ho svolto oggi.

"L'esame?"

"Sì."

"Un po' difficile." Rispondo onestamente.

"Hmm."

"E a te, invece?" Chiedo educatamente, sapendo che sicuramente avrebbe preso il massimo dei voti.

"Bene." Risponde umilmente. E' in grado di fare tutto, ottiene sempre il voto più alto ma comunque non si vanta mai. Questa è un'altra cosa che mi colpisce. Non importa quanto sia bravo, non si vanta mai, né guarda dall'alto in basso chi è più scarso di lui... A parte quando mi insulta dicendo che sono uno stupido.

"Domani l'esame di chimica sarà parecchio difficile?" Chiedo al rappresentante delle Olimpiadi di Chimica, visto che ho ancora paura di non riuscire a passarlo.

"Non è difficile".

"Non è difficile per te". Stringo le labbra. Se mi vedesse, sono sicuro che alzerebbe le sopracciglia.

"Credi in te stesso".

"Ci proverò". Voglio credere alle sue parole, ma accidenti, il mio cervello non ne vuole sapere.

"È tardi". Mi dice il bel ragazzo, il che vuol dire che dovrei andare a dormire.

"Non ho ancora fatto la doccia". Mormoro.

"Vuoi fare una doccia?" Chiede con voce sexy e roca.

Ma che cazzo!

"Non fare così!" Sbotto. Sento una debole risata dall'altro capo del telefono.

"Perché ridi?" Il mio viso è in fiamme.

"Niente".

"Bene. Non farmi scoprire che stai ridendo". Lo minaccio.

"Perché?" Chiede con voce profonda.

"Ti sgriderò".

Cos'altro dovrei fare se non sgridarti, eh furbone?

"Che paura".

Oh... Tutto ciò mi sembra ridicolo.

"Ti stai prendendo ancora gioco di me?" Chiedo a voce alta e sento la sua risata mal trattenuta.

"No."

"Menti."

Stai ridendo a crepapelle.

"Smettila-"

"Voglio prendermi cura del tuo cuore."

Merda... le sue parole mi fanno bloccare. Non sento più nulla.

Ti odio, bel ragazzo. Odio le tue stupide parole. Questo non sei tu, stronzo. Riportatemi il bel ragazzo che ama stare in silenzio, che parla raramente e che è un gran testardo.

"Voglio fare una doccia".

In un momento come questo, il mio cervello non riesce a pensare a nulla da dire. Penso che sia meglio troncare la conversazione, ma a quanto pare lui non me lo vuole permettere.

"Accendi la videocamera mentre fai la doccia".

"Tin!" Ringhio nel telefono senza pensarci. Se fosse davanti a me, gli darei un pugno in faccia.

Che ragazzo folle, impertinente e fastidioso!

"Sì?"

"Ti odio!" Lo rimprovero un'ultima volta, poi chiudo la telefonata e butto il telefono sul letto. Mi precipito in bagno e aziono la doccia con la massima pressione, sperando che serva a rinfrescarmi un po' la mente e il corpo, perché in questo momento è troppo caldo.

Voglio uccidere qualcuno.

My School President [Italian Version]Where stories live. Discover now