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Z A C H A R I A S

Mentre cammino per raggiungere la sala d'aspetto, non posso far altro che pensare a quanto sia stato fortunato ad uscire totalmente indenne dall'incidente.
A quanto pare ho sbattuto la testa contro il finestrino, che si è frantumato in mille pezzi, ma non mi sono fatto nulla se non qualche graffio sulla guancia sinistra.

L'infermiera, una svedese dall'accento marcato, apre la porta rivelando tante sedie blu e un pavimento di piastrelle bianche che riflettono la luce accecante delle lampade a led.
Ha un aspetto talmente ordinario da rilassarmi e farmi sentire a mio agio.

All'improvviso sento qualcuno gettarsi fra le mie braccia. Non riesco a vederla in faccia, ma riconosco il profumo al miele di Annabeth.
Non appena si stacca dall'abbraccio allunga una mano verso la guancia bendata, poi sposta il suo sguardo preoccupato verso di me. «Come stai?» chiede.

«Sto bene, ancora un po' stordito» rispondo. Effettivamente sono ancora confuso, con le gambe deboli e la testa pesante: non vedo l'ora di gettarmi fra le coperte del mio caldo letto per dormire.

«Cos'è successo?» 
Vorrei poter rispondere a questa domanda, ma non la renderebbe affatto felice. Dovrei per davvero dirle che volevo arrivare a casa prima di lei per poterle fare una proposta di matrimonio? Andrebbe su tutte le furie e rovinerebbe solo la sorpresa.
Quindi dovrei mentirle? Non è facile farlo, soprattutto sotto quello sguardo accusatorio: sotto l'apparenza dolce e tenera, si nasconde una testa calda.

«Ero particolarmente stanco e ho usato il cellulare mentre guidavo. Sono stato un idiota.»

Mi osserva attenta per qualche secondo, poi sospira. «Un totale idiota» concorda.

Ci sediamo in disparte, dove mi fermo ad osservare le persone accanto a me: ci sono una coppietta di anziani, che si tengono per mano e sussurrano parole di conforto, un giovane che aspetta il suo turno per una visita medica e una bambina che deve fare il vaccino per la prima volta.

«Immagino tu abbia molte domande» dice Annabeth «Ma penso sia meglio che ti dica subito cos'è successo. Non sei l'unico ad essere finito in ospedale, Zach, ma anche altri due ragazzi nell'auto contro la quale ti sei scontrato.»

«Sai niente di loro?»

Annuisce. «Il ragazzo è uscito indenne, mentre lei è ancora sotto esame. Non so altro, purtroppo, ma per qualsiasi cosa ti informerò.»

«Andiamo a casa?» chiedo.

Tira fuori dalla borsa le chiavi della sua auto. «Va bene.»

Quando chiudo la porta di casa alle mie spalle, prendo una decisione: là fuori lascerò anche l'incidente

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Quando chiudo la porta di casa alle mie spalle, prendo una decisione: là fuori lascerò anche l'incidente.
Non posso permettergli di rovinarmi la vita, perciò lo getterò alle spalle senza più guardarmi indietro.
Sarà un bene anche per Annabeth, che sembra molto più scossa di me: per tutto il viaggio di ritorno non ha fatto altro che chiedermi come stessi e se avessi bisogno di qualcosa.

Ho deciso anche di aspettare per proporle le nozze, ormai l'atmosfera romantica che avevo immaginato è completamente sfumata, e lei sembra parecchio nervosa.
Non mi preoccupo però, in fondo abbiamo ancora una vita intera per sposarci e il momento giusto arriverà.

Mi stendo accanto a lei nel letto matrimoniale e le circondo le spalle con un braccio.
Appoggia la testa sul mio petto come fa sempre, dice che ama ascoltare il battito del mio cuore. «Ho avuto veramente paura» dice.

«Non preoccuparti, ora sono qui e sto bene.»

Si appoggia sui gomiti e sorregge la testa con i palmi delle mani. «No, intendo, veramente tanta paura. Ero terrorizzata all'idea di perderti, di non vederti più girare la domenica mattina per la cucina, di non ricevere più tuoi messaggi...» Sospira «Hai mai pensato a come sarebbe la nostra vita se uno di noi se ne andasse?»

Sì, molte volte.
Spesso mi ritrovo a pensare a come senza di lei sarei perso: se morisse non sarei in grado di superare una perdita così grande nella mia vita.
Lascerebbe un vuoto talmente grande da non poter essere riempito. Potrebbe essere sostituito, ma non riuscirei mai a dimenticarmi di lei.

«Sì» Annuisco «Ma non pensiamoci. Siamo qui e questo è l'importante, godiamoci ogni nostro momento insieme.»

Scoppia a piangere. «Appena ho saputo dell'incidente mi si è fermato il cuore, ho pensato di averti perso per sempre. Sei così importante per me! Sei la mia risata, il mio sorriso e in questo momento anche le mie lacrime. Tu sei ogni cosa felice di questo mondo per me, perderti sarebbe come uccidere i miei sentimenti. Se ti perdessi, perderei anche me stessa.»

La stringo in abbraccio. «Ehi, non ti lascerò mai» Con il pollice le asciugo una lacrima che le scorre lungo la guancia destra, poi sorrido. «Sei bellissima anche quando piangi.»

Spengo la luce, poi ci stringiamo fra le coperte. La ascolto addormentarsi, sento il suo respiro farsi sempre più leggero.
Ricordo la prima volta che la vidi dormire: era bellissima, più del solito. Le labbra erano incurvate in un piccolo sorriso e aveva un'espressione rilassata, quasi beata, mentre i capelli biondi erano sparpagliati sul viso. Ricordo ancora quando glieli spostai dietro l'orecchio in ciocche ordinate e come quel piccolo gesto le fece il solletico, infatti si strinse ancora di più a me.

Avvolto dal buio della stanza non riesco a vederla, ma posso immaginarla tale e quale a quella sera. Ognuno di noi quando dorme assume un'aria innocente, anche le persone più cattive di questo mondo.
Annabeth, però, quando si sveglia, rimane innocente, rilassata e piena di vita.

Tento di addormentarmi, ma qualcosa mi ferma.
Quella ragazza.
Chi è? Starà bene? Sarà già uscita dall'ospedale?
Non posso far altro che preoccuparmi per lei nonostante non abbia idea di chi sia, perché a causa mia le si sarà probabilmente rovinata la vita.

Sì, ho deciso di lasciarmi alle spalle l'incidente, ma prima voglio sapere chi è lei e se sta bene.
Domani tornerò all'ospedale per cercare i suoi genitori o, magari, l'amico che era in auto con lei.
Sono felice che almeno lui stia bene, un'altra persona sulla coscienza potrebbe farmi impazzire.

Sospiro, richiudo gli occhi e cerco di prendere sonno, sperando che quella misteriosa ragazza stia bene.

N/A

Sono viva!

È assurdo: ogni volta che scrivo una storia, la aggiorno ogni ventimila giorni.
Non è colpa mia, però. (In realtà sì ma shh)

Il prossimo capitolo sarà migliore di questo, che serve a presentarvi di più Annabeth (LA MIA PREFERITA, QUINDI AMATELA) e il rapporto con Zach.

Mi scuso anche per gli errori, ma non ho avuto il tempo di rileggere il capitolo. Nel dubbio segnalatemeli.

Non ho altro da aggiungere, vi auguro in anticipo una Buona Pasqua e di mangiare tante uova di cioccolata.🐣

Quante ne avete ricevute?

Io nessuna, sad Martina.😭

Ci sentiamo nel prossimo capitolo, perciò fra una vita intera.❤️

Love youu❤️❤️🐣

Dietro ai miei occhi [Cartaceo disponibile] Where stories live. Discover now