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T A S Y A

Avere un attacco di panico è come cadere nell'oscurità.

Inizia lentamente, si insinua nelle tue ossa e nella tua mente e l'ansia comincia a prendere il controllo all'improvviso. Non avviene in un secondo, è un processo lungo e angosciante e capisci fin dall'inizio come andrà a finire.
Respirare diventa difficile, dando il via alla fase che definisco "vuota": siete tu e il tuo respiro affannato, nessun altro.

Il cuore batte forte, come un tamburo che suona proprio vicino al tuo capo, che causa un martellante e penetrante mal di testa.
Vorresti strapparlo dal collo, vorresti lacerarti le orecchie per non udire più quel rumore assordante, ma non c'è nulla che tu possa fare: sei semplicemente impotente.

Ti agiti e ti arrabbi, vorresti spaccare tutto e colpire chiunque ti capiti davanti. È così frustrante, così doloroso! A volte mi capita di domandarmi: perché, fra tutti, proprio me?
Comincio a pensare che non passerà mai e che potrei addirittura morire da un momento all'altro, non riesco a fermare i miei pensieri peggiorando solo la situazione.
Ciò che mi passa per la testa mi fa paura e inizio a tremare in modo incontrollabile, le mie gambe e le mie braccia vengono scosse da tremolii terrificanti.

Senti un doloroso peso al petto e l'aria scomparire, ti senti soffocare sempre di più e cominci a boccheggiare come se stessi affogando. Cerchi di risalire a galla in disperata ricerca d'ossigeno.
Inizi a sudare e risciacquarti il viso con acqua ghiacciata quasi ossessivamente, fino a non sentire più la pelle per il freddo.

La parte peggiore, però, arriva quando l'attacco di panico finisce.
Quando hai fame d'aria, quando il tuo cuore è impazzito e non ti rimane nulla se non l'angoscia.
Provi forte vergogna per ciò che è appena successo e speri che nessuno abbia assistito al momento più fragile della tua giornata, continuando a vivere nella costante paura possa ripetersi.

Passo le mani sulla faccia cercando di cancellare le tracce lasciate dalle lacrime, sentendo il mascara su tutto il viso e le ore passate a prepararmi per il concorso andare in fumo.
Rachele sta provando a rassicurarmi, ma non può immaginare cosa stia accadendo nella mia mente in questo momento: è bastato immaginarmi su quel palco per scatenare il panico.
Un unico pensiero, un'intera serata rovinata.

«Te la ricordi la concorrente dell'anno scorso?» chiede, forse per smorzare la tensione. Nego con il capo. «Durante il suo discorso ha tirato un rutto talmente forte al microfono che quelli che passeggiavano in mezzo alle bancarelle credevano fosse un tuono e che un temporale fosse in arrivo. Nel panico hanno tutti tirato fuori gli ombrelli, è stato pazzesco.»

Il suo tentativo di tirarmi su il morale non fa altro che peggiorare la situazione. «E se capitasse a me?» chiedo, passando le mani tremanti fra i capelli. Faccio un respiro profondo per mantenere la calma. «Tu hai mai partecipato a uno di questi concorsi?»

«No, ovviamente no. La gente dice che sono carina, ma stento a crederci. Non ho molta autostima e non sarei mai capace di camminare davanti a così tante persone come se niente fosse. Mi piaccio con pochi amici, ma conosciuta per quel che sono veramente» ridacchia. «E poi non sono una tipa coraggiosa, non riuscirei mai a parlare davanti a una folla. Perciò sii fiera di essere arrivata fino a questo punto, non è da tutti. Sei l'unica ad avere le palle di dire la verità a chi piace vivere nella menzogna.»

Tiro su col naso. «Ho paura.»

Mi accarezza il braccio. «Lo so, ma andrà tutto per il meglio, vedrai. Capiranno anche loro che sei una ragazza stupenda e piena di qualità e che nessuno di noi ti merita» mi stringe in un abbraccio. «Fra poco è il tuo turno, non abbiamo tempo per sistemare il trucco e i capelli. Sei pronta?»

Dietro ai miei occhi [Cartaceo disponibile] Onde histórias criam vida. Descubra agora