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T A S Y A

«Ciao, sono Tasya. Stanotte non sei rientrato e sono molto preoccupata. Hai già provato tutto questo sulla tua pelle e sai quanto possa essere stressante, perciò potresti richiamarmi?» Incastro il telefono fra l'orecchio e la spalla, poi sospiro. «Spero stiate entrambi bene. Per favore, fatti sentire.»

Lancio il cellulare sul tavolino e mi prendo la testa fra le mani, sentendo Kol avvicinarsi con delle tazzine tentennanti. L'odore di caffè mi si infila nelle narici e mi fa venire l'acquolina in bocca, ma il nodo che sento allo stomaco non demorde, continuando a farmi passare l'appetito. Non mangio nulla da stamattina e ho dormito solo due ore: le uniche cose che mi fanno andare avanti sono caffeina e caramelle gommose.

«Ancora nulla?» chiede il mio ragazzo.

Nego con il capo.

Ho ricordi sbiaditi di ieri sera, sia perché ho bevuto qualche bicchiere di champagne di troppo, sia perché è successo talmente in fretta da averci lasciati tutti confusi. Annabeth è rientrata a casa, infatti sono riuscita a sentire la sua voce, poi ha cominciato a discutere con Zacharias ed entrambi sono usciti di casa senza fare ritorno.
Ho provato a chiamare entrambi, ma nessuno dei due risponde e nemmeno Calvin e Andrew sanno cosa sia successo.

Dopo averli sentiti uscire abbiamo interrotto la festa e sistemato il salotto. Andrew e Calvin sono tornati a casa, mentre Kol ha deciso di rimanere con me finché Zach e Annabeth non avrebbero fatto ritorno. Alla fine è rimasto a dormire, infatti non aveva intenzione di lasciarmi indifesa, preoccupata e da sola, peccato che lui, a differenza mia, sia riuscito a prendere sonno, mentre io sono rimasta tutta la notte col cellulare sul petto in attesa di qualche notifica.
Il suo leggero russare, per quanto adorabile, ha solo peggiorato la situazione, ma non ho avuto il coraggio di svegliarlo.

«Cosa facciamo nel frattempo? Vuoi uscire? Potremmo fare una passeggiata al parco e andare a mangiare un kebab in centro» propone, baciandomi il dorso della mano. «E se andassi a comprare il tuo gelato preferito e facessimo una maratona di serie tv?»

«Il gelato al mango lo vendono solo dall'altra parte della città, è a un'ora da qui» gli faccio notare.

«Sì, e quindi?»

Sospiro. «Che ne dici di passare tutto il giorno a farci le coccole? Zero fatica, zero costi.»

«E se facessi anche una cioccolata calda?» lo immagino sorridere. «Ho controllato e in cucina ce n'è a palate.»

Annuisco. «Vada per la cioccolata calda.»

Mentre Kol va in cucina, io mi stendo sul divano abbracciata a un cuscino.
Zach mi aveva detto che le cose non stavano andando bene fra lui e Beth, ma non credevo così tanto. Non mi sono mai interessata, non gli ho mai chiesto nulla e ora mi sento una persona terribile.
Non sarei dovuta cambiare?
Tutto ciò che ho fatto è stato fare qualche buona azione per una settimana e poi ritornare la Tasya egocentrica di prima.

E se mi stessi preoccupando inutilmente?
Potrebbero già aver fatto pace e magari ora sono insieme e si stanno godendo la vita da coppia quasi sposata.

Chiudo gli occhi e affondo il viso nel cuscino. Ieri sera, per provare ad addormentarmi, ho immaginato il mio futuro. Lo faccio sempre, mi aiuta un sacco e in un certo senso mi fa sentire bene. O progetto il giorno seguente, o invento storie fantasiose con me come protagonista.

Mi stavo immaginando su un altare, ma non ero io la sposa: era mia madre.
Il suo viso era confuso, quasi disordinato, ma era lei da giovane. Era uguale alla foto che mi mostrava sempre di lei e mio padre il giorno del loro matrimonio, la stessa che tiene sopra il caminetto in salotto, ma ormai è solo una memoria lontana e ricordo solo alcuni tratti di lei da ragazza. Anche di lei nel presente, a dir la verità: non vedendola più, me la sto completamente dimenticando.

Dietro ai miei occhi [Cartaceo disponibile] Where stories live. Discover now