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Z A C H A R I A S

L'essere umano si rifugia dietro ad una serie di frasi fatte che lo portano al totale isolamento. Forse non ce ne rendiamo conto, ma ogni volta che rifiutiamo di uscire con qualcuno per pura pigrizia, rischiamo anche di perderla per sempre.
Credi forse che le persone saranno sempre disposte ad aspettarti?
Purtroppo non siamo unici e siamo facilmente sostituibili, come se fossimo dei fazzoletti usa e getta.

Tra un impegno e l'altro, purtroppo, mi sono ritrovato separato da Tasya, che non sento dal giorno del terzo desiderio. Per me lei è importante, ma anche Annabeth lo è, e io sono solo uno, quando entrambe hanno bisogno del mio aiuto.
Vorrei poter creare un clone di me stesso, così non dovrei faticare troppo. Anzi, forse più di uno: il terzo lo manderei al lavoro al posto mio.

Così oggi mi sono presentato a sorpresa a casa della ragazzina, con un piccolo cupcake fra le mani per farmi perdonare.
Eppure la sfiga sembra volermi così tanto bene da non lasciarmi andare, infatti venendo qui ho scoperto due cose: primo, Tasya odia i cupcakes alla crema, il gusto che ho comprato io; inoltre è una delle sue giornate no, perciò apre raramente bocca e mi fissa - per quanto possibile - senza alcuna emozione negli occhi.

«Che ne dici di leggere il desiderio numero quattro?» propongo, cercando di fare conversazione. Mordicchio il dolce - ormai diventato mio dato che lei non lo vuole - e continuo ad osservarla, sperando di vederla sorridere e trasformarsi nella solita ragazzina felice. Quando i suoi genitori mi dissero che il suo carattere cambia fra le giornate positive e negative, non credevo parlassero di un cambiamento così... drastico. «Vuoi che lo legga dalla lista o vuoi dirmelo tu?»

«Come vuoi» risponde.

Sospiro ed estraggo la lista, passando le dita sui bordi del foglio. Sono curioso di leggere gli altri sei desideri rimanenti e ogni giorno continuo a domandarmi se, una volta terminati, l'amicizia fra me e Tasya si concluderà.
È qualcosa di vero o che è stato influenzato da questa storia della "Fatina dei desideri"?

Leggo le poche parole scritte accanto al numero "4" disegnato con un pennarello rosso e sorrido, pensando a quanto questa piccola ragazza abbia un cuore grande. «Fare volontariato» Pronuncio le parole ad alta voce e le lascio vagare per la stanza. Le immagino rimbalzare contro i muri, in attesa di una risposta da parte di Tasya. «A breve faranno un'asta di beneficenza, ma non conosco nessuno e non saprei come farti entrare nel giro. In ogni caso, ci riuscirò, non preoccuparti.»

«Sembri stanco» mormora, poggiando il mento sul cuscino che tiene fra le mani. «Nel senso, riesco a percepire una certa stanchezza nella tua voce. È abbastanza evidente, a dir la verità. Dormi?»

Questa è la frase più lunga che abbia detto da quando ho messo piede in questa stanza, così accenno un piccolo sorriso e poggio una mano sul ginocchio destro. «Non preoccuparti, sto bene.»

«Potresti chiamare Annabeth e chiederle di venire qui? Voglio parlare con lei.»

Sgrano gli occhi e per poco non mi strozzo con la mia stessa saliva. Da Beth mi sarei aspettato certe parole, ma da Tasya?
Evidentemente la giornata fra donne che ho suggerito deve aver funzionato, nonostante Annebeth mi abbia detto che non ha aperto bocca quasi mai. In ogni caso, un'amicizia fra le due mi farebbe anche comodo: almeno non mi ritroverò più fra due fuochi.

«Certo. La chiamo e le chiedo di venire qui.» Annuisco, come se stessi cercando di autoconvincermi.

Prendo il cellulare e invio un messaggio alla mia ragazza, chiedendole di raggiungermi il prima possibile a casa di Tasya. Mentre attendo una risposta continuo ad osservare i suoi lineamenti dolci, che formano un'espressione all'apparenza rilassata.
Quanta sofferenza si nasconde dietro quella neutralità?
Non sono uno psicologo, non sono un esperto, ma sono sicuro che dentro di lei le cose non si siano ancora calmate, che una tempesta di emozioni si infrange insieme ai suoi sogni sulle onde di un mare di tristezza.

Vorrei potesse parlarmi, dirmi come si sente, ma sono sicuro ci sia qualcosa che ancora mi sfugge. I suoi repentini cambi d'umore, la sera a casa dello zio quando si è all'improvviso ammutolita... È come se leggessi in mezzo alle righe senza comprendere del tutto la storia.

Il cellulare vibra per segnalare la risposta da parte di Annabeth, parole che avrei preferito non leggere ad alta voce. «Beth è ancora all'università e prima di stasera non riuscirà a venire, ma cercherà di finire il prima possibile» spiego.

«Okay.»

«Allora... Io vado, okay? Fammi sapere poi come va con Annebeth, eh» Accenno un sorriso. «Ci vediamo, mi farò sentire e ti farò sapere per l'asta di beneficenza.»

Aspetto una risposta, che arriva dopo interminabili secondi di silenzio. «Okay» mormora.

«Quindi si è tutto risolto fra di voi?» chiede Yamama, inarcando un sopracciglio

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«Quindi si è tutto risolto fra di voi?» chiede Yamama, inarcando un sopracciglio.

Sospiro e mi stringo la punta del naso fra il pollice e l'indice, chiudendo gli occhi e cercando di mantenere la calma.
La sera in cui io e Annabeth abbiamo avuto la piccola discussione riguardo ai messaggi in segreteria da parte dei nonni, credevo che Yamama e Milton fossero già sulla via di casa. Ma a quanto pare lui aveva dimenticato il pacchetto di sigarette in salotto e sono ritornati indietro. Stavano per bussare alla porta quando hanno sentito le urla della mia ragazza e, secondo me, anche buona parte della discussione, ma non vogliono ammetterlo.

«Sì, abbiamo fatto pace qualche minuto dopo» rispondo, ripensando a quella sera. I litigi fra me e Beth, di solito, non durano più di ventiquattrore, anche se la maggior parte delle volte sono io a fare il primo passo. «Inoltre è anche lo stress per il matrimonio, sai com'è... Preparativi, invitati...»

«Quando vi sposerete? Avete già una data?» chiede Milton.

«Non esattamente, ma speriamo il prima possibile. Forse fra tre mesi, forse di meno.»

«I tuoi genitori cosa ne pensano?» chiede Yamama.
«Oh, loro adorano Annabeth» Ridacchio. «La considerano loro figlia, forse sono più fieri di lei che di me.»

«E i genitori di Annabeth? Avremo mai l'onore di incontrarli?» chiede Milton «Non vivono in Inghilterra? Ci saranno anche loro al matrimonio, immagino.»

Sgrano gli occhi e per poco non mi strozzo con la mia saliva. Due volte nella stessa ora, un nuovo record. «Devo andare» annuncio, alzandomi frettolosamente, rischiando di ribaltare il bicchiere di birra sul balcone. «Ci sentiamo!»

«Ma...»

«Statemi bene!» esclamo, prima di uscire dal bar e lasciarmi alle spalle i due miei migliori amici.

N/A

Buonasera a tutti!

Vi rendete conto che fra 11 capitoli finirà la prima parte di DAMO? E che fra 11 capitoli mi vorrete uccidere? :)

Non faccio spoiler, ma verrete casa mia con torce e forconi, me lo sento.❤️

Ricordate però che io vi voglio tanto tanto bene e che senza di me non scoprirete mai come andrà a finire la storia!😄

Vi auguro una buonanotte, ma prima vi lascio la domandina del giorno: secondo voi come andrà a finire fra Tasya e Zacharias?

Al prossimo capitolo!❤️

Dietro ai miei occhi [Cartaceo disponibile] Où les histoires vivent. Découvrez maintenant