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Z A C H A R I A S

Parcheggio davanti al vecchio edificio e abbasso il volume della musica, permettendo al rumore della pioggia di farsi sentire. Il magazzino, abbandonato ormai da anni, ha un'aria ancora più tetra con il cielo nuvoloso come sfondo e con i graffiti che qualche ragazzo deve aver dipinto sulle mura grigie e crepate in un momento di noia.
Quando non viene affittato per qualche evento, questo posto è il punto di ritrovo degli adolescenti per poter fumare o fare feste senza alcun rischio. Il primo bacio, infatti, l'ho dato proprio qui, così come ho fatto la prima sbronza o la prima nottata all'aperto.
Prendo l'ombrello appoggiato sui sedili posteriori e ne passo uno anche a Tasya, che tiene gli occhi chiusi come se stesse dormendo.
Le cose con lei, per mia fortuna, si sono sistemate e sembrerebbe che abbia deciso di darsi una calmata e di regolare i toni quando parla con me e Annabeth. La riconciliazione con Kol deve aver fatto la sua parte, soprattutto ora che stanno di nuovo insieme e che lui ha deciso di rimanere a Yellowknife.

Rimaniamo seduti per un po' in silenzio e in ascolto della pioggia che si ribella fuori dal piccolo abitacolo in cui ci troviamo. Vorrei dirle tante cose in questo momento, ma ho paura di toccare qualche tasto dolente e di forzarla ad aprirsi di nuovo con noi. So che non sta bene e che ha bisogno d'aiuto, ma ho pensato sia meglio aspettare che sia lei a chiedercelo questa volta. Negli ultimi giorni si sta concentrando sul concorso di bellezza a cui parteciperà, soprattutto ora che è diventata una concorrente a tutti gli effetti: Calvin, in qualche modo, è riuscito a trovare un modo per inserirla e proprio ora ci sta aspettando nell'edificio per presentare a Tasya i vari organizzatori.

«Sto bene, se è quello che ti stai chiedendo» dice all'improvviso, passando le dita sul tessuto dell'ombrello.

«Davvero?» chiedo, voltandomi verso di lei.

I capelli sono raccolti in una crocchia alta, ma delle ciocche sono riuscite a sfuggire e le ricadono sul collo. Dei nei che non avevo mai visto prima sulla sua fronte sono scoperti e rimango ad osservarli magnetizzato. Qualche volta penso che questa ragazza sia talmente affascinante che starei ore ad osservarla. La gente spesso non si sofferma troppo su queste cose e sono state inventate addirittura parole come "carina" per non dire "bella". Cosa costa ammettere che pagheremmo per avere la bellezza di certe persone?

«Sì, anche se mi mancano mamma e papà e la loro assenza mi fa pensare a quando dovrò andare a vivere da sola» spiega, mordicchiando le labbra screpolate. «Ho paura, sai? Di quando dovrò crescere e iniziare a comportarmi d'adulta. Avere una casa mia, la solitudine...»

«Anche per me è stata dura, ma se si va a vivere insieme alla persona giusta le cose non sembreranno affatto diverse. Con Annabeth è stato facile, tranne quando passava l'aspirapolvere in camera alle sette del mattino» La sento ridere. «E la solitudine non deve spaventarti, non quando hai noi al tuo fianco.»

«Già» mormora.

«Pensi spesso al tuo futuro?» chiedo.

«No, non avrebbe alcun senso.»

Mi volto verso di lei, confuso. «In che senso?»

«Non ha un senso» fa spallucce. «E del matrimonio cosa mi dici?»

«Sono davvero nervoso, soprattutto ora che Beth diventa sempre più isterica ad ogni giorno in meno» spiego «E ho una notizia per te: ho letto accidentalmente uno dei tuoi prossimi desideri in anticipo, quello in cui desideri di suonare il violino davanti a una piccola folla.»

La sento sobbalzare. «Hai letto anche gli altri desideri? Anche l'ultimo aggiunto alla lista?» domanda con voce allarmata.

«No, non l'ho letto» la rassicuro. La sento sospirare di sollievo, mentre io continuo a guardarla confuso. Perché si è innervosita così? Cosa sarà questo undicesimo desiderio? Cosa mi sta nascondendo? Sospiro, decidendo di lasciar perdere. «Comunque volevo riproporti di suonare al nostro matrimonio fra tre settimane. Faresti felici noi perché non dovremmo assumere un musicista ed esaudiremmo anche il tuo nono desiderio. Ci stai?»

All'inizio la vedo un po' incerta, poi annuisce e mi stringe la mano. «Affare fatto, ma voglio comunque essere pagata.»

Spalanco la bocca. «Cosa?»

«Ovviamente. L'unica grandissima e famosissima musicista di Yellowknife suonerà al tuo matrimonio e tu pensi di averla gratuitamente? Certo che no, sciocchino.»

Sbuffo. «Va bene, ma andiamo prima che Calvin si arrabbi. E non vorrei mai ritrovarmi con altri debiti nei tuoi confronti.»

Scendiamo dall'auto e raggiungiamo l'ingresso, dove le pioggia riesce comunque a raggiungerci nonostante la tettoia. Mi affretto ad aprire la porta e ad entrare, ma non appena alzo lo sguardo dal tappetino con su scritto "benvenuti" rimango senza parole: quanto... rosa.
I vestiti delle ragazze, gli inviti per partecipare alla sagra e al concorso, i peluche sopra i vari scaffali, le bevande e i pasticcini, i separé e addirittura il palco sono colorati di un acceso ed eccentrico rosa confetto.

Mi avvicino lentamente a Tasya per sussurrarle: «Sei sicura di volerlo fare?»

Annuisce. «Sì, sono sicura.»

Non appena noto i cartellini numerati sulle maglie delle ragazze, una smorfia di disgusto appare sul mio volto.
Cosa sono, oggetti da numerare? Perché devono per forza mantenere questa tradizione?
Sono sempre stato contrario ai concorsi di bellezza, soprattutto perché nel 2018 non ho ancora sentito parlare di alcun concorso basato sul carattere. Veniamo ancora giudicati in base all'apparenza e trattati diversamente a seconda di come siamo fisicamente ed è una delle cose peggiori di questo mondo.
Non sono felice che Tasya partecipi a tutto questo e che venga usata come burattino estetico, ma se questo è il suo desiderio io non posso farci nulla.

«Ragazzi, eccovi qua!» esclama Calvin.

Insieme a lui si avvicina anche un'altra ragazza, che tiene lo sguardo fisso sul pavimento. Con la punta delle converse disegna cerchi immaginari sul pavimento e tiene le mani infilate nelle tasche dei jeans. Una camicetta color rosso vinaccia contrasta con la montatura nera degli occhiali, che, insieme ai capelli corti, valorizzano i lineamenti dolci del viso.
Non appena alza lo sguardo rimango colpito dal colore quasi glaciale dei suoi occhi, ancora più accentuato dalle luci a led. «Lei è la figlia di Linda, l'organizzatrice che si occupa della parte dei discorsi» spiega, indicandola. «È stata lei a trovare un modo per inseriti nel concorso, non io. Non posso prendermi alcun merito questa volta.»

La ragazza accenna un sorriso. «Piacere di conoscervi, io sono Rachele.»

N/A

NUOVO PERSONAGGIO Y'ALL!

Sono riuscita ad aggiornare solo perché non ho studiato per la verifica di matematica, ma tanto avrei preso 2 comunque quindi no problem yay. 💪

Ora vado a mangiare perché ho fame, have a nice life!

Ily ❤️❤️

PS: manca poco ad Halloween, voloo! 🚀✈️
Da cosa vi travestirete? Avete in programma qualcosa di particolare?
Io sì ehehehhe😏

Dietro ai miei occhi [Cartaceo disponibile] Where stories live. Discover now