1.8

406 46 120
                                    

T A S Y A

Con le dita accarezzo la superficie in legno della panchina, che al tatto risulta ruvida e ricoperta da aghi di pino. Il sole mi scalda il viso, mentre l'altra mano è occupata a carezzare il morbido manto del mio nuovo cane, che ho deciso di chiamare Sumo.

È da tutto il pomeriggio che sono al parco a giocare con lui: gli lancio il bastone e lui lo riporta, senza annoiarsi mai.
Mi ci sono già affezionata e non c'è momento in cui non ricambi l'affetto con qualche leccatina in faccia.

Il tempo sta andando avanti e a me sembra di rimanere indietro. È passato già un mese dal giorno dell'incidente e ormai vivere senza vista è diventato parte di me. Ci ho fatto l'abitudine, non mi lamento più.

Ho un modo tutto mio di stare a questo mondo, e mentre percepisco le persone attorno a me accettare la realtà, io immagino il mondo che preferisco.
Anche la cosa più brutta e triste ai miei occhi può diventare bella e preziosa, l'importante è che io riesca a convincermi.

Lancio il bastone il più lontano possibile, sentendo il cane partire al suo inseguimento, ma dopo mezzo minuto non ha ancora fatto ritorno. Cerco di tendere le orecchie per captare qualche rumore, ma sembrerebbe essersi volatilizzato.

«Sumo? Dove sei finito?» urlo. Provo a fischiare e richiamarlo più di una volta, ma il mio amico a quattro zampe non fa ritorno. E adesso come lo spiego a mio padre che il cane che ho da meno di qualche giorno è scomparso? E poi non dovrebbe essere addestrato a rimanermi accanto? «Sumo, bello di mamma, vieni qui!»

«Il tuo cane è al sicuro, non preoccuparti.» Una voce alle mie spalle mi fa sobbalzare. Non è una frase molto rassicurante: di solito, nei film, una volta detta questa frase segue un rapimento. Dovrei preoccuparmi? «Mi chiamo Kol e sono il padrone del cagnolino che sta giocando con il tuo Labrador.»

L'ansia, per un momento, sparisce e viene sostituita dall'imbarazzo: di sicuro mi ha sentita parlare con Sumo, anche quando l'ho chiamato "bello di mamma", il che mi mette abbastanza a disagio.
Spero solo non sia uno di quei modelli da paura che si trovano in copertina sulle riviste in edicola, ma questo, purtroppo, io non lo posso sapere.

«Ti ringrazio» balbetto «Essendo cieca non avrei avuto modo di scoprirlo senza il tuo aiuto.»

«Figurati, non c'è alcun problema.» Me lo immagino sorridere.

Rimane in silenzio accanto a me, mentre io mi mordicchio le unghie, cosa che faccio quando sono nervosa. Non ho idea di chi sia, ma a quanto pare non ha intenzione di andarsene e la sua presenza inizia a mettermi più ansia del previsto.

«Tu come ti chiami, invece?» chiede all'improvviso.
«Eh?»
«Io mi sono presentato, no? Direi che è il tuo turno adesso» spiega, con un tono provocatorio.
«Oh, già» mormoro, grattandomi la nuca. «Tasya, piacere di conoscerti.»

«Quindi non ci vedi, eh?» dice. Sembra un ragazzo piuttosto sicuro di sé e non mi dispiace, ma fra tutte le persone di Yellowknife proprio da me doveva venire? Non ha qualcosa di meglio da fare? «Immagino di dovermi descrivere, allora. Dunque, ho i capelli castani, tanto scuri, così come i miei occhi. Sai quante ragazze si sono perse in questi due gioiellini? Inoltre sono molto affascinante, me lo dicono in tante. Sono bello come il sole, forse anche di più.»

Stringo le labbra per evitare di ridergli in faccia, nonostante sia questo il suo obbiettivo. La sua ironia è marcata in ogni parola che pronuncia, caratterizzate da uno spiccato accento inglese, ma non comprendo ancora perché abbia deciso di parlare proprio con me.

«Il sole, però, è inguardabile» ribatto.

Sbuffa una risata. «Che caratterino, complimenti.»

Decido di non rispondere e mi stringo le gambe al petto, poggiando la testa sopra le ginocchia e rimanendo in ascolto del respiro regolare del misterioso ragazzo accanto a me. Passano minuti, che sembrano quasi infiniti, ma non ha intenzione di andarsene a quanto pare.

Lo sento sospirare. «Okay, sarò onesto con te. Non ho un cane.»

Mi volto verso la fonte della sua voce accigliata e inarco un sopracciglio, aspettando una spiegazione. Dovrei farmi tante domande al momento, ma l'unica che riesco a formulare è: se allora non ha un cane, Sumo dove si sarà cacciato?

«Non preoccuparti, il tuo cane è impegnato a fissare uno scoiattolo su un albero. È lì da dieci minuti e non ha ancora intenzione di muoversi» dice, come se potesse leggermi nel pensiero.

«Quindi?» chiedo.

«In realtà era una scusa per conoscerti meglio, perché ti trovo bellissima e sarei veramente onorato di avere il tuo numero per sentirti più spesso» risponde.

Sgrano gli occhi, stupita dalle sue parole. Non ho mai ricevuto un complimento di questo tipo da uno sconosciuto e non so nemmeno come prenderla. Le ragazze si sentono dire tante cose ogni giorno, parole che agli occhi degli altri possono sembrare positive.

"Che figa è quella?", "Che culo che ha!", "Guarda che tette!", "Me la farei sicuramente": tutte frasi che ti fanno capire che, in fondo, non sei poi così male come credi agli occhi degli altri. Ma la maggior parte delle volte, almeno per me, si tratta di frasi disgustose che giudicano una ragazza in modo estremamente superficiale.

Penso che ogni ragazza debba sentirsi dire almeno una volta nella vita due semplici parole: "sei bella".
Due parole che vanno dritte al cuore, capaci di far arrossire una ragazza e farla sentire lusingata.

«Okay, va bene» dico «Posso darti il mio numero.»

Si affretta a tirare fuori il cellulare e a salvare in rubrica il mio numero, finché non veniamo interrotti da Calvin.
Solo ora mi ricordo che sarebbe dovuto venire a prendermi qui alle sei del pomeriggio, ma mi alzo per lasciargli un bacio sulla guancia e salutarlo facendo finta di niente.

«Sei un amico di Tasya? Non ti ho mai visto prima» chiede il mio migliore amico.

«No, effettivamente no. Io sono Kol» si presenta.

«Calvin.»

Mi giro verso di lui. «Mi faresti un favore? Potresti recuperare Sumo e caricarlo in auto? Così poi possiamo andarcene a casa senza problemi.»

«Va bene, nessun problema» risponde «Ci vediamo, Kol.»

Si allontana lasciandomi da sola con il misterioso ragazzo, che mi sfiora il braccio facendomi venire i brividi. «Mi farò sentire, lo prometto. Non mi farò scappare quest'occasione.» 

N/A

Ho una crush per Kol ciaoneeee.✈️

Il suo personaggio è ispirato a una serie tv in tutto per tutto, tranne il carattere ovviamente. Chi la indovina vince un biscottino. 🍪🍪

E niente, lo amo troppo. 😍😍❣️

Informazione di servizio: sono malata perché la mia vita fa schifo e ieri era anche il mio compleanno. A cena fuori ero tipo un cadavere e niente, neanche in quel caso una gioia che saad.

Domandina: numerate i personaggi di questa storia dal vostro preferito a quello che preferite di meno.
Sono curiosaa.

Al prossimo aggiornamento❤️

Dietro ai miei occhi [Cartaceo disponibile] Hikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin