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T A S Y A

Non so come definire ciò che sto provando adesso: sono confusa, spaventata, piena di rabbia, triste.
Eppure cosa sono queste parole? Aggettivi che dovrebbero indicare tutte le emozioni che prova qualcuno, ma che non saranno mai abbastanza. Come può la parola "triste" raccontare tutte le lacrime, le notte insonni, le morse allo stomaco e al petto, le continue domande, il credere di essere noi sbagliati e non gli altri?

Ultimamente è come se non fossi più nulla per Zach, come se non esistessi, come se fossi un peso.
Sono a conoscenza di esserlo, di quanto sia difficile essermi amico e non perdere le speranze con me attorno, ma ho riposto talmente tanta fiducia in lui da essere sicura che non mi avrebbe mai abbandonata.
E ora eccoci qua.

Da un paio di giorni penso anche a Kol, quel misterioso ragazzo conosciuto al parco: come promesso mi ha scritto un messaggio poche ore dopo al nostro incontro, ma non ho ancora trovato il coraggio di rispondergli.
Vorrei farlo, ma c'è qualcosa che mi blocca, un pensiero che da insulso si sta facendo sempre più presente nella mia mente, sovrastando quelli positivi: io non posso vederlo. 

Per quanto vorrei non potrò mai ammirare il suo viso, apprezzare i suoi sorrisi o i suoi sguardi, non potrò mai sapere com'è fatto. Potrei immaginarlo come ho sempre fatto con gli altri, ma questa volta è diverso, perché non voglio farlo. Vorrei solo poterlo vedere, anche solo per un secondo.

«Sono arrivata!» esclama Annabeth, entrando nella mia camera. Un forte odore si fa subito strada in tutta la stanza, facendo brontolare il mio stomaco e facendomi venire l'acquolina in bocca. «Ho portato del cibo indiano, spero ti piaccia. Pollo al curry, o qualcosa di simile.»

«Grazie, stavo morendo di fame» sorrido. «Com'è andato il pomeriggio? Zacharias mi ha detto che eri all'università.»

Si stende accanto a me e la sento aprire la confezione di cibo. «Sì. Non è andata malaccio, diciamo che potrebbe andare meglio... Una delle mie migliori amiche ha fatto le corna al ragazzo e lui l'ha scoperto, facendo una scenata davanti a tutti. Non immagini l'imbarazzo!» Ridacchia. «Ma non siamo qui per parlare di me, non è così? Avanti, dimmi cos'è successo.»

«Già» annuisco, prendendo un pezzo di pollo. «Ho conosciuto un ragazzo l'altro giorno ed è stato davvero carino. Insomma, mi ha detto che mi trova bellissima e che sarebbe stato un onore avere il mio numero. Poi ha promesso che mi avrebbe scritto e che non avrebbe sprecato un'occasione del genere e così ha fatto.»

«E il problema qual è?» chiede, confusa. «Al centro commerciale mi hai detto che non hai mai avuto una relazione e quindi posso capire l'ansia, ma è stato davvero dolce e di ragazzi così se ne trovano pochi.»

«Lo so, ma non è questo ciò che mi dà fastidio» rispondo, facendo una smorfia. È così difficile dovermi spiegare! Nessuno mi capirebbe, perché loro una vista ce l'hanno, ma non trovo nemmeno le parole per dirlo in modo sensato. La trovo una cosa così stupida, eppure non riesco a controllarla. «E se non funzionasse? Metti caso che alla fine si rivela uno stronzo patentato e mi spezza il cuore? Non voglio starci male.»             
«È inevitabile restarci male, Tasya. Quando ho conosciuto Zach e gli ho concesso un'opportunità non sapevo come sarebbe andata a finire, ma mi sono fidata e ora sono qui, a un passo dal matrimonio. Se ci facciamo mille paranoie prima ancora che succeda qualcosa allora è ovvio che le cose non andranno bene, devi solo cercare di tranquillizzarti.» Mi sistema una ciocca di capelli dietro l'orecchio destro. «Adesso, perciò, penseremo insieme a cosa scrivergli.»

Dietro ai miei occhi [Cartaceo disponibile] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora