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Z A C H A R I A S

Nulla è più comodo del proprio divano dopo un’intensa giornata di lavoro.

Ho letteralmente passato tutta la mattinata in ufficio, seduto su una di quelle scomode sedie in plastica e con gli occhi incollati allo schermo di un computer, compilando dei documenti e scartandone altri.

Non appena sono tornato a casa mi sono concentrato sui preparativi per il matrimonio: quali tovaglie usare, che canzone far partire a fine serata... Piccoli dettagli che mi fanno realizzare che il grande giorno è ormai imminente.

Eppure c'è qualcosa - o meglio, qualcuno - che mi impedisce di rimanere concentrato: Tasya.
È da quasi due mesi che non ricevo sue notizie, nemmeno un messaggio o una chiamata, e la lista dei desideri è ormai andata in fumo.
Sono preoccupato per lei, ho paura le sia successo qualcosa o che stia male, e vorrei scriverle un messaggio, ma conoscendola peggiorerei solo le cose.

Annabeth, invece, sta diventando giorno dopo giorno sempre più distante. Non è quasi mai a casa, inoltre di recente ho scoperto che si è riavvicinata ai nonni e ho il timore che le stiano facendo il lavaggio del cervello, convincendola a riprendere la terapia.
Vorrei parlargliene, ma l'ultima volta che l'ho fatto abbiamo rischiato di litigare e non voglio accada di nuovo.

Prendo il cellulare e apro la chat con Tasya, controllando l'ultimo accesso: mezz'ora fa. Sbuffo e mi mordicchio il labbro, scrivendo un “ciao” che resto ad osservare per qualche minuto.
Lo invio o no?

«Fallo» dice Annabeth, seduta al mio fianco.

«Cosa?» chiedo.

Accenna col capo al cellulare, non staccando gli occhi dalla televisione. Un gruppo di pinguini cammina lungo una valle nevosa, mentre il tizio del documentario continua a parlare della loro alimentazione. «Fallo» ripete «Invia quel messaggio. Invitala ad uscire questa sera, magari portala a cena… Però scrivile.»

«Non ne sono sicuro» faccio spallucce. «Vorrei sapere come sta, ma se non ci ha scritto per due mesi significa che non è interessata a noi e non vuole essere disturbata.»

«O che ci sta evitando per qualche motivo a noi sconosciuto» ribatte «Che rimarrà tale finché non decideremo di parlarle.»

«Non lo so…»

«Ho parlato con Kol, l'altro giorno» mi interrompe, cambiando canale. «Neanche lui ha più sue notizie, perciò abbiamo provato a fare qualche teoria. Pensiamo si senta responsabile per ciò che è successo a Calvin, ma non riusciamo a capire perché abbia deciso di isolarsi. In ogni caso deve essere molto scossa, Zach, e ha bisogno di noi, di te

Non rispondo e torno a osservare la chat, senza sapere cosa fare.
Vorrei inviarle un messaggio, davvero, ma forse è il caso di lasciarla andare se è quello che vuole.
Se ha deciso di tagliare i rapporti con noi avrà le sue valide ragioni e chi sono io per metterle in discussione?
Inoltre incontrarci dopo ben due mesi sarebbe decisamente imbarazzante: ormai siamo praticamente due sconosciuti, no?

Beth si volta verso di me e dal suo sguardo capisco che sta riflettendo. «Non dovrei dirtelo, ma ho parlato con il dottor Jackson» spiega, sistemando una ciocca di capelli. «Ha infranto il segreto professionale e mi ha parlato di Tasya, lui è il suo psicologo o l'assistente, non ho ben capito. In ogni caso sta peggiorando. Hanno notato un certo isolamento, ha iniziato a chiudersi in se stessa e sta cercando di chiudere i rapporti con tutti, compresi i suoi genitori. Ha bisogno di te, Zach. Sei l'unico che può salvarla.»

Dietro ai miei occhi [Cartaceo disponibile] Where stories live. Discover now