12.

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«Ciao Fe» alzo lo sguardo dal mio libro di spagnolo soltanto per vedere Perpetua che torreggia su di me, con le mani appoggiate sul banco e un sorrisetto furbo di chi la sa lunga.

«Perpetua, che piacere vederti» sospiro, fingendo un tono tollerante quando vorrei solamente alzarmi e tirarle una sberla.

«Lo stesso vale per me, tesoro» si sistema i capelli infinitamente lunghi e continua a guardarmi sorridendo.

«Stasera faccio una festa a casa mia, e mi farebbe piacere se tu venissi» mi propone, facendo inarcare immediatamente il mio sopracciglio.

«Perché mi stai invitando?» vado dritta al sodo, appoggiandomi allo schienale e incrociando le braccia.

«Perché mi stai simpatica» cerca di giustificarsi, e manca solo l'aureola sopra la testa.

«Vuoi mettere in mostra il tuo nuovo ragazzo? Perché se è così non mi interessa venire» metto in chiaro. Lei fa schioccare la lingua sul palato, infastidita. Si piega verso di me, cercando di farmi paura.

«Ho invitato tutta la scuola, ti conviene venire» inarco di nuovo il sopracciglio, e sto per scoppiarle a ridere in faccia quando interviene Lautaro.

«Perpetua, Fe, siete amiche?» ci giriamo entrambe verso il ragazzo che sta posando lo zaino sul banco accanto al mio, con un'espressione stupita dipinta in volto.

«La stavo invitando alla festa di stasera, tu verrai, vero?» gli fa gli occhi dolci e lui non può non cadere ai suoi piedi, annuendo come un ebete.

«Bene, buona giornata» ci saluta entrambi e va a sedersi al suo posto, ridacchiando fastidiosamente con le sue amiche.

***

«Perpetua ha invitato anche te?» chiedo a Lea, che sta giocando con una pallina mentre è distesa sul mio letto.

«Sì, ma non credo che ci andrò, tu vai?» scrollo le spalle, indecisa sul da farsi.

«Ci andrei anche solo per scoprire chi è questo benedetto ragazzo» le prendo la pallina dalle mani, rigirandola tra le mie.

«E per vedere Lautaro» mi prende in giro lei, mettendosi seduta e guardandomi in faccia. Sbuffo, la cotta che avevo all'inizio per lui è un po' scemata.

«Non dire stronzate» mi siedo per terra, abbassando lo sguardo e facendo rimbalzare la pallina sul parquet.

«No no, Fe, sono i fatti che parlano» si siede davanti a me, per illustrarmi meglio il tutto «Ieri mattina è arrivato e ti ha abbracciata, ti ha accompagnata a casa, e avete anche pranzato insieme! Questo per te cosa vuol dire?» scrollo le spalle, abbassando lo sguardo.

«Abbiamo parlato per gran parte del pranzo del ragazzo con cui esce Perpetua» ammetto, sospirando «Era tutto un "Perpetua di qua, Perpetua di là, Perpetua quello, Perpetua quello"» mormoro, ormai arrendendomi al fatto che al ragazzo che mi piace dalle medie interessa un'altra ragazza. Di nuovo.

«Vabbè ma quello non vuol dire niente, le persone vanno e vengono» cerca di giustificarlo Lea, gesticolando più del previsto.

«Come siamo finite a parlate di questo partendo dalla festa di Perpetua?» cambio argomento, e lei accetta silenziosamente, sapendo che per me quello è un tasto dolente.

«Perché mi hai fatto cambiare idea, ci andiamo» si alza dal pavimento, porgendomi una mano per aiutarmi «E ho già in mente qualcosa da farti mettere» sorride maliziosa, conducendomi giù dalle scale e poi fuori casa mia.

***

«Questa cosa è scomoda» mi lamento per quella che deve essere la decima volta con Lea, che alza gli occhi al cielo.

¡Mala Mía!paulo dybalaWhere stories live. Discover now