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L'acqua della doccia si ferma, non causando più nessun rumore assordante, anche se le mie orecchie sembrano essere tappate e il minimo rumore rimbomba nei miei timpani, infastidendomi fino al midollo.

La sensazione è quella di aver appena fatto una doccia gelata, o di essere caduta in un precipizio, o che mi sia caduto del sapone negli occhi. O tutte e tre le cose insieme contemporaneamente.

Sento Paulo canticchiare, ignaro di cosa stia succedendo in camera e soprattutto nella mia testa, che sta per scoppiare e che vorrei solo spegnere per un attimo.

Il mio pensiero corre veloce, senza un minimo freno, e i peggiori scenari prendono vita nella mia mente, tanto che non so se cominciare a piangere di tristezza o urlare di frustrazione.

Perché ha parlato con Antonella? Conoscendo l'insicurezza e il timore che fanno profondamente parte di me e la figura statuaria della sua ex ragazza, sa che mi sento messa in ombra nonostante sia in un continente diverso.

Apro la chat e chiudo gli occhi, per nulla pronta a sapere il perché del nervosismo di Paulo e il suo rifiuto mascherato con una stanchezza improvvisa.

Scorro con il dito finché i messaggi non finiscono, trovandone insolitamente tanti. Deglutisco, osservando la chat.

È stata lei a scrivergli, mandandogli gli auguri di buon anno durante la notte del primo dell'anno e lui le aveva risposto quasi un giorno dopo. Un senso di orgoglio si insinua dentro di me, pensando che almeno mentre eravamo a Siviglia il pensiero di risponderle non gli era neppure passato per la testa.

Però le aveva risposto, con un semplice e freddo "Anche a te e famiglia", probabilmente un copia incolla di qualche altra conversazione avuta durante le feste, un classico.

Lei aveva chiesto come stava Alicia, se era tutto okay con i suoi fratelli e gli aveva detto che sua sorella aveva salvato la maglia di Paulo dalla sua furia, tenendola piegata nel suo armadio come ricordo.

Lui aveva mantenuto il distacco che mi sarei aspettata, dicendo che sua madre stava bene e di salutare Ornella. Ma, fino a qui, non ha nemmeno accennato ad avere una ragazza, ed è questo che mi preoccupa di più.

"Ti saluta anche lei, e sta ancora aspettando quel pacco di caffè italiano che avevi promesso di portarle"

Mi mordo l'interno della guancia. L'intraprendenza di questa ragazza mi ricorda tanto quella di Perpetua, e la sua sfacciataggine è così ovvia che mi chiedo come abbia fatto Paulo a innamorarsi prima di lei e poi di me.

"Antonella, ti sembra il caso? Ti stai comportando come se non fosse successo nulla"

Il mio cuore ricomincia a battere e ricomincio a respirare, come se fino ad adesso fossi stata in apnea. Guardo la porta del bagno, dietro la quale l'acqua ha ricominciato a scorrere e la voce del ragazzo che canticchia mi arriva forte e chiara.

"Lo dici come se non mi avessi cercato dopo che abbiamo rotto"

Questa volta trattengo il respiro volontariamente, leggendo e rileggendo quel messaggio mille volte, immaginando ogni momento in cui Paulo avrebbe potuto scriverle ultimamente e odio dover ammettere che ce ne sono stati tantissimi.

"Sono andato avanti, me l'hai detto tu e io l'ho fatto. Non voglio tornare indietro, non sono il tipo di persona che lo fa"

Chiudo gli occhi. Negli ultimi trenta secondi ho provato tutte le sensazioni che ho provato negli ultimi diciotto anni, dalla tristezza più profonda alla felicità più intensa, passando per la frustrazione.

"Però a me manchi"

Prendo un respiro profondo, cercando di non lanciare il cellulare per terra. Questa ragazza è bella quanto insistente e sicura dei suoi mezzi.

¡Mala Mía!paulo dybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora