31.

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«Quando pensi di tornare a Torino?» mi rigiro il calice di vetro tra le dita, guardando i pezzi di frutta spostarsi nel vino.

«Non lo so, tu parti venerdì vero?» Paulo si appoggia allo schienale della sedia, con un braccio appoggiato sulla gamba e l'altro sulla tavola.

«Esatto» sospiro. Sono più che sicura che mi mancherà tantissimo passare ogni secondo della mia giornata con lui.

«Potremmo tornare domani sera, oggi è lunedì?» annuisco, ridacchiando alla sua domanda «Beh, se è lunedì magari stiamo due giorni qui, torniamo mercoledì sera e giovedì e venerdì li dedichi a piangere su tutti i volantini dei musei che avresti voluto visitare» mi fa l'occhiolino, sorridendo.

«Sì, mi sembra un programma ragionevole» mima la parola "ragionevole", prendendomi in giro «Fai spesso questi colpi di testa?» chiedo, indicando il piccolo ristorante in cui ci troviamo.

«No, di solito non faccio cose del genere perché non ne ho tempo. Passo la gran parte del tempo, durante l'anno, sul campo e durante l'estate voglio solo rilassarmi a casa o in qualche posto poco stressante» spiega, posando il suo bicchiere sul tavolo mentre io finisco di bere dal mio.

«Torni spesso a Laguna Larga?» inarca un sopracciglio, accennando un sorriso mentre io abbasso lo sguardo.

«No, non molto spesso, di solito per Natale, quando abbiamo più tempo per una pausa, ma è quasi sempre una toccata e fuga» annuisco, evitando di guardarlo in viso.

«Tu invece? Cosa pensi di trovare quando tornerai in Argentina?» sospiro, guardandomi in giro per cercare un cameriere. Quando ne vedo uno, lo fermo subito.

«Scusa, mi potresti portare un'altra sangria?» chiedo tranquillamente, ma Paulo coglie il tono drammatico nella mia voce e scoppia a ridere.

«Due, per favore» aggiunge poi, incatenando il suo sguardo al mio «Pensi che la situazione sia così drammatica da cercare di ubriacarti con qualcosa che ha un grado alcolemico basso come la sangria?» chiede, divertito dalla mia espressione terrorizzata.

«Penso che provarci non sia un crimine, al massimo mi riporti tu in albergo, tanto ormai ci provi gusto a portarmi in braccio» ringrazio il cameriere che sta posando i bicchieri pieni sul tavolo e prende quelli vuoti con sé.

«Io lo sapevo che mi avresti prosciugato il conto in qualche modo, ero solo indeciso tra i libri e i biglietti per i concerti di musica classica, ma adesso mi sono ricreduto. Sperpererai il mio patrimonio in alcolici» scuoto la testa, ridacchiando alle sue parole.

«Dubito, e poi non ascolto musica classica» guardo il suo viso, ma il suo sguardo non è più dedicato completamente a me. Sta guardando i passanti dal vetro della finestra.

«Fe, non conosci Ed Sheeran» apro la bocca per ribattere, ma poi mi rendo conto di non avere argomentazioni abbastanza forti e quindi sto zitta.

«Tu come pensi che sarà a Laguna Larga quando tornerò?» chiedo, cambiando argomento per chiedergli qualche consiglio.

«Penso che Perpetua si scatenerà più che mai, adesso che tutti sanno che sei venuta via con me» scrolla le spalle, senza sapere cos'altro aggiungere.

«Curioso come pensi subito a Perpetua che a Lautaro» gli faccio notare, un po' infastidita dal fatto che pensi subito alla ragazza.

«Cerco di evitare di pensare a lui perché so di averlo ferito, di nuovo. È successo una volta con Antonella, poi adesso con te, dubito che questa riuscirà a perdonarmela» sospira, abbassando lo sguardo.

«Non sono importante come lo era Antonella, per lui» scuote la testa, ridacchiando.

«Sei così ingenua» beve un po' di sangria dal suo bicchiere, continuando ad evitare il mio sguardo.

«Cosa vuoi dire?» chiedo, colpita dalle sue parole.

«Pensi che ti avrebbe baciata se non gli fossi interessata minimamente? O che ti avrebbe chiesto di ballare? O ti avrebbe portato fuori a vedere le stelle?» si ferma un attimo, probabilmente a corto di esempi da farmi.

«Aveva bevuto» mormoro, indecisa su come ribattere. Se seriamente Lautaro ci tiene così tanto a me, perché non ha mai cercato di dimostrarmelo?

«Fe, è astemio» ridacchia della mia reazione, sorseggiando la sua benedetta sangria e lasciandomi ad aspettare una spiegazione.

«Non ci credo» scuoto la testa. Tutte le cose che ha fatto, era lui a farle? Non è possibile.

«Lautaro si allena ogni giorno per riuscire a diventare un grande calciatore, pensi che possa permettersi di ubriacarsi? L'alcol ha degli effetti sul fisico, non si limita solo al mal di testa il giorno dopo, e nessuno sportivo può sottovalutarli se vuole essere la versione migliore di sé» mi spiega, appoggiando il bicchiere sul tavolo.

«Quindi, se ti ha baciato, vuol dire che voleva farlo, se ha ballato con te, vuol dire che voleva farlo. E, aggiungerei anche che ci pensava da tanto, visto che non la finiva di parlare di te» aggiunge poi, facendomi sentire sempre peggio.

«Stai dicendo che potrebbe essere che io interessi a Lautaro o sono io che ho frainteso tutto?» chiedo, per essere sicura e non capire una cosa per un'altra.

«Non potrebbe essere, tu interessi a Lautaro e basta. A chi ha chiesto di aiutarlo in fisica? A te. Non pensi che sarebbe stato molto più facile trovare qualcuno che gli facesse ripetizioni? Se non gli avessi detto di sì, sai che figura di merda avrebbe fatto?» mi rigiro il bicchiere tra le mani, pensierosa.

«E Perpetua? Perché continua a uscire con lei?» alzo un sopracciglio, cercando di fargli capire il mio disappunto.

«Perché è gnocca» dice semplicemente, scrollando le spalle.

«Almeno sei onesto» mi lascio cadere sullo schienale, un po' infastidita dalle sue parole.

«Però credo che gli sia passata, dopo che lei è stata a letto con me» alza le spalle, come se fosse nulla.

«Siete stati a letto insieme?» domando, sconcertata. Lui annuisce, ridacchiando.

«Sì, non lo sapevi?» strabuzzo gli occhi, stupita dalla sua risposta.

«Perché sei andato a letto con lei?» alzo un po' il tono di voce, inconsciamente.

«Perché non avrei dovuto?» rigira la domanda in suo favore, come è solito fare.

«Non lo so, perché è piccola magari?» ridacchia, guardandosi intorno.

«Anche tu sei piccola» sbuffo, lasciandomi cadere sullo schienale e incapace di ribattere in alcun modo.

«Mi puoi dire perché ti da tanto fastidio?» si sporge, appoggiando i gomiti sul tavolino e osservandomi da vicino.

«Non mi da fastidio» ribatto, poco sicura di ciò che sto affermando.

«Però sbuffi e sembra che io ti abbia fatto un torto colossale, cos'hai?» mi stringe le mani, ma io le allontano.

«Dovevi per forza andare a letto con Perpetua?» ammettendo in un certo senso il mio fastidio rispetto a ciò che ha fatto.

«Ti da fastidio perché è Perpetua o perché sono io?» centra perfettamente il punto, per poi stare in silenzio, aspettando una risposta che io non riesco a dargli subito.

«Perché è Perpetua» sussurro, dopo un po'. Lui scuote la testa, allontanandosi dal mio viso e alzandosi per andare a pagare.

lollissimo

andate a vedere la foto che Paulo ha postato su instagram perché mi ha fatto seriamente SBREGARE

nient'altro

ciaone💋💋

¡Mala Mía!paulo dybalaWhere stories live. Discover now