9 - i'm fine

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Il suono della sveglia riecheggia in queste quattro mura troppo spoglie, quindi mi costringo a sollevare la testa dal cuscino, anche se di malavoglia, e andarmi a preparare per affrontare il mio secondo giorno di scuola.

Questa notte non ho dormito affatto bene, i miei pensieri confusi e le mie paranoie incontrollate non si sono fermate un secondo, mentre una strana sensazione di solitudine a poco a poco si è presa possesso di me.

È inutile, inoltre, negare che stare in questa casa mi incute una paura mortale a causa di tutte le tragedie che accadono quotidianamente in questa cittadina.

Non mi stupisco neanche del fatto che ai miei genitori non sia importato un bel niente di lasciarmi qui completamente solo.

Si, loro si occupano di trovare un colpevole, spegnere incendi e risolvere questo tipo di problematiche; ma se tutto ciò continua costantemente a ripetersi vuol dire che l'uomo che ne è artefice è ancora in giro, e conseguentemente è impossibile sentirsi al sicuro.

Questa riflessione mi trasmette brividi timorosi lungo tutto il corpo.

Mi affretto a lavarmi e poi vestirmi, fortunatamente non ci impiego una grande quantità di tempo, e alle otto e cinque sono di già davanti al carinissimo bar vicino alla scuola.

A quest'ora non dovrebbe essere particolarmente affollato, eppure le persone continuano ad entrare ed uscire ognuna con differenti dolciumi e squisitezze nelle mani.

Faccio il mio ingresso e quella che credo sia la cassiera mi augura gentilmente il buongiorno, che ricambio timidamente.

Cerco con gli occhi Hoseok e gli altri, ma non li trovo da nessuna parte.

Complimenti, ragazzi! E menomale che quello in ritardo sarei dovuto essere io!

Mi apposto in un angoletto vicino al muro, in modo da poterli chiamare e dire loro di affrettarsi.

Tiro il cellulare fuori dalla tasca, ma è proprio in quell'istante che sento uno sguardo insistente posarsi su di me.

Alzo gli occhi, sempre mantenendo il mio viso indirizzato verso lo schermo illuminato dell'iphone, e scorgo dall'altro lato del locale una ragazza dai lunghi capelli castani che mi sta lanciando delle occhiatine curiose e interessate da quando sono entrato.

Quando i nostri sguardi si incrociano lei mi sorride, mantenendo il contatto visivo nel frattempo che si riavvia i capelli dietro l'orecchio.

Poi improvvisamente inizia ad avanzare sempre di più, e quando capisco che sta venendo proprio verso di me mi domando mentalmente che cosa voglia.

«Ciao.» proferisce carinamente una volta giunta davanti alla mia figura.

La sua voce è sottile ma dolce, come anche il suo viso ben curato.

Ricambio il sorriso mentre prego nella mia testa che Hoseok, Taehyung o Minso appaiano e mi salvino da questa situazione che prevedo già sarà abbastanza imbarazzante.

Schiudo le labbra per parlare e vedo i suoi occhi fissarmi insistentemente le labbra, ma poi senza che io riesca a dire una singola parola, le sue brevi parole mi anticipano.

«Mi chiamo Younseo, tu sei Park Jimin giusto?» mi domanda.

Annuisco, infilandomi una mano nella tasca dei jeans.

«Mi hanno detto che sei arrivato da poco, quindi nel caso avessi qualche dubbio o domanda sarò molto lieta di aiutarti, ecco.» afferma con le labbra rivolte verso l'alto.

«Grazie, sei gentile.» rispondo, e lei si morde il labbro inferiore al suono della mia voce.

E ancora una volta, a quella scena che avrebbe probabilmente fatto provare qualcosa ad un ragazzo etero, io... io non sento niente. Nulla.

Thirst For You | kookminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora